A 23 anni dall'appello contro spot Trenitalia «la Calabria è al centro di un grande progetto di rilancio delle infrastrutture»
La riflessione del direttore di Otto Torri, Lenin Montesanto, che ribadisce: «Senza sganciare mai i piedi da terra possiamo guardare forse al futuro con un pizzico di fiducia in più. Senza mai abbassare la guardia»
CORIGLIANO-ROSSANO - 23 anni fa, il 2 Giugno del 2001, l'edizione nazionale dell'Ansa riportava un appello all'allora Presidente della Repubblica Ciampi firmato da Otto Torri sullo Jonio, esperienza associativa partita qualche anno prima, nel 1997, con l'avvio di quella che negli anni successivi sarebbe diventata, anche grazie al sostegno del Ministro della Gioventù Giorgia Meloni, la più grande Scuola Estiva in Management dell'Identità mai organizzata nel Sud Italia.
Otto Torri sullo Jonio chiedeva al Capo dello Stato di bloccare lo spot di Trenitalia dell'epoca, perché ritenuto offensivo ed ingannevole per i calabresi.
«Sospendete quello spot di Trenitalia.com – riportava il take Ansa – perché inganna i turisti stranieri, offende gli italiani, ma soprattutto mortifica i calabresi. Lo spot dell'Eurostar offende una parte del Paese: e cioè quella dove i treni viaggiano ancora a gasolio e si binario unico. Dal danno alla beffa. Va bene la gravissima e perdurante assenza di infrastrutture stradali e ferroviarie, ma voler addirittura pubblicizzare con tanta enfasi e su tutti i media l'efficienza e la comodità di alcune limitate parti del Paese ci è sembrato davvero troppo. Se, infatti, in alcune realtà del Centro-Nord si viaggia in Etr 500-Eurostar, al contrario – denunciavamo come Otto Torri nel 2001 – sulle cosiddette Frecce del Sud, come ad esempio il tristemente noto Crotone-Milano, i passeggeri sono costretti a dormire nelle toilette, ammassati per terra e nei corridoi per almeno 15 ore».
«Quello spot venne sospeso subito. E 23 anni dopo – dichiara Lenin Montesanto, direttore di Otto Torri sullo Jonio – nel 78esimo anniversario della Repubblica, possiamo forse iniziare a dire che un po' di storia e di destino iniziano a cambiare direzione. Senza retorica ma sempre e soltanto con quel laico ottimismo che ci ha sempre distinti, obbligati alla comparazione ed orientati all'azione, ci riferiamo alla svolta impressa agli investimenti infrastrutturali al Sud ed in Calabria, specie negli ultimi anni».
«Il 2 giugno di quest'anno rappresenta, infatti, forse davvero un punto di svolta. È quanto meno, questo, il nostro augurio che riteniamo largamente condivisibile. Dopo tanti anni, si può forse prendere atto, infatti, che la Calabria è al centro di un grande progetto di rilancio delle infrastrutture, con numeri finanziari forse senza precedenti nella storia dell'Italia post unitaria. Il terzo megalotto sulla SS106 è realtà e presto lo sarà anche l'elettrificazione della ferrovia. L'alta velocità avanza sul Tirreno e soprattutto il progetto del Ponte sullo Stretto ha ripreso slancio».
«Senza sganciare mai i piedi da terra, 23 anni dopo quell'appello,possiamo guardare forse al futuro con un pizzico di fiducia in più. Certo, senza mai abbassare la guardia, sia perché il rischio che i cantieri si fermino è sempre dietro l'angolo; sia soprattutto perché – conclude Montesanto – la strada della Calabria e dei calabresi verso la conquista della propria autonomia e della propria sovranità culturale, alimentare ed economica, passa e passerà sempre e comunque dalla definitiva riappropriazione manageriale e competitiva, senza oicofobia, della propria storia e del proprio patrimonio identitario e distintivo».