Periferie centri storici emblema di degrado: il caso limite (e insopportabile) del quartiere San Michele
Ora, però, si vede la luce in fondo al tunnel. Si parte con la messa in sicurezza di uno dei palazzi fatiscenti nell'area. Cittadini sempre più stufi del degrado e in attesa di risposte da parte dell'Amministrazione
CORIGLIANO-ROSSANO – Ai blocchi di partenza i lavori per la messa in sicurezza di uno dei palazzi (troppi!) fatiscenti nel quartiere di San Michele presso l’area urbana di Rossano. Da tempo i cittadini, rappresentati anche da un comitato creato ad hoc da Simone Laurenzano, lamentano le condizioni di incuria e pericolosità del rione situato tra San Domenico e la Cattedrale.
Sull’intera area insistono edifici, molti dei quali gentilizi, con tetti crollati e muri pericolanti, condizioni critiche non solo per la sicurezza della comunità ma anche perché rifugio ormai di piccole colonie di animali tra cui insetti e rettili. Per non parlare dei rifiuti più o meno ingombranti abbandonati in queste costruzioni inagibili e disabitate. Una situazione insostenibile per chi ci abita ma anche per amici e parenti che vogliono andare a trovare i propri cari.
Ma finalmente qualcosa si muove. «A breve verrà pubblicata la determina con la quale il Comune ha deciso di commissionare ad una ditta – fa sapere il responsabile della Protezione civile comunale, Salvatore Lepera – i lavori di messa in sicurezza di uno di questi palazzi». Si parla di un affidamento diretto perché si tratta di lavori sotto soglia.
A dire il vero gli edifici che andrebbero ristrutturati nel quartiere San Michele sono ben più di uno ma, come spiegato dallo stesso architetto, la messa in sicurezza dovrebbe essere a carico dei proprietari. Tuttavia il centro storico da anni vive l’inesorabile emorragia dello spopolamento, alcuni “si dimenticano” persino di avere delle proprietà nella parte alta della città mentre in altri casi – seppur risalendo ai proprietari grazie alle visure catastali – bisogna scalare di generazione in generazione ed andare a cercare i nipoti perché i titolari dei beni sono ormai deceduti. Insomma, lo spettro del quartiere fantasma, a meno che l’Amministrazione davvero non decida di metterci mano, è dietro l’angolo.
Qualora infatti i proprietari dei palazzi, come già richiesto espressamente da un’ordinanza emanata dal sindaco lo scorso anno, non dovessero provvedere a mettere in sicurezza le loro case pericolanti, è il Comune che può e che deve farsi carico dei lavori rivalendosi poi successivamente sui titolari degli immobili per le spese sostenute.
La questione di base resta sempre la stessa: chi paga? Può un Comune affrontare una spesa così ingente per ristrutturare un intero quartiere? Che poi, si intende, la spesa dovrebbero sostenerla i cittadini contribuenti.
Ma allora come fare? Cosa fare per garantire a chi vive nel quartiere San Michele – anzi, nel caso di Corigliano-Rossano sono molte le zone cittadine che versano in questo stato di degrado, sia nel centro storico rossanese che in quello coriglianese – una condizione di vivibilità e sicurezza?
Un piccolo lumicino si accenderà quando effettivamente – come dichiarato da Lepera – inizieranno i lavori di messa in sicurezza di questo primo edificio. La speranza è che sia il primo atto concreto di un progetto di bonifica e di riqualificazione di un quartiere per altro a pochi metri di distanza dalle Grotte di Penta, sito su cui si sta investendo per il recupero e la valorizzazione.