Terremoto 1° agosto: le sequenze sismiche della Calabria jonica dal 2020 al 2024
Un accurato studio dell’Ingv ricostruisce e mappa il fenomeno nel Crotonese dal 1638 ai giorni nostri. L’importanza della sensibilizzazione
CORIGLIANO-ROSSANO - Il 1° agosto alle ore 21:43 italiane si è verificato un terremoto di magnitudo 5.0 avvertito ampiamente in tutta la Calabria e oltre. L’ipocentro del terremoto è stato localizzato 4 km a sud ovest di Pietrapaola (CS) ad una profondità di 24 km. Il 12 agosto due scosse di magnitudo 3.7 e 3.8 si sono verificate alle ore 15:22 e alle ore 15:31 italiane a circa 4 km dal comune di Cirò (Kr) ad una profondità di circa 25 km. In quest’area erano avvenuti due terremoti di magnitudo Mw 4.0 il 24 maggio e il 29 maggio 2024, rispettivamente ad una profondità di 26 e 25 km.
Le due aree che si sono attivate in questi giorni distano tra loro circa 15 chilometri e delineano due strutture diverse appartenenti però allo stesso contesto geodinamico della subduzione della placca Ionica sotto l’Arco Calabro. Le sequenze di agosto 2024 attivano strutture al di sotto dei 20 km di profondità. In questa regione la placca ionica scende in subduzione al di sotto dell’Arco Calabro.
Le sequenze sismiche nella Calabria ionica dal 2020 al 2024 (fonte: Ingv)
Le sequenze sismiche negli anni passati
In un accurato studio di ricostruzione del fenomeno ad opera dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia si riporta che altre sequenze sismiche hanno interessato negli ultimi anni la Calabria ionica.
Nel corso del 2020, sono stati registrati dalla Rete Sismica Nazionale circa 200 terremoti lungo l’area della costa ionica calabrese, nei pressi delle città di Crotone e Cirò marina. Questi eventi si sono verificati come sequenze sismiche con scossa principale di magnitudo massima Mw 4.0 il 3 aprile 2020 e altri 9 terremoti con magnitudo M≥3.0; le profondità di questi terremoti variano tra i 17 e i 22 km.
Nel giugno del 2021 sono stati registrati altri due sciami a ridosso della costa ionica: un primo sciame nella zona di Carfizzi (KR) durante il quale sono stati registrati circa 30 eventi sismici con magnitudo comprese tra Ml 0.5 e Ml 2.3, e un secondo sciame, a circa 15 km a SW di Pietrapaola (CS), con circa 15 terremoti di magnitudo massima Ml 3.5.
La zona intorno a Crotone è stata interessata da sismicità di bassa intensità nel 2022 e nel 2023 con eventi sismici di magnitudo fino a Mw 3.5 avvenuto il giorno 8 maggio 2023. Si può osservare come la sismicità costiera sia allineata lungo una direzione circa est-nord-est e ovest-sud-ovest quasi perpendicolare alla costa, localizzata tra 13 e 20 km di profondità nei pressi di Cirò Marina, e tra 18 e 24 km di profondità attorno alla città di Crotone.
Sismicità storica dell’area (fonte: Ingv)
Quattro secoli di scosse
I terremoti più forti sono associati principalmente a meccanismi di faglia trascorrenti destrorsi con componenti oblique o meccanismi compressivi. Gli eventi sismici della zona di Carfizzi sono localizzati in prosecuzione verso SW della sismicità di Cirò, ma ad una maggiore profondità. In generale, si può osservare come gli eventi sismici siano meno profondi spostandosi da Pietrapaola verso Crotone.
I terremoti più forti in questa parte della Calabria sono quelli localizzati nell’immediato entroterra: il terremoto dell’8 giugno 1638 di magnitudo stimata Mw 6.8 (intensità X grado MCS), quello dell’8 marzo 1832 di magnitudo stimata Mw 6.7 (intensità X grado MCS) e l’evento del 25 aprile 1836 di magnitudo stimata pari a 6.2 che ha provocato danni in molte località fino al X grado della scala MCS. Terremoti storici anche meno forti hanno comunque causato danni in questa area come si evince guardando la storia sismica di Crotone (grafico qui in basso).
Pericolosità sismica e sensibilizzazione al rischio
La zona interessata da queste sequenze sismiche è caratterizzata da pericolosità sismica alta, come testimoniato dalla Mappa della pericolosità sismica del territorio nazionale (MPS04) e dai forti terremoti avvenuti in passato. In questi contesti il livello di attenzione da porsi rispetto al rischio sismico è doverosamente sempre molto alto, commisurato alla conoscenza della vulnerabilità degli edifici e delle infrastrutture presenti. L’avvenimento di una o più sequenze sismiche con ripetuti terremoti di magnitudo 4+ o 5+ purtroppo in termini predittivi non ci fornisce elementi utili a fornire allerte specifiche: sappiamo che quando si verifica un terremoto ne seguiranno altri; c’è sempre una piccola possibilità che ne segua uno più grande; tuttavia lo scenario più probabile è che ci saranno una serie di scosse più piccole che si attenueranno con il tempo. Dato l’ipocentro piuttosto profondo dei terremoti, molte delle scosse registrate in questi giorni non sono state avvertite dalle persone ma sono state, e continuano a essere, registrate dai nostri sismometri. In questi momenti in cui l’attenzione e la sensibilità della popolazione è alta, poiché sono state avvertite delle scosse, è fondamentale mantenere l’attenzione ed approfondire il livello di conoscenze sulla vulnerabilità locale, prepararsi e conoscere le regole su come comportarsi in caso di terremoto.
fonte: corrieredellacalabria.it