Nonostante lo scandalo, in ospedale continuano ad arrivare mascherine non sanitarie
Medici, infermieri ed operatori sanitari costretti a "difendersi" dal virus con normali presidi civili. l'ultimo carico è arrivato allo spoke di Corigliano-Rossano due giorni fa. Nelle settimane scorse l'inchiesta della Guardia di Finanza
CORIGLIANO-ROSSANO - Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Agli ospedali spoke di Corigliano-Rossano sono arrivati i nuovi carichi di mascherine FFP3. Il problema, però, è che non sono presidi idonei al lavoro sanitario. Insomma, non servono a proteggere medici, infermieri ed operatori sanitari che lavorano quotidianamente a contatto con i malati Covid-19.
Di assurdo c'è che appena due settimane fa, a seguito dell'indagine avviata dalla Guardia di Finanza di Gorizia, riguardante il sequestro di dispositivi di protezione individuale non conformi alle normative vigenti, era venuto fuori che molte di quelle mascherine erano finite pure nei nostri ospedali. Da qui si doveva provvedere al ritiro (avvenuto) dei dpi ancora in magazzino e alla consegna dei nuovi.
Logica e buonsenso avrebbero voluto che i nuovi presidi fossero quantomeno efficaci in ambiente sanitario. Ma dalla consegna dei nuovi colli è emerso subito che il problema, alla fine, non era stato risolto. È cambiata solo la marca ma la qualità del dispositvo è rimasta non conforme. NO MEDICAL DEVICE: la scritta campeggia a caratteri cubitali sulla mascherina.
Se ne sono accorti tutti, tranne chi invece doveva controllare e fare in modo che questo ennesimo intoppo non accadesse. Tra un caffè e l'altro... magari.