Emergenza rifiuti, mancano ancora 3.5mln di euro: siamo vicini al caos
Voci interne alla società che gestisce l’impianto di Bucita: «Non sappiamo ancora per quanto tempo possiamo resistere». Manca liquidità per far funzionare il ciclo di trattamento dei rifiuti. Ridotti i conferimenti per le strade si vede

CORIGLIANO-ROSSANO – Se non si trovano quei 3,5 milioni di euro necessari a saldare il conto con la Ekrò, Bucita presto chiuderà i battenti e, allora, sarà il caos. È trascorsa più di una settimana da quando la società che gestisce l’impianto tecnologico di trattamento degli scarti di Corigliano-Rossano aveva inviato una lettera – dai toni più che perentori – all’Autorità regionale per i rifiuti, all’Ato Cosenza e alla Prefettura di Cosenza, intimando il pagamento dei corrispettivi arretrati, pena la chiusura dei conferimenti.
La Ekrò aveva dato persino un termine ultimo, il 28 settembre, entro il quale i comuni e la parte pubblica si sarebbero dovuti fare carico degli impegni economici. Se non di tutti almeno di una parte, anche sono per pagare l’esosa bolletta della luce!
Il 28 settembre è arrivato ed è pure passato. Bucita continua a lavorare ma di onorare fatture e debiti da parte della pubblica amministrazione nemmeno l’ombra. Una minaccia inutile, quella della Ekrò, obietterebbe qualcuno. Nemmeno più di tanto. Anche perché da un paio di giorni proprio nell’impianto di Corigliano-Rossano sono diminuiti i conferimenti. Non sappiamo se per l’arcinoto problema dell’assenza di siti di stoccaggio del residuo finale o se, invece, l’amministratore abbia scelto di adottare questa linea per contenere le spese di gestione. Sta di fatto che ieri a Bucita non sarebbero entrate più di 80 tonnellate di rifiuti su una portanza media di 130/140 tonnellate al giorno.
E i disagi iniziano a registrarsi per le strade dei comuni e di Corigliano-Rossano dove fra poche ore i cassonetti saranno nuovamente colmi senza la benché minima idea di quando, a questo punto, possano svuotarsi.
Già, perché senza denari Bucita prima o poi sarà costretta a chiudere. Una voce interna ad Ekrò ha riferito che «senza soldi sarà difficile poter continuare un servizio che fino ad ora si sta garantendo con le sole risorse societarie e non sappiamo fino a quando possiamo resistere». Del resto, tra l’aumento costante dei costi per le forniture e dei costi di gestione è difficile per tutte le aziende fare un planning delle attività, figurarsi per quelle che hanno un passivo derivante da crediti non riscossi.