2 ore fa:Criminalità giovanile, stretta della Polizia contro i "maranza" calabresi
5 ore fa:Fare con le mani per promuovere inclusione e autonomia con I figli della luna
39 minuti fa:Tutto pronto all'Unical per la Notte europea dei ricercatori e delle ricercatrici
1 ora fa:Trebisacce, svolta per la viabilità: al MIT si discute lo svincolo nord sulla SS106
1 ora fa:Il PD di Co-Ro promuove un incontro pubblico con Paola De Micheli e il candidato presidente Tridico
2 ore fa:Nel nord-est serve una vertenza sociale
4 ore fa:Fede, Silenzio e Devozione: La Settena e la Festa della Beata Vergine Maria Addolorata 2025
8 minuti fa:Cgil Calabria piange la scomparsa di Franco Critelli
4 ore fa:Fisica e intelligenza artificiale: prestigiosi riconoscimenti per due giovani ricercatori Unical
5 ore fa:Mazza: «Potenziare il centro prelievi di Caloveto per difendere le aree interne»

Maysoon Majidi: presto l'udienza con giudizio immediato. Ferdinando Laghi torna a farle visita

1 minuti di lettura

CASTROVILLARI - «È sempre più provata Maysoon Majidi, l'attivista curdo iraniana detenuta nel carcere di Castrovillari con l'accusa di essere una scafista». Per questa ragione il Consigliere regionale Ferdinando Laghi è tornato a farle visita. 

Sia per valutare le condizioni di salute, dopo averla trovata assai provata la scorsa volta, in occasione dello sciopero della fame - nonostante l'ottimo trattamento riservatole in carcere, - e da rappresentante delle istituzioni, sia alla luce della prossima udienza con giudizio immediato che si terrà il 24 luglio prossimo e sancirà per la Majidi l'inizio del processo vero e proprio.

«Maysoon ha difficoltà ad alimentarsi, basti pensare che ora pesa solo 39 kg - ha dichiarato Ferdinando Laghi al termine della visita - ma ciò che maggiormente mi preoccupa è lo stato di ansia e depressione in cui si trova. La giovane, in effetti, non si rende conto del perché sia sottoposta al regime carcerario, considerato che era in fuga da un regime repressivo che minacciava proprio la sua libertà e la sua stessa vita».

«Questa ragazza, di etnia curda, attivista per i diritti umani in Iran, giornalista e regista, continua a chiedersi perché si trovi ora accusata di un crimine terribile e infamante - continua - un'accusa, quella di essere una "scafista", che mal si coniuga con i principi che hanno sempre ispirato la sua vita e che l'hanno costretta alla fuga; fuga resa possibile dalle elevate somme di denaro pagate dalla sua famiglia, per consentire a lei e al fratello, oggi in Germania, una vita più sicura e migliore».

«Certo una vicenda piena di lati oscuri, che richiedono di essere, e certamente lo saranno, adeguatamente approfonditi e valutati per giungere ad una giustizia giusta, celere e umana» conclude Laghi. 

Luigia Marra
Autore: Luigia Marra

Mi sono diplomata al Liceo Classico San Nilo di Rossano, conseguo la laurea in Lettere e Beni Culturali e successivamente la magistrale in Filologia Moderna presso Università della Calabria. Amo ascoltare ed osservare attentamente la realtà di tutti i giorni. Molto caotica e confusionaria, ma ricca di storie, avvenimenti e notizie che meritano di essere raccontate.