Nuova provincia, le grandi questioni sono diventati uno specchietto per le allodole per cercare di recuperare consensi
La parola ai giovani. Riceviamo e pubblichiamo il contributo di Simone Laurenzano, un nostro giovane lettore, che pone una questione di merito e sostanza sulla prospettiva di una nuova autonomia territoriale

CORIGLIANO-ROSSANO - Nell'ultimo editoriale a firma del direttore Marco Lefosse (leggilo qui), abbiamo riflettuto sulle dinamiche politiche che stanno influenzando il futuro di Corigliano-Rossano e l'intero territorio della Calabria del nord-est sulla quale, di recente, si è nuovamente aperto - con dirompenza - il confronto sull'istituzione di un nuova provincia. A seguire, condividiamo con voi una lettera arrivata in redazione e che porta la firma di Simone Laurenzano, un giovane cittadino della terza città della Calabria. Simone esprime con passione e chiarezza il suo dissenso verso gran parte delle iniziative mosse dalla politica, praticamente incapace a chiudere quelle che sono le vertenze aperte sul territorio, dal tribunale alla sanità. Laurenzano propone riflessioni concrete e stimolanti sul destino del nostro territorio. La sua voce, che è la eco di tanti giovani del nostro territorio pronti ad andarsene perché qui non hanno prospettiva, speriamo possa rappresentare un contributo importante al dibattito pubblico, invitando tutti noi a considerare le reali possibilità di sviluppo di questo territorio che rimangono, però soffocate nell'immobilismo dei nostri rappresentanti istituzionali, di ogni grado e ogni livello.
Gent. Direttore,
Le scrivo per manifestarLe il mio dissenso su quanto sta accadendo recentemente nella Città di Corigliano Rossano. O meglio, è all'ordine del giorno l'istituzione di una commissione per il ripristino/ l'istituzione del tribunale, nonché la proposta per l'istituzione della provincia della sibaritide. Progetti che, certamente, in astratto potrebbero avere il loro impatto significativo su un territorio fin troppo dimenticato dal governo centrale e da quello regionale, ma che, in realtà, sono pressoché difficili da realizzare ed anzi rappresentano per molte personalità politiche l'ennesimo pretesto per attirare l'attenzione degli elettori su di sé. Infatti, è noto che ormai la questione tribunale ha assunto connotati politici, al punto da costituire lo specchietto per allodole da parte di forze politiche di ogni colore, durante la campagna elettorale. Un po’, per intenderci, come da tempo accade per la SS 106 e per la sanità, che continuano ad essere, assieme all'occupazione, l'utopia del nostro territorio. A questo proposito, mi chiedo e chiedo a tutti quanti leggeranno questo articolo: perché i nostri politici cercano sempre di raggiungere un obbiettivo, intraprendendo la strada più tortuosa? Perché suscitare aspettative nel popolo amministrato, pur sapendo che esse in partenza sono semi- irrealizzabili? La verità è che ad ognuno interessa apparire per il proprio tornaconto, piuttosto che pensare ad amministrare e sfruttare le numerose potenzialità insite nel nostro territorio. Del resto, la fusione che ha favorito la nascita del Comune unico cos'altro è stata se non l'occasione per (ri)emergere, da parte di molti personaggi politici che noi elettori pensavamo di aver fatto uscire definitivamente dalla porta? A questo punto, rilevo che, sebbene l’istituzione del tribunale sia ai confini della realtà, atteso che difficilmente uno Stato con circa 3 mila miliardi di debito pubblico e gli stringenti vincoli eurounitari da rispettare potrà assecondare le nostre richieste, è possibile riottenere un presidio di giustizia sul nostro territorio, con una operazione a “zero impatto economico” per lo Stato. Più precisamente, mi riferisco al fatto che, nel prossimo ottobre, saranno istituiti i Tribunali per i minori, per le persone e per le famiglie, che assorbiranno essenzialmente le competenze che fino a quella data sono ricoperte dal tribunale dei minori e dal giudice tutelare. Orbene, è