Finisce l'avventura del paziente tubercolotico: trasferito allo Spallanzani di Roma
Si è trovato il posto letto per il ragazzo straniero di 24 anni affetto da TBC aperta (forma grave), tenuto in isolamento per 8 giorni nel Pronto soccorso "Giannettasio". Ma trovato il posto non si trovavano i soldi per far partire l'ambulanza
CORIGLIANO-ROSSANO - È finita dopo otto giorni la disavventura del ragazzo di colore, 24enne, affetto da tubercolosi ricoverato in isolamento in un'ala del Pronto soccorso del "Giannettasio" di Corigliano-Rossano. L'esame infettivologico ha diagnosticato un importante compromissione delle vie aeree e pertanto si era già reso necessario il ricovero in un centro specializzato. In Calabria, però, di posti non ce n'erano e nemmeno se ne sono riusciti a trovare, dal momento che tutti i posti per malattie infettive in questo periodo sono occupati da pazienti covid.
Nessun posto in Calabria e in nessun ospedale del centro sud. Tant'è che le ricerche dei medici per una idonea sistemazione di questo povero ragazzo, solo e sofferente, si sono spinte oltre il fiume Volturno e sono arrivate nella Capitale.
Proprio stamattina, infatti, il centro direzione dell'ospedale "Spallanzani" di Roma ha comunicato al dirigente del Pronto soccorso dell'ospedale spoke di Corigliano-Rossano, Natale Straface, la disponibilità di un posto letto.
Partono, così, i preparativi per il trasferimento: cartelle cliniche, referti, esami clinici e... l'allerta per la disponibilità di un'ambulanza così il trasferimento da Rossano a Roma potesse compiersi e garantire assistenza al giovane turbercolotico.
Pronti, via. Ma con il paziente quasi a bordo, la doccia fredda. Non si può partire perché è sabato, la tesoreria aziendale è chiusa e l'ambulanza è senza benzina per affrontare il viaggio. Cala il gelo. Cosa si fa? Le strade sono due: o si lascia il ragazzo infetto e bisognoso di cure specialistiche ancora in pronto soccorso (e non si sa per quanto tempo) con il rischio che il posto libero allo "Spallanzani" possa presto non essere più disponibile; oppure si fa di necessità virtù.
Il buonsenso ha prevalso. Tant'è che il primario di Pronto soccorso si è "calato in tasca" e ha anticipato i soldi per il viaggio. Soldi, questi, che gli saranno rimborsati dall'Azienda sanitaria. Ma il "teatrino" è durato quasi un pomeriggio intero e probabilmente si sarebbe perso meno tempo per assicurare cure efficaci al paziente Tbc.