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La vita, la festa del Biondo tardivo, i giardini di Trebisacce, l’universo e tutto il resto…

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TREBISACCE - La vita, la festa del Biondo tardivo, i giardini di Trebisacce, l’universo e tutto il resto…

Per analizzare con esattezza la questione “Biondo tardivo, polemiche afferenti e annessa celebrazione”, dobbiamo partire da un presupposto che è un’iperbole, la quale può essere resa più comprensibile con un esempio astratto.

Ammettiamo di vedere, nell’ora più scura della notte, un gioco di strane luci nel cielo.

Come le interpretiamo?

Il credente dirà che si tratta di un segno divino.
Il sognatore dirà che si tratta di Ufo.
Lo studioso dirà che  c’è una spiegazione scientifica legata a fenomeni naturali.

Chi dei tre ha ragione? Non ha importanza.
Ciò che ha importanza è che ognuno cerca la risposta nei propri occhi e la dà con la propria esperienza di vita personale, ma anche con le proprie aspettative e i propri desideri.

In realtà le luci nel cielo, magari, sono solo frutto dell’opera di ragazzi che si divertono con dei proiettori. O dei fuochi di artificio particolari. O magari no.

Questo il presupposto e l’iperbole: la risposta che diamo ai nostri perché è spesso influenzata dalla risposta che vorremmo avere o che pensiamo di dover dare…

Il Biondo, o meglio la festa che lo celebra è come i fenomeni luminosi nel cielo. Perché?
Adesso ci arriviamo.

Partiamo da oggi, mercoledì 1 giugno 2022, data in cui si celebrerà la prima delle due giornate della Festa del Biondo tardivo di Trebisacce, giunta alla decima edizione.

L’evento, ideato dalla prima amministrazione Mundo, nasce con l’idea di creare un’occasione di rilancio dell’arancia autoctona di Trebisacce, ma nel tempo si trasforma in qualcosa di diverso, di qualcosa più vicina al nome che indossa: una festa, un momento di svago, turistico nell’accezione più ampia del termine.

Il Biondo, oltre ad essere un’eccellenza agroalimentare dalle straordinarie proprietà organolettiche è anche un marcatore identitario di Trebisacce. La coltivazione del Biondo ha permesso ha molte famiglie di mantenere la prole agli studi, ha dato un forte impulso all’economia.

Poi qualcosa è cambiato. Ora il Biondo tardivo non è più ricercato come un tempo, né coltivato come potrebbe, tenendo conto che le sue caratteristiche, che lo portano ad arrivare sulle tavole quando tutte le arance sono da tempo nei congelatori della grande distribuzione, sono legate anche al luogo dove cresce, cioè i Giardini di Trebisacce, i quali, per assurdo, pur essendo patria degli agrumi e assenti di produzione legate al vino, vengono storicamente chiamati “Vigne”.

Una delle tante strane contraddizioni di cui il Biondo tardivo è portatore sano.

L’appuntamento di oggi, organizzato dall’Amministrazione commissariale a guida Carlo Ponte, che ha voluto proseguire la tradizione dell’evento, con il supporto e la collaborazione dell’Assopec di Trebisacce, guidata da Andrea Franchino, e dalla Pro Loco Città di Trebisacce, presieduta da Titti Cardamone, veste, per l’appunto i panni di una festa.

La festa consterà di due momenti.

In un comunicato stampa diffuso si legge “Il primo atto avrà luogo sulla Nazionale (Via Alfredo Lutri ndr), dove alle ore 17 verranno aperti gli stand. Subito dopo, parata di benvenuto con la banda musicale  Città di Trebisacce  e la sfilata in abito d’epoca delle  Nobil Dame  di Maria Bevilacqua. È prevista l’animazione per i bambini, con gonfiabili, teatrino, mascotte Disney, truccabimbi, giochi, sorprese e gadget. Poi tutti in piazzetta Alfredo Lutri, per gustare i piatti tipici al Biondo, abilmente preparati da docenti e studenti dell’Istituto Ezio Aletti diretto dal dirigente scolastico Alfonso Costanza. Infine spazio alla musica, con tre punti spettacolo sul corso principale della marina, e con il concerto di musica e cabaret di Mimmo Palermo e Giancarlo Pagano. Giorno 2 Giugno invece, a partire dalle ore 17.30 andrà in scena, con appuntamento alle 17.15 in piazza Telesio, la passeggiata culturale alla riscoperta dei Giardini” a cura della Pro Loco Città di Trebiscce, “la biciclettata nel cuore delle Vigne e la degustazione del Biondo. In serata alle ore 22 concerto della Tribute Band Rino Gaetano, nell’anfiteatro del Lungomare. Le attività commerciali effettueranno l’apertura prolungata, con sconti in tutti i negozi che esporranno il marchio Biondo Today”.

