Amministratori pubblici sempre più nel mirino della malavita
La piaga degli atti intimidatori nei confronti di pubblici amministratori va allargandosi sempre di più. Dai dati analizzati emerge una spirale davvero preoccupante che riguarda la Calabria
CORIGLIANO-ROSSANO - «Oggi la nostra città vive un momento triste e buio siamo davanti ad un atto di inaudita vigliaccheria che respingiamo con altrettanta forza. A Leo Sposato, un amico prima ancora che un membro della nostra amministrazione comunale, e a tutta la sua famiglia va il mio affetto, la mia profonda e incondizionata solidarietà alla quale si aggiunge anche quella di tutti gli assessori e credo di poter parlare anche a nome del consiglio comunale e dell’intera città».
Così domenica 6 novembre nell’immediatezza del fatto le parole del sindaco di Cassano, Gianni Papasso, nel commentare il fatto di cronaca che si era consumato nella notte nella frazione Sibari. Ignoti avevano incendiato l’auto dell’assessore all’ambiente e ai lavori pubblici, Leonardo Sposato, 40 anni, ingegnere.
Per riflettere e non solo su questo ennesimo atto criminoso che colpisce un pubblico amministratore, l’amministrazione Papasso ha convocato per lunedì 14 novembre alle ore 18 un consiglio comunale straordinario per «ribadire a chiare note la supremazia della legalità e la lotta incessante alla criminalità organizzata che continua a provocare nocumento sia all’immagine della città sia alle istanze di sviluppo economico e sociale».
Purtroppo la piaga degli atti intimidatori nei confronti di pubblici amministratori va allargandosi sempre di più. L’assessore Sposato è solo l’ultima vittima, in ordine di tempo, di una spirale davvero preoccupante che riguarda la Calabria. Secondo i dati diffusi dal Ministero degli Interni, si registra una minaccia ogni 20 ore. Numeri leggermente in calo rispetto al 2021, ma fare l’amministratore pubblico in Italia continua a essere pericoloso in tutte le regioni. Da Nord a Sud si registra sempre un numero elevato di atti intimidatori ai danni di sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali, amministratori regionali, dipendenti della Pubblica amministrazione.
La Calabria, con 45 casi, si pone al terzo posto di questa triste classifica che vede “primeggiare” per il quinto anno consecutivo la Campania. Tra le province calabresi al primo posto troviamo Reggio Calabria (20 casi) seguita da Cosenza (19), poi nell’ordine Vibo Valentia (4), Crotone (1) e Catanzaro (1).
Tra i soggetti maggiormente presi di mira da minacce e intimidazioni dirette si confermano gli amministratori locali (57% dei casi). Tra questi sono i sindaci (70%) i più bersagliati. Il 90% delle intimidazioni censite nel 2022 sono state di tipo diretto (percentuale più alta di sempre, +4% rispetto al 2021), vale a dire che amministratori locali e personale della Pubblica Amministrazione – dirigenti e impiegati comunali, presidenti di enti e aziende partecipate, personale di altre strutture locali – sono stati minacciati direttamente come persone.
Nel 10% dei casi le minacce sono state di tipo indiretto. Questo significa che sono stati colpiti municipi, uffici e strutture di proprietà comunale o sono state distrutte e danneggiate strutture e mezzi adibiti al ciclo dei rifiuti, a servizi sanitari, idrici, elettrici e del trasporto pubblico.
Tra le minacce di tipo indiretto, vanno annoverate anche le intimidazioni rivolte ai familiari: genitori, mogli, mariti, fratelli e sorelle. I casi di minacce dirette e indirette che hanno visto coinvolte le donne sono stati il 15% del totale. Social network e lettere, messaggi, telefonate minatorie rappresentano il 46% dei casi che hanno visto coinvolte amministratrici.
Nei primi sei mesi del 2022 i social network sono stati il mezzo più utilizzato per intimidire, minacciare e diffamare gli amministratori locali (21,7% dei casi totali), seguiti da lettere, volantini, messaggi (19,1%) e da incendi e aggressioni (12,8% per ciascuna tipologia). Un fenomeno, come dicevamo, in crescita.
Nel cosentino questo fenomeno va assumendo proporzioni preoccupanti, ed è chiaro che molti amministratori, anche se per fortuna non la maggioranza, si trovano di fronte al dilemma: continuare o lasciare? Si tratta di decisioni molto difficili da prendere, anche perché mollando si darebbe campo libero ai criminali, ma nello stesso tempo vale la pena mettere a rischio non solo la propria incolumità ma anche quella dei propri familiari?
Da parte del Ministero degli Interni già da tempo sono al vaglio una serie di provvedimenti che mirano ad una maggiore tutela degli amministratori, accanto a ciò vi sono già in atto provvedimenti di carattere economico diretti a quei comuni vittime della malavita.
Sicuramente è necessario accelerare i tempi per impedire che la malavita, attraverso questi atti vessatori, possa alla fine avere ragione nei confronti degli amministratori o dei pubblici dipendenti, ne va di mezzo la credibilità e la efficienza della cosa pubblica. Il cittadino deve continuare ad avere fiducia nella pubblica amministrazione, attraverso quei rappresentanti politici che ha eletto, altrimenti sarebbe proprio la fine.