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A Corigliano-Rossano c'è una Telecardiologia all'avanguardia che il mondo ci copia

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CORIGLIANO-ROSSANO – Al via il secondo congresso nazionale “Cardio CoRo”. La nostra cardiologia si mette in vetrina e mostra tutti i risultati di un lavoro di squadra che ha saputo implementare al meglio la pratica della telecardiologia e ha fatto della tecnologia e dell’innovazione il proprio vessillo attraverso terapie farmacologiche innovative e l’utilizzo di device di ultima generazione.

Ma il convegno, al quale interverranno specialisti da tutto lo Stivale, è anche opportunità di scambio e confronto. Responsabile scientifico dell’evento la dottoressa Silvana De Bonis, dirigente del reparto di cardiologia dello spoke Giannettasio.

«Un’occasione per fare il punto della situazione sul nostro operato e confrontarci con i colleghi, provenienti da tutta Italia, su tecniche innovative e terapie all’avanguardia - ha rimarcato la dottoressa De Bonis -. Abbiamo una telecardiologia che tutto il Paese ci invidia e che è stata presa come modello persino in Giappone». Un vanto non da poco che il Paese più tecnologico per eccellenza si ispiri a Corigliano Rossano per i sistemi di trasmissione e refertazione a distanza di pazienti cardiologici.

D’altronde il team di cardiologia, per assistere e curare i suoi assistiti, ci sta mettendo davvero il cuore. «Voglio ringraziare il commissario Graziano e la direzione sanitaria - aggiunge la resp scientifica del congresso - per aver creduto e investito sul nostro reparto, sempre disponibili a fornirci le apparecchiature e gli strumenti necessari per andare avanti come i lettini operatori adatti ai pazienti che indossano particolari device».

Un lavoro di squadra che adesso intende illustrare i suoi risultati in una tre giorni simbolo di un inizio di un percorso cardiologico innovativo. Gli argomenti trattati saranno affrontati infatti alla luce delle novità che la ricerca scientifica presenta al mondo medico privilegiando gli aspetti clinico-pratici.

 

Valentina Beli
Autore: Valentina Beli

“Fare il giornalista è sempre meglio che lavorare” diceva con ironia Luigi Barzini. E in effetti aveva ragione. Per chi fa questo mestiere il giornalismo non è un lavoro: è un’esigenza, una passione. Giornalista professionista dal 2011, ho avuto l’opportunità di scrivere per diversi quotidiani e di misurarmi con uno strumento affascinante come la radio. Ora si è presentata l’occasione di raccontare le cronache e le storie di un territorio che da qualche anno mi ha accolta facendomi sentire come a casa. Ed io sono entusiasta di poterlo fare