Quindi giorno 1 sulla strada principale della cittadina ionica con stand, promozioni commerciali  e intrattenimento, giorno 2 passeggiata storico culturale nei giardini di Trebisacce per scoprire la storia del Biondo, con annessa biciclettata, e degustazione del biondo presso l’Antico Mulino, una struttura sita proprio all’interno del dedalo di strade che ospitano, ma soprattutto hanno ospitato, in passato la coltivazione del biondo tardivo, oggi significativamente ridotta.
Conclusione dell’evento in Piazza Anfiteatro del mare con intrattenimento musicale.

Raccontata la festa, torniamo ai nostri fenomeni luminosi, cercando di spiegare il parallelismo, anche alla luce delle polemiche e delle discussioni che, nuovamente, quest’anno hanno accompagnato l’evento.

Partiamo da una critica, rivolta a tutti: del Biondo tardivo di Trebisacce, escludendo poche eccezioni, si parla sempre e solo in occasione della Festa del Biondo, come se i due fenomeni fossero la stessa cosa.

Forse perché, in maniera assolutamente illogica, si coglie il momento in cui si festeggia il biondo per cercare risposte sui problemi della coltivazione e crescita del biondo stesso.

E’ come se, per esempio, il giorno del compleanno di una persona malata, nel corso del festeggiamento o al suo approssimarsi, gli invitati iniziassero a discutere del perché si è ammalato, degli errori commessi e delle possibili cure, per poi dimenticarsene nel momento stesso in cui c’è stato il taglio della torta.

Non è la Festa del Biondo a dover dare risposte sui problemi del Biondo.

E del Biondo, arancia tardiva gustosa come poche, non si dovrebbe parlare dal 20 maggio al 2 giugno, ma del 3 giungo al 19 maggio, cioè tutto l’anno.

Pontificare attraverso manifestazioni d’intenti o elargire critiche espresse in occasione dell’unico evento che quanto meno prova a far ricordare l’esistenza del biondo è tanto stucchevole quanto puerile.
Così come è mortificante vedere un certo immobilismo legato ai problemi del Biondo tardivo che sono inesorabilmente legati ai problemi della zona del Giardini di Trebisacce.

Nei Giardini, un posto unico al mondo, molti terreni, dove un tempo veniva coltivato il biondo sono abbandonati. L’erba in alcuni dei terreni privati è così alta che arriva al secondo piano delle abitazioni diroccate che un tempo erano presidi di vita, creando anche un significativo pericolo di incendi.

Non è mistero che sono presenti anche costruzioni abusive, che il luogo si presta benissimo all’abbandono dei rifiuti che sistematicamente si accumulano, che la manutenzione stessa è complessa dato l’orografia del luogo, tanto che ci vorrebbe un servizio dedicato e che in molti hanno abbandonato la produzione del Biondo, non protetta e neppure promossa in modo concreto, a nessun livello, a favore di altre coltivazioni più redditizie.

Servirebbe un’azione concreta.
Ma per tutelare cosa?


Un luogo che può essere riscoperto sotto il profilo turistico? O un luogo che deve essere riscoperto sotto il profilo commerciale? O ambedue, in un unica soluzione? In ogni caso non ci sono azioni concrete a riguardo.
Nel primo servirebbe una manutenzione straordinaria costante, che richiede ingenti somme, anche solo per iniziare a pensare ad un albergo diffuso. Il PNRR potrebbe essere una soluzione? Vedremo, cercando di capire chi dovrebbero essere gli attori che vanno ad investire sull’aspetto turistico dei giardini.

Il secondo, l’aspetto commerciale, richiede la necessità di un forte consorzio tra i produttori. Facile a dirsi, difficilissimo a farsi.

Sia perché moltissimi terreni sono abbandonanti, anche perché la proprietà in alcuni casi è suddivisa addirittura tra 10 e più micro eredi di fasti di un tempo, sia perché la parcellizzazione del territorio è notevole.
Insomma, i proprietari dei giardini sono tanti ed è difficili metterli tutti d’accordo.
Ma a coloro che non si prendono cura dei propri terreni, permettendo che questa incuria danneggi anche quelli confinanti, non è possibile far rispettare determinate regole? E queste regole esistono?

C’è un regolamento legato alla tenuta dei terreni presenti nei Giardini di Trebisacce, dato il particolare valore storico, culturale, sociale, potenzialmente commerciale e turistico degli stessi?

Ma poi, il Biondo, esiste ancora?

Si esiste, non è morto come qualcuno crede o vuole far credere. Forse è ferito, magari anche moribondo, ma vive ancora e lotta con noi. Per quanto ancora, resta da capirlo.

