di SAMANTHA TARANTINO Trentadue milioni per il triennio 2015-2017 destinati solo al settore olivicolo. Sono questi i soldi stanziati dal Governo Renzi per dimenticare l’
annus horribilis dell’olivicultura italiana. La
senatrice del Nuovo centrodestra, Dorina Bianchi, commenta le linee guida del Decreto Legge appena convertito in legge a Palazzo Madama. «È un primo passo decisivo per la riorganizzazione e la tutela di un settore che necessita di nuove tecnologie e di un'altra consapevolezza imprenditoriale. Non si tratta solo del sostegno del Governo alle colture colpite da calamità naturali o infezioni nocive, sarebbe troppo riduttivo inquadrarlo in questo contesto.
L’obiettivo da raggiungere sono le 650mila tonnellate da produrre in Italia nei prossimi 5 anni». Il comparto olivicolo può contare solamente su circa un milione di aziende, di cui gran parte in zone collinari e deve fare i conti con coltivazioni di proprietà che gestiscono 100 o 250 piante di olivo come patrimonio aziendale, con l'età stessa delle piantagioni che, ad esempio, in alcune zone di Italia supera i 300-500 anni, con un innumerevoli cultivar delle quali non si conoscono né il comportamento agronomico né le caratteristiche dell'olio. La
Sibaritide, le colline dei paesi arbereshe e il Crotonese sono i luoghi in cui si concentra una molteplicità di piante anziane. Qui dobbiamo
intervenire con tempestività - afferma Dorina Bianchi -. Oltre al vino, è proprio l
’olio l’elemento in grado di connotare in maniera rilevante il sistema delle eccellenze enogastronomiche calabresi. Molti produttori di olio devono cambiare e mettersi al passo coi tempi. La concorrenza dei produttori spagnoli, marocchini e tunisini mina alle fondamenta del nostro sistema di export. Fino a poco tempo fa tra i nostri competitor c’era anche la Siria. La guerra in corso ha allentato il potenziale dell’agricoltura di Damasco. Per non parlare della California e dell’Argentina. Entrambe hanno come obiettivo l’aggressione del ricchissimo mercato nordamericano, luogo dove le esportazioni di olii italiani sono state sempre in pole position. Ma fino a che punto continueranno ad esserlo?».L’altro problema affrontato dal D. L. passato in Senato è l’insorgere di
malattie della pianta, soprattutto, in Puglia. «I nostri vicini hanno subito questa perdita. Tuttavia
neanche in Calabria c’è da stare tranquilli». E infatti, nel testo della legge compaiono precise disposizioni a tutela dei produttori colpiti da questa piaga. Un forte attacco di mosca olearia, lasciato incontrollato per mancanza di mezzi economici per effettuare i necessari trattamenti e l'abbandono di frutti sulla pianta determinato dal loro basso valore, unitamente alla diffusione della
xylella fastidiosa, hanno determinato
una produzione olearia di solo circa 250.000 mila tonnellate. Fortemente sottodimensionata rispetto al fabbisogno nazionale che è di circa 1 milione di tonnellate di cui circa 600.000 per il consumo interno e 400.000 per l’export, in un momento in cui il valore dell'olio stava risalendo verso limiti di convenienza economica e malgrado nel Mediterraneo si annunciassero produzioni da record. E nei territori colpiti dalle avversità atmosferiche di eccezionale intensità nel 2014, le imprese agricole danneggiate da eventi alluvionali o da avversità atmosferiche che non hanno sottoscritto polizze assicurative agevolate a copertura dei rischi, nonché le imprese agricole che abbiano subìto, nell'ultimo triennio, danni alle scorte di materie prime, semilavorati e prodotti finiti, danneggiati o distrutti a causa di eventi eccezionali, nell'ambito delle risorse già stanziate, potranno accedere agli interventi per favorire la ripresa dell'attività economica e produttiva. Altro segnale importante – termina la senatrice crotonese Dorina Bianchi - che abbiamo voluto inviare a chi nello scorso anno ha perso tanto in seguito al maltempo. In Calabria le devastazioni non sono state poche e tutti ricordiamo i terribili eventi atmosferici che hanno colpito la fascia jonica. *