Bonifica, Lavia (Cisl) e Pisani (Fai Cisl) contrari al progetto di Consorzio unico: «Penalizza il territorio»
I sindacalisti: «La nostra preoccupazione è che, l'ipotizzato nuovo modello di consorzio unico con undici distretti non sia in grado di produrre un miglioramento dei servizi al sistema agricolo territoriale»
COSENZA - «La deliberazione dello scorso 21 luglio con cui la Giunta regionale ha, di fatto, posto in essere l’articolato sulla riforma del sistema consortile calabrese, a nostro avviso - dichiarano in una nota i Segretari Generale della Cisl Cosenza Giuseppe Lavia e della Fai Cisl Cosenza Antonio Pisani - desta profonda preoccupazione e incertezza».
«Preoccupano, in particolare – continuano i sindacalisti – sia la forma che la sostanza di questa scelta. Una riforma che, infatti, rischia di nascere senza confronto con le organizzazioni sindacali di categoria, nonostante i vari appelli e l’atteggiamento sempre responsabile del sindacato che, in questi mesi ha continuato a sollecitare politica e istituzioni a fare rete per questo percorso di riforma, solo da ultimo, attraverso l’iniziativa unitaria del 6 luglio scorso organizzato dalle Federazioni regionali. La Fai Cisl Calabria, lo scorso ottobre ha anche promosso un convegno regionale sul settore della bonifica presso il Parco Archeologico di Sibari, invitando ad intervenire tutti i soggetti interessati, proprio per evidenziare l’importanza di lavorare in sinergia, in modo costruttivo e propositivo».
«Più volte la Cisl e la Fai Cisl hanno avanzato le loro proposte, con una posizione chiara e netta: la riforma è necessaria ma siamo assolutamente contrari al progetto di Consorzio unico. Sono innegabili i problemi e criticità che in questi anni hanno interessato i Consorzi di bonifica del territorio cosentino, ma riteniamo che non è con un semplice colpo di spugna che può essere risolta una situazione così complessa. Ma vogliamo ricordare anche che, dei tredici progetti regionali dei Consorzi di bonifica ammessi ad essere finanziati dal Pnrr, dieci sono stati realizzati dagli Enti consortili della provincia di Cosenza.
Allontanare sempre più i centri decisionali dal territorio, potrebbe, oltre che mettere a rischio questo importante risultato, anche penalizzare le realtà produttive agricole della nostra provincia, mettendo ancora più in crisi la qualità dei servizi che i Consorzi offrono al settore agricolo e agroalimentare e per la sicurezza del territorio».
«La nostra preoccupazione è infatti che, l'ipotizzato nuovo modello di consorzio unico con undici distretti non sia in grado di produrre un miglioramento dei servizi al sistema agricolo territoriale. Vogliamo però – concludono Lavia e Pisani - fortemente ribadire un aspetto, che consideriamo cruciale: i lavoratori sono stati i soggetti più colpiti in questi anni dalle inefficienze del sistema consortile, con pesantissimi ritardi nell'erogazione delle spettanze salariali, mancata corresponsione di Tfr e altri diritti economici, mortificazione del lavoro e delle professionalità. Ora che finalmente si procede a riformare il sistema, il sindacato, che è il soggetto costituzionalmente deputato a tutelare i lavoratori, non viene coinvolto nel confronto».