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Chi si prende cura di chi presta cura? La battaglia sociale dei caregiver familiari

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CORIGLIANO-ROSSANO - «Chi si prende cura di chi si presta cura?». In questa domanda, un po’ provocatoria ma eloquente, si nasconde il grido d’allarme di una categoria di invisibili che svolge uno dei ruoli più gravosi della società: i caregiver. A lanciarlo è Monica Madeo, caregiver familiare che da tempo lotta contro la burocrazia e il riconoscimento di questo ruolo sociale con la speranza di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul tema della cura, tracciando la strada da percorrere e sostenendo battaglie di consapevolezza affinché le famiglie ricevano un aiuto ed un sostegno concreto ed adeguato da parte degli enti incaricati.

La parola caregiver – lo ricordiamo - fa riferimento a quella figura, spesso una donna, che assiste un congiunto ammalato e/o con disabilità. Come ci spiega Monica Madeo, l’assistenza e l’aiuto alle persone con disabilità, e ai familiari che se ne prendono cura, è una cosa seria e pertanto necessita del soddisfacimento pieno ed adeguato del servizio-bisogno che l'ente è chiamato ad espletare.

Per fortuna – ci ha ricordato Madeo – la regione Calabria, con la delibera n. 260 del 31 gennaio 2024, ha anticipato i tempi del governo approvando una importante Legge per il riconoscimento e il sostegno del caregiver familiare. «Tale intervento legislativo – riporta la relazione illustrativa della legge - mira a tutelare le famiglie che spesso, nell’imminenza del bisogno, ricorrono a forme improvvisate nella ricerca impellente di un operatore adatto, esponendosi anche a rischi di vario tipo, ma anche a valorizzare e tutelare gli stessi soggetti che si dedicano con serietà a questa forma delicata di assistenza». Sicuramente un segnale forte ed una iniziativa lodevole, ma la legge in questione, seppur completa nella sua composizione, senza concreti risvolti attuativi, resta vuota.

Il riferimento è alle misure parziali che l’amministrazione comunale di Corigliano Rossano e la Regione Calabria hanno messo in campo per supportare le comunità di fragili presenti sul territorio.

Il Comune ha emesso un provvedimento di Assistenza Domiciliare (PAC Anziani – 2° Riparto finanziario -Decreto N. 848/PAC del 27.01.2016 - Decreto N. 3127/PAC del 28.08.2019) grazie al quale alcuni professionisti (OSS) si sono occupati delle persone con disabilità e/o degli anziani per 2/3 ore al giorno, da lunedì a venerdì, garantendo al caregiver dei momenti di pausa dal lavoro di cura. Una tipologia di aiuto essenziale per le famiglie che vivono questa particolare condizione di bisogno. Purtroppo, però, dopo svariate proroghe, il suddetto servizio sanitario si interromperà il prossimo 31 agosto, lasciando le famiglie in attesa di risposte fino all’uscita del nuovo bando.

«L’ente comunale – ha spiegato Madeo - ci ha fornito rassicurazioni e garanzie rispetto alla sua uscita ma non ne conosciamo i tempi. In questi casi bisognerebbe lavorare affinché non si giunga in ritardo alla pubblicazione dei nuovi bandi. Sono servizi importanti che non ammettono rinvii. Saremo costretti, ancora una volta, a ricorrere all’assistenza privata e ciò è inaccettabile. Noi monitoreremo l'iter e vigileremo sulla questione».

Ad erogare un servizio maggiormente inadeguato è la Regione che, attraverso la convenzione con “Anmi Siss Srl” tramite il rinnovo dell’accreditamento della struttura, ha offerto tre mezze ore a settimana di assistenza. Un monte ore assolutamente insufficiente e mal distribuito che, per come è stato pensato, risulta incapace di fornire sollievo ai richiedenti e che rappresenta un vero e proprio dispendio di risorse pubbliche.

«Ciò che voglio far comprendere – va avanti Madeo - è che questi servizi di assistenza non sono efficienti e bastevoli perché non rispondono alle esigenze dei malati e dei caregiver che ne fanno richiesta. Sono servizi che possono essere migliorati e che devono tener conto dei bisogni reali delle famiglie che lavorano h24 su tali esigenze. Io, come molti altri, sono stata costretta a rinunciare al servizio offerto da questa struttura accreditata poiché assolutamente inadeguato. Noi, di fatto, con le nostre azioni quotidiane, ci sostituiamo al welfare poiché dove non arrivano le istituzioni arriviamo noi, assumendoci il peso e l’onere fisico, economico e psicologico di tutto il complesso di cure ed assistenza».

L’auspicio è che le istituzioni intervengano strutturando i servizi secondo le esigenze e le richieste di malati, persone con disabilità e anziani e di chi li assiste, riconoscendo, de facto e non solo de iure, il ruolo del caregiver familiari.

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.