Sciopero tute verdi, scendono in campo le famiglie degli operai: «Dov'è la Regione? Dove sono i politici?»
In una nota stampa trasmessa all'Eco dello Jonio le famiglie dei lavoratori del Consorzio di Bonifica con sede a Trebisacce chiedono l'aiuto della comunità, della politica, della Regione per uscire dall'impasse che l'ente sta vivendo
TREBISACCE - Dove è la politica? Dove sono i politici? Dove è il rispetto per la dignità degli uomuni, del lavoro e dei lavoratori?
Sono queste le domande che emergono da una nota stampa diffusa dalle famiglie degli operai del Consorzio di bonifica dei bacini dello Ionio, che in queste ore, dalle prime luci dell'alba, si sono incatenati davanti al cancello della sede dell'ente per protestare contro il mancanto pagamento di diverse mensilità, senza dimenticare per chi è già in quiescenza il non versamento del Trattamento fine rapporto (TFR).
"Da giorni - recita il comunicato stampa - si discute della situazione, quasi surreale, che ha colpito gli operai del Consorzio di bonifica dei bacini dello Ionio con sede a Trebisacce. Si discute si, ma quasi come si discute di una partita di calcio, senza nessun trasporto emotivo. Eppure la metà della popolazione della costa ed entroterra ionica e tirrenica cosentina lavora o ha lavorato per questo ente. Allora ci si chiede perché gli operai sono abbandonati a se stessi.
Gli unici che stanno sostenendo la causa restano i sindacati (Flai Cgil - Fai Cisl- Filbi Uil) che sono davanti ai cancelli insieme ai propri iscritti. Noi famiglie ci chiediamo dove sono tutti coloro che ricevono l'acqua o che chiedono la bonifica dei fondi. Ci chiediamo dove sono i Comuni che richiedono i servizi e gli operai. Dov'è la Regione e dove sono i nostri politici? In questa situazione sono e siamo tutti corresponsabili.
Ci chiediamo se è normale togliere la dignità alle persone. Ci chiediamo se qualcuno si è messo nei panni di quegli uomini , che oggi vediamo in catene davanti ad un cancello, che da 7 mesi non percepiscono lo stipendio, che da due anni non percepiscono la giusta disoccupazione per errori dovuti al versamento delle giornate. Ci chiediamo se qualcuno si è messo nei panni di 80 lavoratori che dopo 40 anni di onorato lavoro non hanno ricevuto il TFR. Ci chiediamo se è normale alienare un lavoratore e renderlo incapace al sostentamento della propria famiglia, e non perché disoccupato, ma perché nonostante lavori non viene pagato. La dignità prima di tutto. Per questo chiediamo a tutti i politici a tutti i rappresentanti delle istituzioni, a chi riceve servizi consorzili, di unirsi alla voce degli operai. Ai politici chiediamo inoltre di partecipare, sotto qualsiasi forma consentita, alla protesta, ma senza alcuna casacca politica e partitica, senza nessuna polemica, perché purtroppo gli errori sono storici e le responsabilità sono di tutti i politici sia di destra che sinistra e centro. Oggi le polemiche non servono. Servono solo soluzioni urgenti".
Il testo, accorato in alcuni passaggi, che forse esagera quando dice "Che la metà della popolazione della costa ed entroterra ionica e tirrenica cosentina lavora o ha lavorato per questo ente", porta una firma che deve far riflettere: "Le famiglie degli operai".
Già, perchè il dramma non è solo personale, ma appartiene a tutta una comunità, coinvolgendo famiglie intere.
Viene da chiedersi dunque come mai nessuna forza politica sia ancora intervenuta sulla questione anche in relazione alle protesta di una settiamana fa (Leggi qui).
Si tratta davvero di un matassa indistricabile? Di un nodo gordiano? In tal caso, proprio come fece Alessandro Magno a Gordio, forse è giunto il momento che qualcuno dia un taglio netto alla questione.
Non è ignorando un problema che lo si risolve.