BH, Stasi replica a Antoniozzi e De Francesco: «Il Comune non ha mai interrotto il dialogo»
«Siamo favorevoli agli investimenti, ma non siamo disposti alla cecità. Le responsabilità amministrative sono a carico della gestione portuale, mentre quelle politiche di chi, piuttosto che risolvere i problemi, ha provato ad usarli elettoralmente»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Ho letto con interesse la nota degli onorevoli Antoniozzi e De Francesco rispetto alla questione Baker Hughes e ritengo che i rilievi mossi siano pertinenti e meritino quindi delle precisazioni, partendo da un presupposto condiviso: il Comune non può andare oltre la legge, così come non può l'Autorità di Sistema. Nello specifico ci tengo a sottolineare che il Comune non ha mai interrotto alcun dialogo: sono decine le missive mandate negli ultimi mesi a tutti gli organi competenti per superare i problemi. La questione è che al Comune si chiede di far finta che i problemi non ci siano e questo non è possibile».
Scrive in una nota stampa il Sindaco Di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, che aggiunge: «Non è vero che spetta al Comune la competenza urbanistica: dentro il Porto non è così dal 1994 altrimenti certamente i problemi sarebbero stati superati. È quanto è stato spiegato più volte, con pareri formali, sia all'Autorità Portuale che alla Giunta Regionale. La ragione per la quale in 30 anni non sia stato adottato un Piano Regolatore forse meriterebbero maggiore attenzione della politica, in quanto senza la pianificazione urbanistica non c'è nemmeno la speranza dello sviluppo. C'era un PRP pronto (e bellissimo) nel 2015 che però è stato chiuso nel cassetto. Ad ogni modo il Comune, nonostante la normativa sia cristallina, in seconda battuta si è spinto al massimo della propria discrezionalità non dando un parere negativo ma dichiarandosi impossibilitato ad esprimersi, proprio per non ostacolare l'investimento. Questo nessuno lo dice ma è nero su bianco. Non abbiamo mai negato un permesso a costruire: non ci è mai stato chiesto».
«La questione della conformità urbanistica, però, avrebbe dovuto essere superata dai poteri straordinari della ZES che agiscono, appunto, anche in deroga urbanistica. Sarebbe bastato convocare una conferenza dei servizi e chiedere a tutti gli enti di esprimersi sul rilascio della autorizzazione unica ed il Comune non avrebbe avuto nulla da eccepire. Le ragioni misteriose per le quali questo non è avvenuto, tuttavia, non vanno chieste al Comune. Mi limito a ribadire che l'Ente ha appreso della istanza Zes della nuova Pignone praticamente dopo che l'autorità di sistema aveva dato la concessione. Questo non è un vizio, amministrativamente è una follia. Ripeto: non siamo la repubblica delle banane. Inoltre, dal rilascio della Autorizzazione il Comune ha scritto più volte, anche a mia firma, per superare questa enorme lacuna, ma senza risposta concreta. É quanto mi sono permesso di scrivere anche, nelle ultime settimane, al Ministero delle Imprese visto il suo autorevole interessamento. Questo sarebbe possibile ancora oggi, ma ci sono stati 8 mesi per farlo».
«Il Comune è sempre stato chiaro e costruttivo per superare i problemi, perché siamo favorevoli agli investimenti, ma non siamo disposti alla cecità. Purtroppo, le responsabilità amministrative di questa vicenda sono totalmente a carico della gestione portuale, mentre quelle politiche vanno cercate in chi, consapevole dei problemi, piuttosto di provare a risolverli ha provato ad usarli elettoralmente, per altro con scarsi risultati. L'amministrazione, su questi temi, è sempre stata e rimane disponibile al confronto ed al dialogo, senza distinzioni politiche, finalizzato al superamento dei problemi ed a tutelare gli interessi delle comunità. Mi auguro che gli on. Antoniozzi e De Francesco vogliano muoversi in questa direzione e mi troveranno certamente a supporto».