Alla manifestazione delle Tute Verdi c'erano tutti, compresi la Rabbia e la Speranza
Una fiumara di persone, dai sindaci ai parroci dell'alto Jonio, passando per gli studenti e le sigle sindacali, con i lavoratori e il vescovo Savino in prima fila, per chiedere dignità e rispetto dei lavoratori consortili
TREBISACCE - Rabbia e speranza: sono queste le due emozioni che hanno accompagnato il corteo e la manifestazione che oggi ha attraversato la bisettrice stradale principale della città di Trebisacce, collegando piazza della Repubblica e la sede del Consorzio di bonifica Integrale dei Bacini dello Ionio Cosentino.
L'evento di protesta, organizzato in pochissimi giorni da Flai Cgil-Fai Cisl-Filbi Uil, rispettivamente rappresentati da Federica Pietramala, Antonio Pisani e Marco Stillitano, ha registrato la partecipazione dell'intero tessuto sociale dell'Alto Ionio.
C'erano i lavoratori del Consorzio, che da oltre un mese danno vita, giorno e notte, ad un sit-in di protesta di fronte alla sede dell'ente, per reclamare il pagamento delle tante mensilità arretrate e, soprattutto, chiarezza, su quale sarà il proprio futuro e quello dell'ente. Nei loro occhi, rabbia per la situazione che stanno vivendo, ma anche speranza per la solidarietà che se in primo momento è mancata, oggi si è concretizzata potente e reale. Certo, non si solidarietà ci si nutre, almeno il corpo. Ma il corpo va avanti se lo spirito è forte, e lo spirito dei lavoratori oggi è stato gratificato da un dispiego di forze non indifferente.
C'erano le scuole, gli studenti, che sventolavano, pieni di entusiasmo, bandiere di sigle sindacali, o esponevano cartelloni e striscioni di solidarietà.
C'erano i sindaci dello Ionio, o i loro rappresentanti, con e senza fascia, in prima fila, stretti in una comunione di intenti.
C'erano, ovviamente, i sindacati, ai quali non si può negare di essere stati in prima fila tanto quanto i lavoratori, in una battaglia non facile e certo lontana dal concludersi.
C'erano le associazioni di categoria, dalla CIA-Calabria Nord all'Assopec (Associazione Commercianti di Trebisacce).
C'erano le forze dell'ordine, discrete nella loro presenza, che sicuramente non manifestavano, non potendo il loro ruolo consentirlo, ma che non hanno mai fatto mancare, silenziose, il proprio supporto al mantenimento dell'ordine pubblico.
C'era, in un certo qual modo a capo del corteo, il Vescovo di Cassano allo Ionio, Mons. Francesco Savino, che non ha mai lesinato il proprio impegno alla battaglia dei dipendenti del consorzio, e al suo fianco, a disegnare un'inedita scena che raramente si vede nei cortei o nelle manifestazioni i parroci delle comunità dello Ionio, anche loro a testimoniare il proprio sostegno ai lavoratori.
C'erano il Senatore Rapani, e il consigliere regionale Tavernise, che hanno fatto dichiarazioni importanti, che a breve vi racconteremo in un altro articolo.
C'era, come detto, il tessuto sociale di una comunità, nella forma di una fiumana umana, che, se pur ci provi caparbiamente, non riesce a comprendere in pieno come sia possibile che un ente non corrisponda per mesi e mesi gli stipendi ai proprio dipendenti, o per anni il TFR a chi è andato in quiescenza.
Ci verrebbe da parafrasare l'Amleto di Shakespare: "Ci sono più cose tra Trebisacce e la cittadella regionale, Ionio, di quante ne sogni la tua ragione".
C'era la rabbia di chi non ha la forza per arrendersi, per gettare la spugna, perché la posta in gioco è troppo alta in quanto consta del proprio futuro e di quello dei propri figli.
C'era la speranza, di chi crede, da buon acquaiolo, che le gocce, quando scendono una dopo l'altra, infinite, alla fine riescano a far traboccare il vaso che custodisce l'incapacità o l'impossibilità di far fronte ad un problema complesso rispetto al quale ogni soluzione non potrà che essere articolata e, temiamo, non immediata.
Ora non resta che augurarci che queste gocce restino sempre quelle di sudore, il sudore della protesta, della lotta, della giusta rivendicazione dei proprio diritti, e che non diventino gocce di fatte di lacrime, perché se c'era rabbia e speranza a questa manifestazione, per fortuna, oggi, non c'è stato spazio per la disperazione, che resta, più del freddo, più della fame e più della fatica, il più grande nemico che i lavoratori del consorzio di bonifica potrebbero dover affrontare nelle prossime settimane.