Pioggia di ricorsi contro l'ordinanza di chiusura delle scuole in Calabria
Il Tribunale amministrativo potrebbe determinarsi già in giornata rispetto alla decisione di Spirlì di sospendere le attività didattiche in presenza. Intanto su Corigliano-Rossano cresce preoccupazione contagi
CORIGLIANO-ROSSANO - Una pioggia di ricorsi contro l'ordinanza regionale di chiusura delle scuole calabresi da oggi e per i prossimi 15 giorni al fine di consentire la vaccinazione del personale docente. Non sussisterebbero i criteri per sospendere l'attività didattica in presenza, queste le motivazioni addotte dai ricorrenti e sulle quali sarà chiamato ad esprimersi il Tribunale amministrativo della Calabria che già in serata potrebbe assumere una decisione.
Ricordiamo, nei giorni scorsi, anche dai microfoni dell'Eco dello Jonio, il presidente facente funzioni della Regione, Nino Spirlì, aveva annunciato il ritorno alla Dad per gli studenti di ogni ordine e grado della Calabria (fatta esclusione per gli asili e i nidi) nel coro di polemiche di famiglie e genitori. «Il mio impegno affinché nessun bambino calabrese arrivi in terapia intensiva». Questo lo slogan di Nino Spirlì che in questa sua personale crociata contro il Covid aveva trovato anche l'avallo del comitato degli esperti e dello stesso commissario straordinario della sanità in Calabria, Guido Longo.
Ma se la Calabria si "ribella" e attende un responso da parte del Tar ci sono dovute eccezioni e considerazioni da fare. Una su tutte: Corigliano-Rossano. La terza città della Calabria continua ad avere il tasso di positività tra i più alti della regione (lo dicono i dati dell'Azienda sanitaria). Qui servirebbe un'azione mirata. Non solo sulle scuole ma su tutta la mobilità sociale quotidiana. Un po' come è stato fatto in altre realtà comunali dove in 15 giorni con chiusure mirate è stata abbattuta la curva dei contagi. È una decisione che merita tanto coraggio ma opportuna nel caso in cui la catena dei nuovi positivi non dovesse fermarsi