A Trebisacce la terza Festa dei Popoli: riflessioni su lavoro, migrazione, accoglienza e integrazione
Il lavoro come parte fondamentale del processo di integrazione è il tema portanta della III Festa dei popoli. Ma lo Ionio cosentino è davvero terra di accoglienza e integrazione?

TREBISACCE - Lo Jonio cosentino, in relazione al fenomeno della migrazione, è un territorio che sa realmente accogliere? Siamo un popolo dalla mano tesa o dal pungo chiuso?
La domanda è molto più complessa di quanto si possa immaginare, e la risposta presenta così tante sfaccettature che è impossibile contenerle tutte in un solo intervento.
Nelle prossime settimane proveremo a “fotografare” il quadro della situazione raccontandovi alcuni delle poliedriche realtà territoriali.
Un ottimo punto di partenza è la terza edizione della Festa dei Popoli, organizzata in occasione della Giornata mondiale del rifugiato 2022, dalla cooperativa sociale Le Nove Lune onlus con il patrocinio del Comune di Trebisacce.
La cooperativa sociale Le Nove Lune è l’ente gestore del progetto “Terraferma”, che si sviluppa nell’ambito della rete "sistema di accoglienza e integrazione" (ex sprar). Il Comune di Trebisacce è invece l’ente titolare, che negli anni ha realizzato un sistema di accoglienza sul territorio che si è rivelato vincente, come dimostrano le numerose testimonianze di percorsi di inclusione sociale, portati a termine con successo.
La Festa dei popoli rappresenta la testimonianza dell’impegno di coloro che ogni giorno si dedicano all’orientamento e all’inserimento socio-economico sul territorio nell’ambito di accoglienza e integrazione.
Al tempo stesso è occasione di testimonianza della voglia di chi arriva da lontano e di come lavorando voglia diventare parte integrante del tessuto sociale del luogo dove vive, perché, anche se si tende a scordalo, il lavoro è parte fondamentale del processo di integrazione.
Oggi, 28 giugno, alle ore 18, presso il Wellness Beach di Trebisacce, la terza Festa dei Popoli si aprirà ponendo il riflettori proprio su questo tema con dibattito intitolato: “Il lavoro è un diritto riconosciuto?”
Il lavoro regolare inteso dunque come uno strumento d’integrazione socio-economica in contrapposizione al caporalato, che rappresenta una realtà sociale tanto triste quanto diffusa.
Interverranno del corso del dibatto, i sindaci di Trebisacce Sandro Aurelio, di Villapiana Paolo Montalti, Anna Franca Bilotto presidente coop. sociale "Le Nove Lune onlus", Giuseppe Urbano già vice capo di gabinetto del ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Gianluca Gallo assessore regionale con competenze di indirizzo politico in materia di agricoltura, risorse agroalimentari e foreostazione, Giuseppe Pugliese attivista di Sos Rosarno, associazione che contrasta clan e caporalato e promuove l’integrazione, Federica Pietramala segretario generale Flai Cgil Pollino-Sibaritide-Tirreno, Shobowali Azizat beneficiaria progetto "sai" Trebisacce.
Nel corso la serata sarà proiettato il video “E fin qui…tutto regolare!” realizzato dalla cooperativa Le Nove Lune con il supporto beneficiari dei progetti "sai" di Trebisacce e Villapiana. Si tratta di un videoprogetto che, utilizzando la tecnica dell’intervista doppia tra ex beneficiari e i loro attuali datori di lavoro, vuole testimoniare che la vera integrazione passa sempre dal mondo del lavoro e, di conseguenza, il lavoro regolare e l’inclusione sociale sono obiettivi realizzabili.
Alle ore 21 la serata continuerà sul lungomare di Trebisacce, in piazza Anfiteatro con la mostra di un reportage fotografico dal titolo Trebisacce With Refugees, dal 2014 ad oggi. La manifestazione si concluderà con i suoni di Italafrica, gruppo di musicisti e ballerini provenienti da paesi diversi, che utilizzando il linguaggio della musica e della danza testimoniano la contaminazione tra la cultura calabrese e quella africana e promuovono la creazione di una società interculturale che abbia come principio fondante il rispetto e la solidarietà tra tutti i popoli del mondo.
Insomma, stasera cercheremo una prima risposta alla nostra domanda: siamo un territorio accogliente capace di fare vera integrazione?