previsto che il guardasigilli può, con proprio decreto, istituire questi tribunali in Comuni diversi da quelli in cui vi è la sede del tribunale ordinario, purché ricompresi nello stesso circondario. A mero titolo esemplificativo, il Ministro della Giustizia potrebbe istituire la sede del Tribunale per i minori, per le persone e per le famiglie a CoRo, in luogo di Castrovillari o Cosenza (in quest'ultimo caso, laddove si decida di istituire una sola sede di questo nuovo tribunale in tutta la provincia), anche a titolo di compensazione per la soppressione del Tribunale di Rossano, unico caso in Calabria. Eppure, nessuno fa niente per raggiungere un obbiettivo fattibile, che potrebbe riportare un presidio di giustizia sul nostro territorio, atteso che qui vi è la presenza di un immobile di proprietà del Ministero di Grazia e Giustizia (mi riferisco alla struttura di Santo Stefano, di cui il Comune vorrebbe - se non l'ha già ottenuto - avere il possesso) e che, secondo la relazione ministeriale al d.lgs. n. 155/2012 portò alla soppressione di circa 30 tribunali ordinari in tutta Italia, l'obbiettivo dello Stato è quello di arrivare (progressivamente) alla permanenza dei soli tribunali siti in Comuni capoluogo di provincia (come di fatto accade già in Toscana e in Emilia Romagna). Ancora, dubito, per tante ragioni, che si possa arrivare alla istituzione della provincia della sibaritide, intanto perché le province possono istituirsi mediante legge statale e, quindi, dubito che il Parlamento Italiano abbia interesse ad istituire una nuova provincia di cui non si sa quanti Comuni ne faranno parte e, comunque, non avrà una popolazione cospicua, da poter controbilanciare il centralismo della provincia di Cosenza. Del resto, credo che alla fine anche il governo Meloni si adeguerà all’indirizzo tracciato dall'allora governo Monti e opterà per la soppressione delle province, con esclusiva permanenza delle Città metropolitane. Ciò può desumersi dal fatto che in Italia, e in Calabria con Catanzaro, molte province stanno cercando di coalizzarsi per dare luogo ad una Città metropolitana. Pertanto, da questo punto di vista credo sia più percorribile la strada che da anni il Comitato per la provincia della Magna Grecia ha disegnato, ovvero creare una provincia unica tra la sibaritide ed il crotonese, con due capoluoghi (Kr e CoRo), sul modello di Massa Carrara e Forlì Cesena, che potrebbe ottenere il favore del Parlamento, stante che anche questa operazione non produrrebbe costi per lo Stato. In conclusione, spero che le forze politiche di ogni colore, anziché coalizzarsi per realizzare castelli d'aria, si uniscano per vincere battaglie importanti per il nostro territorio, come la rigenerazione del sito Enel, la valorizzazione del porto di Schiavonea, la nascita di gemellaggi con importanti Città europee, sfruttando, in questo senso, le potenzialità attrattive del Codex, secondo un progetto da anni sostenuto dal prof. Filareto. In caso contrario, saremo destinati ad un lento ed inesorabile spopolamento, che finirà per rendere la Città di CoRo “un uomo dalla testa grossa (alludendo alle dimensioni territoriali) ma dal corpo sempre più piccolo (con riferimento al numero di abitanti)”.
Simone Laurenzano
La lettera di Simone Laurenzano, insomma, mette in luce la necessità di un approccio più pragmatico e coraggioso da parte delle nostre forze politiche, abbandonando progetti che rischiano di rimanere irrealizzati con l'invito a concentrarsi invece su obiettivi raggiungibili e tali da innescare un effettivo miglioramento economico e sociale. La nuova provincia? È un'ottima cosa, qualunque essa sia. Prima però dobbiamo dimostrare di essere capaci di poter rivendicare autorevolezza. E per farlo abbiamo, prima di ogni cosa, necessità di avere consapevolezza di quello che siamo, da dove veniamo e - soprattutto - dove vogliamo andare. Perché per vivere di qualsiasi cosa, di turismo, agricoltura, industria o altro... bisogna, prima di tutto, essere preparati.