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Turismo in Calabria, un manuale e un metodo per riscrivere la geografia degli attrattori

3 minuti di lettura

CALABRIA - La nostra regione vive da sempre il disagio di una narrazione poco lusinghiera. La situazione drammatica è suffragata da numeri e dati e investe i settori più disparati (economia, istruzione, sanità, infrastrutture…). In questi rientra, ovviamente, anche il turismo.

Perché questo settore, apparentemente indipendente, non riesce a decollare? Sicuramente perché necessita di una mentalità e di una serie di servizi connessi di cui siamo deficitari, ma anche perché fino ad ora lo sforzo di promozione e gli investimenti pianificati non puntavano nella giusta direzione, o semplicemente (come quasi ogni cosa fatta dalle nostre parti) non era adeguata e ben progettata.

Da un anno a questa parte, però, la Regione ha deciso di ripuntare sul turismo e per farlo sta sperimentando un nuovo metodo di promozione e pianificazione turistica che si avvale di una rigida griglia di valutazione dei singoli attrattori i quali permetteranno, se ben valorizzati, di ridisegnare la geografia turistica dei nostri luoghi.

Per parlare del progetto “Calabria Straordinaria” e dei Mid (Marcatori Identitari Distintivi) abbiamo intervistato il Program Manager della cabina di regia regionale, Lenin Montesanto, ospite nella puntata speciale dell’Eco in Diretta, il talk della nostra testata condotto dal direttore Marco Lefosse.

I Mid rappresentano gli attrattori materiali e immateriali di un territorio e per riconoscerli è necessario applicare il metodo contenuto nel Manuale strategico per lo sviluppo dei turismi in Calabria redatto in Regione: «È la prima volta – afferma Montesanto - che parliamo del manuale e di questo approccio “scientifico” di programmazione. È una novità assoluta anche rispetto alle altre regioni perché mettiamo in primo piano il metodo. Il tutto parte da una premessa che è un’analisi su cosa è stata la programmazione turistica, su quanto si è speso e verso dove si è andati. Il manuale si pone come obiettivo raccontare una Calabria diversa, non una Calabria da inventare ma da riscoprire».

«È uno strumento operativo – prosegue - che ci consente di individuare se e quali sono i Mid, cioè quei marcatori che rendono la Calabria unica al mondo. Adesso la cabina di regia sta mappando e analizzando tutti i potenziali Mid. Siamo già in fase avanzata, il lavoro di mappatura è oltre il 50%».

È un lavoro di ricognizione, quindi, che rappresenta un’eccezione anche rispetto al lavoro fatto. «Purtroppo negli anni i tentativi di promozione e i soldi investiti non hanno sortito gli effetti sperati. Se facciamo caso ai videoclip promozionali delle regioni, in onda sulle reti nazionali e private, ci rendiamo conto che qualunque regione italiana può vantare bellezze paesaggistiche. Per questo motivo un’offerta di questo tipo, che punta solo su questo, non è vincente; ciò che rende uniche le singole destinazioni e le singole Regioni, e che le differenzia, sono gli aspetti culturali, archeologici, spirituali, naturalistici. Il racconto deve partire da qui, da ciò che ci differenzia».

«In Calabria – aggiunge - l’individuazione dei Mid è a buon punto. Al termine della mappatura ripartiremo proprio da quelli, sviluppando una nuova narrazione che parta dalle specificità. Anche i bandi, in questo senso, saranno una novità e un’opportunità perché i Mid cambieranno la geografia politica e scardineranno alcuni cliché turistici. Anche il piccolo borgo, intorno al quale ruotano i marcatori, potrà reinserirsi in una prospettiva più ampia. Siamo stati molto rigidi nella classificazione, abbiamo addirittura distinto tra Mid universali ed europei (ad esempio il Codex è universale perché unico)».

Ciò che ci si aspetta da questo lavoro è che apporti valore sia dal punto di vista turistico-economico che territoriale e culturale. Lo scopo è riscrivere un turismo che vada da gennaio a dicembre, che seppur legato al mare o alla montagna esita e valga a prescindere da questi.

«Noi calabresi – afferma Montesanto-, vittime di una narrazione negativa, potremmo godere di una narrazione alternativa.  Dobbiamo inoltre tener presente che una analisi ed un lavoro di questo tipo ridimensionano la percezione e la narrazione forzatamente unica che tendiamo a proporre. Siamo, sì, una regione bella ma come tante altre. Non siamo gli unici a poter vantare bei posti, ce ne sono di migliori. Per questo motivo lavorare sui marcatori ci consente di far emergere davvero gli aspetti unici».

Il marcatore enogastronomico e agroalimentare è uno dei più forti, soprattutto per il viaggiatore esperienziale che è il prototipo del viaggiatore moderno, «per il viaggiatore di oggi la narrazione è molto più forte del paesaggio perché di bei paesaggi è pieno il mondo. Bisogna essere meno autoreferenziali su questo punto e meno oikofobici rispetto al patrimonio agroalimentare e culturale».

«Mi auguro – conclude - che attraverso questo progetto si possano mettere in luce aspetti “straordinari” della Calabria che il resto d’Italia e del mondo non si aspettano. “Calabria Straordinaria” è un brand che vuole raccontare la Calabria non ordinaria, quella inedita, inesplorata. Ovviamente gli effetti non sono ancora tangibili perché siamo nella fase di studio e mappatura. Spero e credo che il 2023 possa rappresentare l’anno di svolta in cui iniziare a raccogliere i primi frutti».

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.