Trebisacce, 1100 chilometri in bici in cinque giorni per celebrare l'amore per la propria terra nativa
Peppe Aloise, originario di Trebisacce ma residente da anni a Gorla, e suo cugino Simone Petrucci, bolognese con la passione per Trebisacce, hanno percorso 1100 chilometri in bici in cinque giorni in un viaggio catartico verso il luogo del cuore

TREBISACCE – Oltre 1100 chilometri in bici per rendere testimonianza all’amore per la propria terra nativa, Trebisacce, abbandonata, con sofferenza come avviene sempre in questi casi, dalla famiglia per questioni lavorative quando lui era ancora in tenera età, ma da sempre meta delle vacanze estive.
È questa l’impresa messa in atto da Giuseppe “Peppe” Aloise, che in compagnia del cugino Simone Petrucci, originario di Bologna hanno deciso di partire da Gorla Minore, in provincia di Varese domenica 7 agosto, percorrere tutta la dorsale adriatica sfidando il caldo e le intemperie, per arrivare in fine nella serata di giovedì 11 agosto a Trebisacce, toccando con ruote e piedi le assi del Pontile di Trebisacce, che da sempre è uno dei simboli della loro estate che da bagnanti vivono ogni anno.
Cinque le tappe giornaliere programmate, la prima, la più lunga, da 276 chilometri, e poi a seguire 205, 195, 215 e 214 per l’ultima tappa, da Margherita di Savoia, per un totale che supera i 1100 chilometri.
Peppe Aloise, classe 1983, e Simone Petrucci, classe 1981, sono ciclisti per passione, e quando il lavoro non li assorbe, inforcano la bici e percorrono le strade dei luoghi in cui vivono. Ma la bici, come passione, ha un grande rivale: l’amore per Trebisacce, per il suo mare, per i suoi colli, per la sua aria che di primavera si riempie di profumo di zagara.
Per Peppe Trebisacce rappresenta un luogo distante nello spazio, ma vicino nel cuore, come accade per molti di coloro che avrebbero voluto non aver dovuto mai abbandonare questi luoghi per trovare la propria dimensione lavorativa in altre coordinate.
Per Simone Trebisacce è invece il luogo delle vacanze estive vissute da ragazzo, iconico e ammantato da quel velo mnemonico che rende tutto più nostalgico.
E allora, per celebrare questi sentimenti arriva la sfida, l’impresa, catartica e al tempo stesso liberatoria: unire le due passioni in un viaggio durato cinque giorni che si è concluso giovedì 11 agosto in serata, con l’abbraccio dei parenti e degli amici, nella loro Trebisacce, piccolo paese della costa ionica, dal quale è difficilissimo separarsi, nel quale, per tornare, si è disposti anche a compiere l’impossibile.