Co-Ro, prima “Giornata Mondiale dei nonni e degli anziani”. Quest'anno si celebrerà il 25 luglio
Aquilino (MpV): «C’è la necessità di ri-stabilire legami fra generazioni che come si evince nella teologia di Papa Francesco, hanno bisogno di parlarsi e connettersi fra loro»
CORIGLIANO-ROSSANO - L'umanità vive oggi un periodo nuovo della sua storia, caratterizzato da profondi e rapidi mutamenti, che progressivamente si estendono all’intero globo. Tali mutamenti determinati dall'intelligenza e dall'attività creativa dell'uomo, si ripercuotono su quest’ultimo, sui suoi giudizi e sui desideri sia individuali che collettivi, sul suo modo di pensare e d'agire, sia nei confronti delle cose che degli altri uomini, tanto che si può etichettare come una vera trasformazione sociale e culturale. L’ordine del mondo, un tempo cadenzato dai comandamenti di Dio, è ora regolato dalle ferree leggi del progresso e del mercato.
È quanto dichiara Sergio Aquilino Responsabile commissione biogiuridica, Movimento per la Vita di Corigliano-Rossano.
Essere vecchi non significa solo trovarsi più vicini alla morte - un dato reale davanti al quale il mondo moderno sa opporre solo un sentimento di terrore -, quanto piuttosto sentirsi più indifesi, meno desiderabili, inutili ai fini della produttività: portatori di una sorta di “vergogna sociale”, quella di incarnare quanto di più letale esista per l’immagine vigente di eterna bellezza e di sconfinata felicità che l’odierna società propone. Non dimentichiamo, che “la vecchiaia è espressione di una biologia in un ambiente”.
Da qui, la decisione di istituire la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, che si terrà a partire dal prossimo 25 luglio in tutta la Chiesa ogni anno la quarta domenica di luglio, in prossimità della ricorrenza dei Santi Gioacchino e Anna, “nonni” di Gesù. Papa Francesco, ritiene impellente suscitare, attraverso azioni e progetti, un cambio di mentalità, spronare anche le istituzioni perché la prospettiva sia quella di dare centralità agli anziani attingendo al loro bagaglio di vita, alla poliedricità delle loro esperienze.
C’è la necessità di ri-stabilire legami fra generazioni che come si evince nella teologia di Papa Francesco, hanno bisogno di parlarsi e «il dialogo intergenerazionale costruisce senso se connette affetto e società, intimità e socialità, rapporti caldi e impersonalità, memoria e rispetto, ossia pensare e progettare la società futura sull’accoglienza e sul dialogo.
Ad essere coinvolti in questo percorso, infatti, non sono solo le generazioni eredi, ma anche gli anziani: la riconoscenza per il dono della vita è l’esito generativo dell’ultima fase dell’esistenza. La riconoscenza dei più giovani deve, quindi, esprimersi non solo nella cura degli anziani quanto «inscriversi in un ordine di senso che trascende la concretezza delle prestazioni di aiuto ed i confini spazio-temporali ristretti del rapporto tra genitori anziani e figli adulti, per dispiegarsi in una prospettiva multigenerazionale». Questo approccio alla vecchiaia consente di ricucire non solo i legami, quanto la trama culturale e morale del sociale, che sfida la cultura dello scarto con quella “gioia traboccante” auspicata da Papa Francesco di un nuovo abbraccio tra i giovani e gli anziani.
(fonte foto roma sette)