Il 2023 per l'alto Jonio sarà un anno di sfide e di infiniti interrogativi
Quali sono le grandi sfide che aspettano il territorio nel prossimo anno? Riflessioni, domande, e quel bisogno di essere eroici
Caro futuro ti scrivo…
Potrebbe iniziare così, parafrasando la canzone di Lucio Dalla (L’anno che verrà, 1979), questa riflessione su quali potrebbero essere le dinamiche che caratterizzeranno, per l’Alto Jonio cosentino, l’anno che tra poche ore inizierà la propria corsa.
Se chi ha l’età di preoccuparsi per il futuro ormai non ha più quella per scrivere lettere a panciuti uomini barbuti lapponi, forse possiede ancora la capacità, la consapevolezza, il coraggio e quel po’ di spregiudicatezza che serve per fare il punto della situazione. Infondo, per tracciare una rotta, che ci porti da dove siamo a dove vogliamo essere, la prima cosa che va incisa sulla mappa del fare è disegnare il punto che indica dove ci troviamo. Il secondo da vergare sulla mappa del tempo è quello di dove ci augureremo di arrivare.
E dunque andiamo, senza la pretesa di essere esaustivi, con desiderio di confusione proprio di chi vuole riempire un calderone concettuale, senza risposte da dare ma con la voglia di stimolare qualche domanda.
Per scegliere da quale argomento partire ci affidiamo ad un vecchio detto: “La salute, prima di tutto”.
Già, la salute. L’elefante nella stanza è sempre lo stesso: l’Ospedale Chidichimo di Trebisacce, che è e deve essere il cuore pulsante della sanità dell’Alto Jonio.
Credere che il nascente ospedale della Sibaritide (Così chiamato anche se di fatto è situato tra Corigliano e Rossano) possa prenderne il posto è un errore catastrofico che non può e non deve attecchire, neppure come ipotesi, neppure nelle stanze dalla porte chiuse lontane dai territori, in cui si prendono le decisioni.
Rispettare i Lea partendo dai comuni montani (e non solo), facendo riferimento a quella realtà è impossibile o quasi. Mentre deve essere possibile considerare gli abitanti di realtà come Albidona, Alessandria del Carretto, San Lorenzo Bellizzi, Plataci, Canna, Nocara, in un elenco solo esemplificativo, numeri e non persone.
Senza contare che l’emigrazione sanitaria, con la vicina Policoro, viene a generare costi importanti sulle casse della Regione Calabria.
Insomma, il Chidichimo deve tornare pienamente operante. Che lo sia o meno consta della differenza tra la vita e la morte.
E ancora: a che punto siamo con il potenziamento dell’elisoccorso per i comuni montani? E con il 118? E con gli altri servizi sanitari del territorio? Con i concorsi? Cosa sarà fatto per rendere appetibile per i medici calabresi sparsi per tutta Italia tornare a casa propria per esercitare la professione che hanno imparato lontano dalle terre natie?
Quali sono esattamente gli obiettivi per il 2023 sotto il profilo della sanità di chi è chiamato a governare la Regione Calabria, la Provincia di Cosenza e i Comuni dell’Alto Jonio, per questo territorio? È tempo di porre queste domande per capire se le risposte date oggi saranno fedeli ai risultati ottenuti tra un anno.
La viabilità è un’altra grande sfida del 2023.
Sotto il profilo della strada ferrata l’Alto Ionio, come abbiamo dimostrato in una serie di articoli, è completamente isolato - escludendo Sibari - sia da mete vicine, che da mete lontane, che tra i comuni che lo compongono.
Ciò nuoce gravemente al turismo e allo sviluppo del territorio. Cambierà qualcosa nel 2023?
Nel frattempo proseguono i lavori del III Megalotto della nuova 106, ma mancano ancora tre anni alla consegna finale prevista per l’agosto del 2026.
Non possiamo aspettarci grosse novità per il 2023 se non, potenzialmente, sotto tre profili: sarà questo l’anno in cui avremo qualche novità in merito alle opere compensative previste per i comuni? Ad oggi non ne abbiamo ancora traccia.
Il secondo profilo riguarda la sicurezza: due aziende che stanno operando sui cantieri sono state oggetto di una serie di intimidazioni, subendo grossi danni. Si tratta di casi isolati o il 2023 confermerà che dove ci sono grossi investimenti non manca la lunga mano della criminalità?
