È decollato il primo Crotone-Roma ma un seggiolino su tre era vuoto
All’appello di questo volo, finanziato dalla Regione, manca l’intera Sibaritide, ancora impossibilitata a raggiungere lo scalo Pitagorico in tempi europei. Serve l’integrazione dei servizi ferroviari altrimenti sarà l’ennesimo flop
CORIGLIANO-ROSSANO – È partito stamani, puntualissimo, alle 7.30 il primo volo Crotone-Roma che per i prossimi 3 anni, ogni giorno, farà la spola (andata al mattino e ritorno in serata) tra l’aeroporto di Fiumicino e lo scalo del Sant’Anna. La prima uscita di questo volo diretto, che potrebbe essere la panacea per le esigenze della Calabria che si muove sull’asse della capitale, è stato un flop: solo 28 passeggeri (su una portata totale di 76). E questo per due motivi sostanziali: la mancanza di una fetta importante di utenza come quella della Sibaritide che potrebbe sfruttare questo comodo vettore se solo riuscisse a raggiungere Crotone in tempi europei e l’assenza totale di una campagna marketing per promuovere nei territori interessati l’attivazione del servizio.
La Calabria, purtroppo, continua a vivere gli effetti di una strada dicotomia tra esigenze reali e azioni politiche. Ottimo, infatti, è stato l’impegno della Regione Calabria nel restituire vita ad un aeroporto morente, investendo solo su questa tratta aerea ben 13 milioni di euro; pessimo, invece, il riscontro reale sul territorio. Pensare che un aeroporto come quello di Crotone possa vivere soltanto con le esigenze della popolazione della città di Crotone e del suo hinterland è follia. Quello scalo può avere una vita solo se si riesce a portare lì l’utenza della Sibaritide e – perché no – anche quella dello jonio catanzarese e reggino.
Come? Riabilitando seriamente i treni, anche con la condizione attuale della linea ferroviaria. Appena 10 giorni fa, dalle pagine dell’Eco dello Jonio, lanciavamo un appello alle istituzioni regionali affinché, proprio in coincidenza con questo aereo e nel solco reale della cosiddetta continuità territoriale si attivasse un servizio di trainshuttle sull’aeroporto di Sant’Anna. Una soluzione votata a riqualificare l’esistente, senza grandi investimenti ma condita solo di buona volontà.
Quanto costerebbe alla Regione Calabria e alla stessa Sacal riaprire la piccola stazione di Isola Capo Rizzuto che si trova a ridosso della Statale 106 e che dista appena 5 km dall’aeroporto da percorrere a bordo di un bus navetta? Qual è il motivo ostativo per il quale non si potrebbe rimodulare una corsa della linea ferroviaria jonica, tra Sibari e Isola Capo Rizzuto, mettendola in coincidenza con il Crotone-Roma nell’arco di appena un’ora e mezza? Perché investire 13 milioni di euro senza preoccuparsi del fatto che quel servizio di “continuità territoriale” potrebbe supportarsi da solo se solo si mettessero i calabresi del nord-est nelle condizioni di poter prendere quell’aereo?
Domande che riproponiamo, in attesa di una risposta e in attesa, soprattutto, che i rappresentanti istituzionali del territorio se ne facciano carico.
Servirebbe davvero poco per ribaltare un paradigma che vede la Calabria sempre tra i primi posti: quello dell’inefficienza.
E poi, ancora, quella totale assenza di comunicazione. Nella Sibaritide il concetto di trasporto aereo è contemplato – e questa è davvero un’assurdità – solo se si parla degli aeroporti di Lamezia Terme (che dista in media 150km), di Bari e addirittura di Napoli. Nessuno pensa più a quello scalo crotonese che si trova ad appena 80km… Perché nessuno ha pensato ad una massiccia campagna di comunicazione visiva e promozionale del nuovo vettore Crotone-Roma nella Sibaritide? A queste latitudini nessuno sa nulla. Nessuno ha pensato che per arrivare nella Capitale, da oggi, ci potrebbe essere la soluzione del Sant’Anna. A questa “carenza” di marketing, però, crediamo di avere una risposta: le istituzioni regionali e territoriali sanno di essere in difetto con l’utenza, hanno la consapevole di aver creato quello che in gergo si chiama “l’ultimo miglio” per Roma ma di non aver pensato a come colmare le distanze siderali reali che ci sono in Calabria.
C’è ancora tempo. C’è ancora la possibilità di non far fallire, anzitempo, questo progetto.
foto in copertina da ilcrotonese.it