Pnrr, il Governo assegni le risorse attraverso una commissione di esperti che indichino le opere da realizzare
È quanto chiedono Iazzolino e Grosso (Sifus): «L'incapacità di accedere ai bandi determinerà l'assegnazione di ulteriori maggiori risorse rispetto a quelle già previste al Nord a discapito delle regioni del Sud»
COSENZA - Nell'ambito del Pnrr finalizzato all'ammodernamento delle infrastrutture irrigue sono stati 19 su 20 per un totale di oltre 181 milioni di euro (su 880 milioni complessivi), i progetti finanziati ai Consorzi di bonifica calabresi.
Lo rendono noto Gabriele Iazzolino - Segretario Generale del Sifus in Calabria e Maurizio Grosso - Segretario Generale del Sifus secondo i quali «gli elaborati dei Consorzi calabresi escono promossi a pieni voti mentre quelli delle altre regioni del sud, a partire dalla Sicilia (31 progetti su 31 bocciati) ne escono con le ossa se non rotte, fratturate».
«Ciò significa - hanno continuato Iazzolino e Grosso - che essendo state escluse dai bandi per "incapacità oggettive", le regioni che più hanno bisogno di ammodernare le infrastrutture irrigue, a partire dalla Sicilia che registra il 70% di desertificazione e vi insistono le reti più colabrodo d'Italia, i meccanismi che il Governo dovrebbe applicare per assegnare i finanziamenti del Pnrr dovrebbero essere capaci di assegnare le risorse secondo il criterio delle necessità oggettive dei territori».
«Non ha senso infatti - hanno continuato Iazzolino e Grosso - ammodernare infrastrutture già moderne, a maggior ragione, nelle campagne alpine dove non vi è, per ovvie ragioni, la stessa necessità d'acqua del sud. L'incapacità di accedere ai bandi - hanno continuato Iazzolino e Grosso - determinerà l'assegnazione di ulteriori maggiori risorse rispetto a quelle già previste al Nord a discapito delle regioni del Sud e quindi un ulteriore l'allargamento di distanze economiche, sociali, infrastrutturali».
«Al sud del Pnrr - hanno concluso Iazzolino e Grosso - se il Governo non assegnerà le risorse ai territori attraverso una commissione di esperti di alto profilo che indicano le opere da realizzare sulla base di criteri oggettivi, rimarrà in tasca solo lo stesso debito del resto d'Italia».