A Cassano le ragioni del SI
Si è tenuto nel salone di rappresentanza Gino Bloise del Palazzo di città un incontro in vista del Referendum del prossimo 4 di dicembre per promuovere le ragioni del SI. Presente il Sindaco di Cassano All’Ionio, Giovanni Papasso, il segretario regionale del Psi, Luigi Incarnato, il segretario regionale del PD, Ernesto Magorno, l’on. Nicodemo Oliverio, il Senatore Peppino Aloise, il Governatore della Regione Calabria Mario Oliverio e il Senatore e già Presidente del Senato Franco Marini. A moderare l’incontro Leonardo Guerrieri. Un uditorio attento e qualificato ha ascoltato quanto hanno avuto da dire gli amministratori che sono giunti nella città delle Terme che hanno chiarito i dubbi in vista del prossimo appuntamento elettorale. In apertura dei loro interventi tutti gli autorevoli intervenuti hanno espresso attestati di stima al Sindaco di Cassano Ionio Papasso per come sta svolgendo il mandato amministrativo “la passione di un uomo che in qualunque salotto si trova porta sempre il nome di Cassano e dal suo dire si vede di quanto ami questo paese e la sua gente. Papasso” hanno detto ancora gli amministratori “è un sindaco al servizio della gente e tra la gente, che ha sempre avuto la passione per la politica concretizzandola nell’ideale del servizio alla collettività cercando di risolvere i problemi che attanagliano il territorio”. Gli intervenuti nelle loro relazioni hanno centrato il cuore della scelta che stanno promuovendo dicendo: “che non bisogna boicottare il referendum per mandare a casa un Premier che può o non può starci simpatico. Questo vuole Beppe Grillo. Se fallisce il Si sarà la vittoria del Movimento 5 Stelle ma una sconfitta per l’Italia.” La Costituzione è sacra hanno detto all’unisono gli interlocutori ma oggi non è più attuale. Il bicameralismo porta, oltre a un dispendio di somme, anche a una dilatazione dei tempi legislativi. Con il SI finalmente l’Italia cesserà di essere l’unico paese europeo in cui il Parlamento è composto da due camere eguali, con gli stessi poteri e la stessa composizione. Il superamento del “bicameralismo paritario” servirà per ridurre il costo degli apparati politici e per rendere l’attività del Parlamento più rapida ed efficace. Troppo spesso” hanno argomentato “i cittadini hanno atteso per anni riforme e risposte concrete, che sembravano non arrivare mai. Se vincerà il Sì, finalmente le proposte di legge non dovranno più sballottare tra Camera e Senato per essere approvate ed entrare in vigore. Tranne che per alcune limitate materie, di norma la Camera approverà le leggi e il Senato avrà al massimo 40 giorni per discutere e proporre modifiche, su cui poi la Camera esprimerà la decisione finale.
A CASSANO PER DISCUTERE LE RAGIONI DEL SI AL REFERENDUM
Con la riforma” quindi “la democrazia diverrà partecipativa: il Parlamento avrà l’obbligo di discutere e deliberare sui disegni di legge di iniziativa popolare; saranno introdotti i referendum propositivi e d’indirizzo; si abbassa il quorum per la validità dei referendum abrogativi. La riforma del Titolo V della Costituzione ridefinisce i rapporti fra lo Stato e Regioni con conseguente incremento delle materie di competenza statale perché è giusto così visto che le regioni non hanno tutte le stesse possibilità. La riforma tipizza materie proprie di competenza regionale limitate alla fissazione di “disposizioni generali e comuni”. Per la prima volta, non si assiste ad un aumento dei poteri del sistema regionale e locale, bensì ad una loro razionalizzazione e riconduzione a dinamiche di governo complessive del paese. I poteri normativi del governo vengono riequilibrati, con una serie di limiti alla decretazione d’urgenza introdotti direttamente nell’articolo 77 della Costituzione, per evitare l’impiego elevato che si è registrato nel corso degli ultimi anni e la garanzia, al contempo, di avere una risposta parlamentare in tempi certi alle principali iniziative governative tramite il riconoscimento di una corsia preferenziale e la fissazione di un periodo massimo di settanta giorni entro cui il procedimento deve concludersi. Vengono rilanciati gli istituti di democrazia diretta, con l’iniziativa popolare delle leggi e il referendum abrogativo con l’introduzione di quello propositivo e d’indirizzo per la prima volta in Costituzione; il ricorso diretto alla Corte sulla legge elettorale, strumento che potrà essere utilizzato anche sulla nuova legge elettorale appena approvata; un quorum più alto per eleggere il Presidente della Repubblica. Viene operata una semplificazione istituzionale, attraverso l’abolizione del Cnel e la soppressione di qualsiasi riferimento alle province quali enti costitutivi della Repubblica. Per tutte queste ragioni di metodo e di merito siamo convinti” hanno concluso “che le ragioni per votare SI ci siano tutte e faranno comprendere ai cittadini italiani la bontà della riforma approvata con coraggio dal Parlamento e della sua utilità per il miglior governo del Paese.”