Villapiana è la nuova meta del nostro viaggio fra i comuni, quella bella cittadina jonica che, grazie al suo mare, vive di turismo da sempre. Il primo cittadino,
Paolo Montalti (foto), in una chiacchierata piacevole quanto interessante con il nostro giornale, sa motivare la sua entusiastica scelta di candidarsi. «
La mia candidatura non era programmata – spiega Montalti – ma è stata dettata dalla condivisione di un progetto di natura civica, finalizzato a dare risposte migliori ai cittadini che, quotidianamente, soffrono le cattive condizioni economiche del nostro paese. Mi sono sentito impegnato di fronte a questa chiamata in servizio e non di certo per dare risposta a idee partitiche. L’età, d’altro canto, non è per me motivo di ambizione». Che il
turismo sia
una delle voci più importanti per l’economia di una cittadina marittima, il sindaco Montalti ne è consapevole. «Il
bilancio turistico della nostra area è più che
positivo. In questa affermazione non c’è niente di autoreferenziale, anzi. Il nostro lavoro è stato apprezzato su diversi fronti. Le presenze numeriche sono state importanti: abbiamo ospitato, infatti, circa cinquantamila turisti che hanno rappresentato una grande risorsa anche per l’indotto.
La storia di Villapiana turistica non si smentisce. Il nostro obiettivo è quello di pianificare meglio per il prossimo anno e ciò include l’organizzazione di una serie di incontri con categorie di vari settori. Tutta la Calabria deve imparare ad offrire più servizi di maggiore qualità e non chiudere, per esempio, la stagione estiva a fine agosto. Sfruttiamo le nostre risorse fino a quando le condizioni climatiche ce lo permettono». Un sindaco, quello di Villapiana, a cui non interessa il proprio orticello, ma un campo più esteso da coltivare insieme a tutti i comuni dell’arco jonico, da Rocca Imperiale a Cariati. CENNI STORICI – Leutermia sullo Jonio era l’antico nome di Villapiana, colonia della Magna Grecia, distrutta nel IX secolo dalle incursioni degli Arabi, e poi ricostruita nel X secolo con il nome di Casalnuovo sotto la dominazione longobarda, bizantina e normanna. Come altri paesi dello Jonio, ai Normanni la città, che cambiò nome con quello attuale solo nel 1863, deve la costruzione del castello, in cui dal XVI secolo, si succedettero vari proprietari, dai Sanseverino di Salerno ai Pignatelli di Bellosguardo, di cui all’ultima erede Margherita si deve l’unione del feudo di Casalnuovo con quello di Cerchiara. Successivamente il borgo seguì la storia del resto del Sud diviso tra Francesi ed amministrazioni borboniche e così finì nel circondario di Cerchiara. Del borgo antico di Casalnuovo sono i resti del trecentesco Castello dei Sanseverino, i palazzi signorili e la porta dei Santi, i ruderi del castello Tripaola nella zona di San Vito, mentre a Carlo V si deve la costruzione dell’interessante torre difensiva dello Scalo. Di pregevole bellezza la chiesa di Santa Maria del Piano, del XIII-XIV secolo.
m. f. s. t.