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«Che fine ha fatto la Centrale unica di committenza di Trebisacce?» L'opposizione incalza il sindaco Aurelio

2 minuti di lettura

TREBISACCE - "Che fine ha fatto la C.U.C.?", cioè la centrale unica di committenza.

Lo chiedono al presidente del consiglio comunale Salvatore Carlomagno, in un'interrogazione a risposta scritta, Antonio Aurelio e Mimma De Marco, consiglieri comunali di opposizione del gruppo Insieme si può.

Che cos'è la Centrale unica di committenza?

Ai sensi dell’art. 3, comma 1, lett. i) del D. Lgs. n. 50/2016 la Centrale Unica di Committenza (C.U.C.) è un’amministrazione aggiudicatrice o un ente aggiudicatore che opera su base convenzionale e che fornisce attività di centralizzazione delle committenze e attività di committenza ausiliarie.

A cosa serve la CUC?

Le centrali di committenza possono:

  • aggiudicare appalti;
  • stipulare ed eseguire contratti per conto delle amministrazioni aggiudicatrici e degli enti aggiudicatori;
  • stipulare accordi quadro ai quali le stazioni appaltanti qualificate possono ricorrere per l’aggiudicazione dei propri appalti;
  • gestire sistemi dinamici di acquisizione e mercati elettronici.

Nell'interrogazione rivolta al presidente del consiglio comunale di Trebisacce si legge questa premessa:

 "Premesso che presso il comune di Trebisacce era stata istituita la C.U.C. (Centrale Unica di Committenza) che provvedeva all’espletamento delle gare di appalto, cui avevano aderito anche altri comuni, dando così anche centralità politica e amministrativa al comune di Trebisacce e
che pare per la corrente legislatura, la stessa non sia stata ancora attivata o avviata nelle funzioni
"

a cui seguono tutta una serie di riferimenti normativi e procedurali, per poi continuare

"Che, per quanto appreso, considerato che ad oggi il comune di Trebisacce non ha avuto opere pubbliche finanziate con il PNRR per cui non c’è l’obbligo aderire alla CUC e che pertanto l’adesione del comune di Trebisacce alla C.U.C. di altri comuni, comporta inevitabilmente una perdita di centralità politica e di gestione dei lavori pubblici, considerato anche l’imponente numero di opere già finanziate e da appaltare, con innegabili ripercussioni lavorative per le imprese di Trebisacce e anche per una migliore e maggiore efficienza; che l’adesione alla C.U.C. di altri comuni comporta altresì perdite economiche notevoli per il comune per il corrispettivo che si paga per aderire, oltre l’onorario per i commissari che vengono sottratti del finanziamento e quindi ciò comporta una riduzione di opere da eseguire; che la motivazione di esclusione di responsabilità configura certamente una grave imperizia e negligenza, oltre che una mancanza di lungimiranza politica, considerato che amministrare significa anche assunzione di responsabilità e che in ogni caso la gestione delle gare di appalto è delle commissioni tecniche  che vengono di volta in volta nominate  e  integrate con esperti tecnici segnalati dagli ordine professionali o di altri comuni con esclusione di responsabilità politica diretta degli amministratori..."

Tutto ciò premesso, l'interrogazione trasmessa al presidente del consiglio contiene dunque un'interrogazione, rivolta al sindaco e alla giunta comunale attraverso gli assessori competenti nella quale si chiede agli stessi:

"Se non si intende più procedere alla costituzione e attivazione della C.U.C. e quali sono i motivi, se è vero che sono stati contattati altri comuni presso i quali si intende aderire; di notiziare il consiglio comunale con discussione dello stesso argomento".

Dunque, traducendo il linguaggio d’impronta giuridico-legale dell’interrogazione, il punto è: Trebisacce avrà o non avrà più la propria Centrale unica committenza, a cui anche alcuni altri comuni del territorio facevano riferimento?
E nel caso in cui l'Amministrazione comunale avesse deciso di non rinnovare questa realtà, si tratta di una scelta politica o di una scelta tecnica?
E in entrambi i casi, quali sono le ragioni?

Attendiamo che il postino suoni per vedere come si sviluppa la corrispondenza tra le parti.

Andrea Mazzotta
Autore: Andrea Mazzotta

(Cosenza, 1978) Laureato in giurisprudenza, giornalista pubblicista, appassionato di comunicazione e arte sequenziale, è stato direttore della Biblioteca delle Nuvole di Perugia, direttore editoriale delle Edizioni NPE, coordinatore editoriale per RW-LineaChiara, collaborando con diverse realtà legate al settore dell'editoria per ragazzi. Collabora con il Quotidiano del Sud, Andersen, Lo Spazio Bianco, Fumo di China. E' un fedele narratore delle Cronache della Contea, luogo geografico e concettuale nel quale potenzialmente può succedere di tutto. E non solo potenzialmente.