Infine, forse in questo 2023 riusciremo ad avere una risposta ad un altro quesito legato alla viabilità: ma della 106 bis, attualmente percorsa E90, chi se ne occuperà con l’aperta della nuova arteria stradale? A chi sarà affidata la manutenzione? Ai comuni? Alla Provincia? Alla Regione?
E l’aeroporto di Sibari, è argomento di cui si può parlare senza che ci siano levate di scudi ed esplosioni di indignazione pilotata, o è argomento tabù?
Accennavamo prima alla sicurezza… L’Alto Jonio è ancora un’isola felice? Lo è mai stata davvero? Aumenteranno i presidi delle Forze dell’ordine? Il Caserma del Carabinieri di Villapiana verrà riaperta e quando? Continuerà la sequenza di auto bruciate a Trebisacce? I furti nelle abitazioni piccole realtà dell’entroterra? I crimini contro gli animali? Conosceremo il nome di chi ha ucciso Arturo, il cane di comunità colpito nel centro storico di Villapiana?
Quello che emerge ad oggi è un immenso sforzo messo in campo dalle Forze delle Ordine, tanto che pare azzardato parlare, tranne alcuni casi legati a singoli episodi, di escalation criminali. Questa tendenza sarà confermata l’anno prossimo?
Turismo, stagionale e destagionalizzato: pur essendo uno dei luoghi più belli del mondo, ricco di suggestioni, l’Alto Jonio, sotto il profilo turistico continua a non decollare. Mancanza di collegamenti, mancanza di capacità imprenditoriale, mancanza di investimenti… Mancanze. Riusciranno i cittadini jonici a sopperire a queste mancanze o questa terra diventerà luogo di investimento di chi vive ad altre latitudini? Succederà, è già successo o sta succedendo? O semplicemente andrà a morire, dimenticata da sé stessa e dagli altri?
Professionalità (che non è l’esperienza la quale può essere fallace): c’è o manca? E se c’è verrà premiata? Chi si deve occupare della formazione lo sta facendo? E se sì, come?
E l’agricoltura? Cambierà qualcosa sul territorio dopo il terremoto al Consorzio di Bonifica?
E la cultura? Il settore ittico? Il commercio? La valorizzazione dei marcatori identitari? Il sociale? Conosce l’Alto Jonio il significato della parola “Inclusione” e la differenza con “Integrazione”? E la scuola? L’associazionismo?
Non esaustivi, dicevamo.
Possono ciascuno e ognuno di questi argomenti essere considerati indipendenti gli uni dagli altri? Possono gli operatori di ciascuno di questi settori muoversi alla ricerca di soluzioni senza rapportarsi a tutti gli altri. come è stato fatto ad oggi? La rete esiste o no? La si vuole creare o potenziare, o no?
La fortissima sensazione che si percepisce è non ci sia una cabina di regia organizzata in grado di mettere a sistema tutte le esigenze del territorio, al di là dei singoli comuni, delle categorie, degli uomini e delle donne che hanno sicuramente capacità e idee per rendere questo 2023 l’anno delle soluzioni o delle risposte.
A chi tocca questo compito? Chi si ergerà a difesa di questa terra per coordinare, almeno in parte, quella che deve essere una rinascita non più procrastinabile?
Chi brucerà la piuma della fenice?
“Sventurata la terra che ha bisogno di eroi” diceva Bertolt Brecht in Vita di Galileo.
Ma è davvero un eroe di ciò di cui ha bisogno l’Alto Jonio? Non l’abbiamo atteso troppo a lungo? Forse ciò che serve è accettare l’idea che per affrontare questo 2023 e le sfide che ci pone d’avanti, non possiamo che essere, ognuno e ciascuno, nulla di meno che noi stessi degli eroi, nel nostro piccolo.
Si, ma come? Qual è la risposta? Ancora una volta è Brecht ha venirci in soccorso, con un stralcio dell’opera “A chi esita”:
Su chi contiamo ancora?
Siamo dei sopravvissuti, respinti
via dalla corrente? Resteremo indietro, senza
comprendere più nessuno e da nessuno compresi?
O dobbiamo contare sulla buona sorte?
Questo tu chiedi. Non aspettarti
nessuna risposta, oltre la tua.
Buon anno, eroi.