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Creare unione e diffondere l'amore per il territorio in cui viviamo. Questa la sfida di SosteniAmo

3 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO - Il mondo dell’associazionismo e le iniziative che gli ruotano attorno sono spesso relegati ad attività accessorie del vivere cittadino. Ciò che non viene percepita è la passione oltre che l’impegno di chi, unendo le forze, decide di perseguire un obiettivo comune mettendo al servizio di tutti il proprio operato, le proprie idee, la propria passione. Sensibilizzare la popolazione sull’importanza dei gruppi locali che si assumono la responsabilità di progettare per il prorprio paese è un dovere imprescindibile.

Per parlare degli obiettivi e del prezioso lavoro delle associazioni, abbiamo invitato Graziella Colamaria, Presidente dell’associazione SosteniAmo, ospite all’Eco in Diretta, il talk della nostra testata condotto daL direttore Marco Lefosse.

«L'associazione – afferma Colamaria - nasce con uno scopo: rivitalizzare il nostro territorio. Siamo dei professionisti che hanno capito di voler dare di più alla città. Ci siamo resi conto delle criticità presenti nella nostra città e perciò abbiamo pensato di dare il nostro contributo, il nostro impegno».

Tempo ed energie che impiegano soprattutto nella valorizzazione del centro storico, insieme ad altre associazioni come Retake e il Circolo Culturale Rossanese. La sinergia è importante: «Devo fare una premessa. Noi collaboriamo con queste realtà ma ciascuna ha una propria identità associativa, una propria vocazione. Noi, ad esempio, ci proponiamo di combattere il degrado sociale, culturale e ambientale. La sfida è creare unione e sensibilizzazione, diffondere l'amore per il territorio in cui si vive. Siamo un’associazione giovane ma in questi 3 anni abbiamo fatto molto. Abbiamo coinvolto molte persone, anche non associati, e dato loro un impegno. Lo scopo è rendere i cittadini consapevoli e capaci di fare grandi cose, avendo cura della propria città. Attraverso le installazioni artistiche cerchiamo di far emergere la creatività di ognuno. Con il coinvolgimento di giovani artisti abbiamo realizzato la scala di Pizza Grottaferrata: è questo il senso del nostro cooperare».

Per combattere l’apatia e il disinteresse generale verso i luoghi storici, iniziative come questa sono quel che ci vuole. Se non ci fosse il dinamismo e il fare propositivo delle associazioni i centri storici sarebbero abbandonati a se stessi.

«Si la nostra vocazione è questa e nel farlo ci spingiamo nelle zone più remote del paese coinvolgendo i singoli rioni. A noi interessa dare spazio a donne, uomini, lavoratori, lavoratrici che non hanno mai avuto spazio e il cui potenziale non era mai stato tirato fuori. Uno dei lavori che più ci rappresenta, il più iconico tra tutti, è stato l'allestimento di Corso Garibaldi. È stato il progetto più coinvolgente perché ha coinvolto tante donne, 110. Lo scopo era dare una immagine viva della nostra città che superasse i confini territoriali. È così è stato: le foto dell'istallazione sono state condivise sui social e hanno raggiunto tutta Italia. Abbiamo addirittura ricevuto un articolo su una rivista artistica molto importante a livello nazionale che è Espoarte».

«La nostra – prosegue - è una doppia aspirazione: coinvolgere i cittadini e diffondere un'immagine bella e positiva della nostra città anche altrove»

Il lavoro delle associazioni, ahinoi, è spesso svalutato e poco apprezzato. Ne è un esempio la polemica cittadina scaturita a seguito dell'allestimento natalizio in Piazza Steri. Viene da pensare: forse manca un po' di cultura e senso civico?

«La questione merita un ragionamento ampio. L'idea della sciarpa parte dalla volontà di riciclare i tessuti impiegati nell'installazione di Corso Garibaldi perché la nostra associazione si occupa anche di salvaguardia ambientale, motivo per il quale ci tenevamo a riutilizzare i tessuti che altrimenti sarebbero diventati rifiuti. La sciarpa inoltre è unica nel suo genere. Non esistono progetti di questa portata. Dico questo per dire che se si va sulla pagina di McDonald c’è un lavoro simile. In altre parti del mondo, insomma, un lavoro del genere ha avuto un'eco importante, una partnership di livello. Da noi invece subisce critiche. Questo perché, a mio avviso, c'è una mentalità troppo chiusa. Principalmente perché non crediamo abbastanza nelle nostre potenzialità. Noi calabresi abbiamo il brutto vizio di pensare che tutto quello che c'è altrove è migliore, più bello. La mia ventennale esperienza in giro per l’Italia e per il mondo mi ha restituito una certezza: la Calabria è una terra meravigliosa, viviamo in uno dei posti più belli al mondo. Questa mentalità va assolutamente capovolta e la gente va educata. Noi come associazione ci proviamo partendo dal lavoro nelle scuole, perché c'è sicuramente chi fa la critica sterile (e certamente non fermerà il nostro entusiasmo) ma c'è anche tanta gente che vuol fare ed è felice di collaborare. E poi la nostra associazione non è elitaria, è aperta a tutti».

E sui prossimi progetti: «Abbiamo 3-4 progetti in cantiere, uno riguarderà gli anziani della città e altri due la riqualificazione in chiave originale del centro storico, con forti elementi tradizionali».

Nell’attesa di scoprire quali saranno ci auguriamo che le associazioni crescano, lavorino e trovino sempre lo spazio e lo stimolo giusto per dare alla città il loro prezioso contributo.

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.