Lavoratori Simet, Elda Renna: «Tutto resta fermo e nel buio più totale»
La portavoce: «Siamo indietro culturalmente e lo notiamo tutte le volte che si prova a difendere i diritti minimi essenziali»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Tutto resta fermo e nel buio più totale, nonostante le nostre dimostranze a più livelli istituzionali». Inizia così la nota stampa a firma della portavoce di un gruppo di autisti licenziati della Simet, Elda Renna. «Esporsi in Calabria per difendere semplici diritti, previsti dalla nostra bellissima Costituzione Italiana, significa, farsi terra bruciata intorno. Perciò, non solo stiamo difendendo, con le nostre umili forze, quei diritti minimi essenziali che rendono la vita di un essere umano dignitosa.ma ci scontriamo anche con quella mentalità retrograda in cui un cittadino deve fare come gli struzzi, mettere la testa sotto la sabbia e tacere».
I lavoratori lanciano un appello al Presidente della Regione e non solo: «Caro Occhiuto, caro prefetto, care aziende di autotrasporti tutte, noi non lo abbiamo fatto e non lo faremo. In questo contesto, già disastroso di suo, la situazione si aggrava, quando a metterci la faccia è una donna che svolge un lavoro considerato per soli uomini. "Non assumiamo donne ", "lasciatela stare quella femmina dà fastidio"! Se ci fosse più rispetto reciproco e soprattutto rispetto dei diritti minimi essenziali, nessuna donna o uomo, che difende il diritto al lavoro sarebbe considerata "femmina fastidiosa"».
Elda Renna conclude: «Siamo indietro culturalmente troppo e questo lo notiamo tutte le volte che un essere umano prova, semplicemente, a difendere i diritti minimi essenziali di sopravvivenza: lavoro, sanità, giustizia, la vita! Come diceva Camilleri: "Gli italiani non amano sentire le voci libere, le verità disturbano il loro cervello in sonnolenza perenne».