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Simboli della storia oscura d'Italia: Moro e Impastato vittime della lotta al deep state

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CORIGLIANO-ROSSANO – Una giornata, quella del 9 maggio di 44 anni fa, che ha segnato una linea di confine tra il prima e il dopo di questa fatidica data, ricordata per il ritrovamento del corpo senza vita di Aldo Moro nella Renault 4 rossa, parcheggiata in via Caetani a Roma, al ritrovamento di ciò che rimaneva del corpo, imbottito di tritolo e fatto saltare, del giornalista Peppino Impastato.

Due eventi che ancora oggi, parlandone, lasciano un grande senso di amarezza e anche di sconfitta in tutti coloro che credono nel valore di un principio fondamentale della Stato di diritto, quello della libertà di espressione.

Un segnale forte lanciato da quello che oggi chiameremmo “deep state”, nei confronti di Moro, presidente della Democrazia Cristiana (Dc), il più grande partito italiano di allora, colpevole di aver aperto un varco ad Enrico Berlinguer, capo del secondo partito più grande d’Italia dopo la Dc, quello comunista, per dar vita al famoso Compromesso storico, con il quale per la prima volta, si permetteva ai comunisti di far parte del governo.

Troppo fastidioso e minaccioso per l’ordine costituito già da tempo, Moro viene sequestrato ed imprigionato per 55 giorni dalle brigate rosse, fino al suo ritrovamento il 9 maggio che coincide, guarda caso, con il ritrovamento dei resti di Peppino Impastato, che nella notte dell’8 maggio veniva rapito, ucciso e fatto esplodere con il tritolo, di cui era stato riempito, da Cosa Nostra.

Giornalista palermitano, vicino alle correnti di sinistra del tempo, era diventato troppo scomodo Peppino, perché, proprio come Moro aveva deciso di cambiare le cose, in questo caso, essere la voce di tutta quella Sicilia fatta di persone “per bene”, che volevano sottrarsi al giogo violento della mafia.

Sull’omicidio di Impastato, di cui fu inscenato un attacco terroristico suicida, fu fatta luce grazie al lavoro infaticabile della mamma Felicia e del fratello Giovanni.

Ritrovati lo stesso giorno, con un’eco diversa, la gravità dell’omicidio del giornalista emerse dopo qualche tempo, sono entrambi diventati un simbolo di quell’Italia tenuta sotto scacco da forze e poteri occulti e/o criminali. Sappiamo anche che di solito, tali forze si muovono con una forte connotazione simbolica, ci chiediamo se non sia anche questo il motivo di questa coincidenza di date.

Ancora oggi, troppi lati oscuri di questi omicidi stentano ad emergere ma certamente, il massimo sacrificio di questi due indimenticati personaggi, vibra ancora adesso nelle coscienze di tutti gli italiani, così come è accaduto 44 anni fa.

Francesca Sapia
Autore: Francesca Sapia

Ha due lauree: una in Scienze politiche e relazioni internazionali, l'altra in Intelligence e analisi del rischio. Una persona poliedrica e dall'animo artistico. Ha curato le rassegne di arti e cultura per diversi Comuni e ancora oggi è promotrice di tanti eventi di arti visive