Si è spento Pietro Tarsia, storico ingegnere capo del Genio Civile di Cosenza
È stato tra quei professionisti che armati di regolo e calcolatrice a manovella hanno ricostruito la Calabria del dopoguerra e del boom economico
COSENZA - È morto l’ingegnere Pietro Tarsia storico ingegnere capo del Genio Civile di Cosenza, insignito dell’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Nativo di Oriolo, avrebbe compiuto 94 anni nel prossimo luglio. Una vera e propria personalità nel mondo dell’ingegneria calabrese. Una lunghissima carriera professionale che lo ha visto a lavoro nel rendere più moderna e funzionale la sua terra di Calabria. Partendo proprio dal territorio della provincia di Cosenza.
Pietro Tarsia, infatti ha fatto parte di quella categoria di eccellenti e seri professionisti, impegnati, nell'immediato dopoguerra, a ricostruire un Paese devastato. Armati di regolo e calcolatrice a manovella, hanno progettato l'autostrada del Sole, disegnato le reti idriche che, ancora oggi, portano l'acqua nei nostri rubinetti, costruito strade, viadotti nella punta più estrema e arretrata dello stivale.
Ha realizzato, ancora, tra le tante, le opere di regimazione del fiume Crati e la strada di collegamento dell’abitato di Scigliano all’Autostrada del Sole. Ed è stato, poi, collaudatore di opere strategiche per la Calabria: dagli edifici dell’Università degli Studi della Calabria ai viadotti di accesso alla Stazione Ferroviaria “Vagliolise” di Cosenza; dal porto di Cetraro a quello di Corigliano; dalla nuova basilica santuario di San Francesco di Paola alla centrale Enel di Rossano. Insomma, un professionista a tutto tondo che ha lavorato instancabilmente per la civilizzazione della Calabria.
Tra i tantissimi suoi lavori, però, se ne si ricorda uno in particolare: la ricostruzione del Teatro “Rendano” di Cosenza, che nel 1990 gli è valso il titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana conferitogli dal presidente della Repubblica, Francesco Cossiga.
Nel 2016, insieme ad altri ventuno ingegneri con oltre cinquant'anni di professione, è stato celebrato dall'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Cosenza e dalla Fondazione Mediterranea per l'Ingegneria. Uomo e professionista apprezzatissimo, che ha contribuito a fare la storia dell'ingegneria bruzia. Una persona che ha fondato la propria vita e la propria attività professionale su quel binomio inscindibile tra "scienza e coscienza", intesa anche come condizione per competere in un mercato difficilissimo e per lavorare tenendo presente il bene della collettività quale fine ultimo di chi è chiamato a progettare cose che gli sopravvivranno.