Cassano, successo di "Bus in Piana": garantisce il diritto alla mobilità e combatte il caporalato
Un servizio reso possibile grazie al progetto “Resto in campo - Percorsi di Diritti per Migranti” grazie al quale lavoratori e lavoratrici si spostano in autonomia e gratuitamente, senza cadere nelle reti di caporalato e agromafie
CASSANO JONIO - Per il sindaco Gianni Papasso l’istituzione, avvenuta nel mese di febbraio 2021, di “Bus-in-Piana” si è rivelato un successo. Una navetta istituita per garantire il diritto alla mobilità e combattere il caporalato.
«Il Comune di Cassano Jonio - si legge nella nota - insieme con il Cidis sono promotori di percorsi di diritti per migranti e cittadini italiani nella lotta allo sfruttamento lavorativo attraverso un servizio innovativo che permette ai lavoratori e alle lavoratrici di dirigersi gratuitamente sul posto di lavoro. Il servizio è reso possibile grazie al progetto “Resto in campo - Percorsi di Diritti per Migranti”, finanziato nell’ambito del Pon Inclusione con il contributo del Fondo Sociale Europeo 2014-2020. In stretta sinergia con le azioni di Su.Pr.Eme. Italia, il Progetto Resto in campo propone di rafforzare il sistema di emersione, sicurezza ed accoglienza sociale delle tre Piane (Sibari, Gioia Tauro e Lamezia Terme)».
«“Resto in campo - Percorsi di Diritti per Migranti” con capofila la Regione Puglia insieme alle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Sicilia e Nova Consorzio nazionale con Capofila Progetto Sud - ha riferito il primo cittadino - mira a realizzare azioni di sistema interregionale attraverso misure indirizzate all’integrazione socio lavorativa dei migranti, come prevenzione e contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato. Il progetto si inserisce, inoltre, nell'ambito del Piano Triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato, promosso dalla Dg Immigrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, all’interno delle azioni previste da P.I.U. Su.Pr.Eme - Percorsi Individualizzati di Uscita dallo sfruttamento. Tra le azioni messe in campo, appunto, il bus navetta, per garantire diritti e libertà a questi lavoratori, per muoversi in autonomia e in forma gratuita senza cadere nelle reti di caporalato e agromafie. I braccianti e lavoratori agricoli infatti, spesso appartenenti a paesi extra Ue, non hanno i mezzi per dirigersi autonomamente presso le sedi di lavoro, generalmente situate in periferia, e in molti casi non sono in possesso neppure di strumenti utili alla propria tutela in fatto di diritti e doveri del lavoratore e del datore di lavoro. Ciò li rende più fragili e li espone ad un maggiore contatto con i caporali che sfruttano queste mancanze a proprio favore».
Per Debora La Rocca, responsabile del progetto per Cidis Onlus,«il successo della navetta è anche dovuto al fatto che risponde ad un bisogno non solo del lavoratore straniero, ma anche delle aziende agricole del territorio che pian piano hanno abbracciato l’iniziativa. Moltissime aziende, è stato evidenziato, prenotano oramai i posti sulla navetta per i loro lavoratori creando quasi un modello di mobilità tarato ad hoc rispetto alla stagionalità, rispetto al bisogno di coprire un territorio piuttosto che un altro. Da Palazzo di Città, è stato riferito che a seguito di una mappatura dei bisogni in cui sono emersi i benefici dati da un trasporto di questo tipo e le criticità nel settore agricolo, è stato sottoscritto anche un protocollo d’intesa fra Cidis Onlus, Comune di Cassano Jonio e le aziende agricole del territorio per la prosecuzione del servizio navetta affinché possa diventare stabile e duraturo nel tempo, considerato che l’iniziativa, attualmente sostenuta da Cidis grazie ai fondi del progetto Resto in Campo, chiuderà a marzo. Per questo, per i promotori del servizio è imminente cercare e trovare i fondi necessari per potergli dare continuità».