Ecco la "Lupa di Mare" un fenomeno atmosferico caratteristico del versante ionico
Una fitta nebbia che si addensa al calare della sera e risale dal mare, si infittisce di notte e avanza verso l'entroterra; al mattino, poi, al sorgere del sole si ritira di nuovo sulle acque
CORIGLIANO-ROSSANO - C'è una parola antica nel gergo dialettale dei paesi ionici che è "na' lup'e mar". Facilissima da tradurre per chi ha dimistichezza con gli idiomi meridionali. È una parola che si usa solitamente per descrivere una tragedia e quindi qualcosa che fa paura per quanto è grande e misteriosa.
Ma cos'è "na' lup'e mar", cos'è la "Lupa del Mare"? In realtà non è altro che un fenomeno atmosferico che si ripete in forma ciclica in questi periodi di cambi climatici repentini. È un particolare fenomeno atmosferico, tipico dei mari profondi e quindi più lenti a riscaldarsi, molto frequente sulle sponde dello Jonio calabrese. Una fitta nebbia che si addensa al calare della sera e risale dal mare, si infittisce di notte e avanza verso l'entroterra; al mattino, poi, al sorgere del sole si ritira di nuovo sulle acque
Il fenomeno lo spiega molto bene il meteorologo Fabio Zimbo sul portale meteoincalabria.com.
«Queste nebbie - dice Zumbo - completamente differenti da quelle che si formano nelle ore notturne nelle valli interne (denominate “nebbie da irraggiamento”) sono cosiddette “nebbie di avvezione“, ovvero nebbie che si formano per l’afflusso, il trasporto (appunto: l’avvezione), di masse di aria calda che scorrono su mari ancora relativamente freddi: queste masse d’aria, normalmente ricche di umidità, al contatto con le superfici marine si raffreddano a loro volta condensandosi. È quello che è accaduto in questi giorni grazie all’afflusso di aria calda da sud con valori di temperatura di +15°C alla superficie isobarica di 850 hPa (circa 1500 m s.l.m. – si veda la successiva figura tratta dal modello Moloch su base G.F.S. del Consorzio Lamma), quindi un valore molto elevato se si pensa che la stessa superficie marina dello Ionio presenta grosso modo analoga temperatura, o addirittura localmente inferiore...»
«Tutto ciò - spiega ancora Zumbo - unito alla modesta intensità dei venti sul mar Ionio, ha favorito la formazione di questo fenomeno sullo stesso mare: le deboli circolazioni locali e le relative brezze, poi, hanno fatto il resto, “spingendo” con la loro azione tali banchi di foschia densa e/o nebbia, verso le coste e, nei casi più importanti, anche verso l’entroterra». Come sta succedendo in questi giorni proprio a Corigliano-Rossano.
(La foto in copertina della giornalista Anna Russo)