«L'alluvione del 2015 è come se non ci fosse mai stato»
La denuncia di Stasi che fa un bilancio a dieci anni dal tragico evento: «I fondi straordinari per il dissesto idrogeologico vanno assegnati ai Comuni, non ad uffici centralizzati distanti dai territori»

CORIGLIANO-ROSSANO - A dieci anni dall'alluvione il sindaco Flavio Stasi ricorda e fa un bilancio degli eventi che hanno segnato la comunità a seguito della tragedia che colpì la città il 12 agosto del 2015.
«Se mi chiedete chi erano quelli che stavano spalando vicino a me, dieci anni fa, non saprei darvi una risposta. La solidarietà, la fatica tra sconosciuti per aiutare, fu un aspetto bello di quella drammatica vicenda, l'alluvione 2015. Sono passati dieci anni, alcune cose sono migliorate, altre no».
«Gli interventi post alluvione - dice - non furono attuati con protocolli o fondi straordinari. I due comuni fecero delle schede di Protezione Civile con tutti gli interventi necessari, che non furono mai finanziate. Gran parte di quelle schede sono state riprese nei mesi scorsi, in un lavoro congiunto tra Protezione Civile Regionale e Comunale, e finanziate col PNRR, ma con i costi previsti nel 2015. I fondi sono bastati per fare, nel migliore dei casi, un terzo dei lavori previsti, mentre le situazioni erano peggiorate».
Ma molto è stato fatto: «Abbiamo realizzato decine di interventi sul territorio, piccoli e grandi, ma con fondi ordinari, dalle frane sulla Sp250 fino alle reti di raccolta delle acque di via Walt Disney o del quartiere Pigna, passando per i torrenti Fellino e Vallone Sant'Antonio. L'elenco è lunghissimo. Sul territorio sono state investite decine di milioni di euro per la mitigazione del rischio idrogeologico, ma è giusto che la comunità sappia che tutti gli interventi sono stati attuati con procedure ordinarie, che una buona amministrazione avrebbe seguito comunque. Fondi che avrebbero dovuto realizzare altri interventi, evitare altri drammi, non quelli già vissuti».
«Intendo dire che l'alluvione del 2015, sotto alcuni aspetti, è come se non ci fosse mai stato. Sono passati dieci anni ed è giusto che il sindaco della città, oggi unica, lo denunci, ma non senza proposte. I fondi straordinari per il dissesto idrogeologico vanno assegnati ai Comuni, non ad uffici centralizzati distanti dai territori. Le schede per gli eventi straordinari, come quello dell'agosto 2015, devono essere aggiornate allo stato attuale e finanziate con i costi previsti dal prezzario regionale vigente. La manutenzione ordinaria e straordinaria dei torrenti e dei fossi deve essere regolamentata e finanziata con chiarezza, mentre oggi è oggeto di un patetico scarica barile. Il PAI, infine, non può essere una elencazione insostenibile di vincoli, ma uno strumento per la pianificazione della messa in sicurezza del territorio».
«Con queste 4 semplici cose - chiosa - faremmo capire di aver imparato la lezione. Continuo a proporle oggi, a 10 anni da queste foto, che mi hanno segnato personalmente ed hanno segnato l'intera comunità».
Credit foto: Giuseppe Panza