Dunque, preso atto delle polemiche, ma non delle soluzioni, preso atto che non è la Festa del Biondo tardivo la sede in cui i problemi del Biondo tardivo vanno affrontati e risolti, preso atto che le problematiche del Biondo sono collegate a quelle dei Giardini, le soluzioni quali sono?

Non tocca certo ad un giornalista dare le risposte, ma è nostra prerogativa fare cronaca e porre delle domande. Partiamo dalla cronaca.

Chi ha cercato di fare qualcosa di molto concreto per il Biondo Tardivo di Trebisacce è stata Antonella Acinapura, imprenditrice agricola e delegata all’Agricoltura della passata consiliatura comunale. Acinapura non sedeva neppure in consiglio comunale, perché prima dei non eletti, ma con una delega esterna si è spesa in modo coordinato, continuo, costante e metodico per il Biondo.

Nel 2019 ha posto in essere un primo passo fondamentale: far siglare un’importante convenzione tra il Comune di Trebisacce, l’Università di Bari, col Centro di Ricerca, Sperimentazione e Formazione in Agricoltura “Basile Caramia” e l’Arsac (Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese).

La convezione si poneva come obbiettivi inerenti al Biondo Tardivo una selezione genetico-sanitaria, la caratterizzazione morfo-fisiologica e molecolare, la valutazione dello stato sanitario, l’eventuale risanamento della pianta, la realizzazione di un campo di confronto varietale ed infine l’elaborazione delle schede varietali e del dossier per la richiesta di iscrizione al Registro Nazionale delle Varietà delle piante da frutto.

Questi indispensabili passaggi rappresentavano tappe fondamentali per qualsiasi progetto legato alla crescita e alla valorizzazione del Biondo tardivo.

A che punto siamo dunque sotto questo profilo? Chi tornerà a sedere nella casa comunale di Trebisacce dovrà partire anche da questo elemento.

Ancora: perché non esiste un tavolo permanente dedicato al Biondo Tardivo e ai Giardini, a cui siedano produttori, proprietari terrieri, operatori commerciali, mediatori, rappresentanti della grande distribuzione, rappresentanti politici nella loro veste istituzionale, il Consorzio di Irrigazione dei Giardini, che tanto si spende per questo lembo di terra, gli Enti che si occupano di agricoltura al livello regionale, come l'Arsac ad esempio, e chiunque abbia diritto o sia opportuno che ci sieda?

Possibile che si considerino luoghi deputati ad affrontare le problematiche del Biondo e dei Giardini solo i palchi delle campagne elettorali (e vale per tutti i candidati attualmente in corsa) o i social o i giornali attraverso comunicati stampa, che cercano di porre puntini sulle "i" quando le vocali sono tristemente assenti da tempo? Ed è possibile che ciò avvenga solo in occasione o prossimità della Festa del Biondo?

Ma durante tutto il resto dell’anno, dove siamo?

Dunque, tornando all’esempio fatto in apertura, quando vediamo un fenomeno di giochi luminosi in cielo, non stiamo a chiederci se si tratti di apparizioni divine, ufo o fenomeni naturali, ma godiamoci lo spettacolo, anche perché quando giungerà mattina, ci sarà, ci dovrà essere, occasione per capire il fenomeno, per discuterne, per parlarne e se c’è l’effettiva volontà che quel fenomeno non si perda, se fa parte della nostra cultura, se è davvero un marcatore identitario, si dovrà cercare anche di trovare una soluzione a ciò che lo mette in pericolo. Le risposte non dovranno basarsi su ciò che vorremmo sentirci dire o essere affini ai nostri bisogni.

La Festa del Biondo, il Biondo Tardivo, i Giardini o Vigne che dir voglia, non hanno bisogno di polemiche o di prese di posizioni, di gente che dà l’estrema unzione agrume per agrume per dimostrare la propria capacità di essere dissacrante o di possedere una licenza polemica.

Il Biondo Tardivo, i Giardini o Vigne hanno bisogno di gente che si rimbocchi le maniche, che riesca a riunire ad un tavolo gli stakeholder, che abbia il coraggio di fare scelte forse anche impopolari, che formi chi non è formato, che richiami ai propri doveri chi li ha elusi, che apra un tavolo permanente, che ponga la questione del Biondo e dei Giardini in tutte le sedi, istituzionali, politiche, commerciali, turistiche, universitarie, scolastiche, sociali, e allo stesso tempo di chi abbia intenzione di creare soluzioni che vadano negli interessi di tutti, ma soprattutto del Biondo stesso, che non è, sotto il profilo culturale e sociale, di alcuni ma che appartiene a tutto il tessuto sociale, proprio in quanto marcatore identitario. Insomma, serve un’impresa eroica, perché il biondo sta morendo e questo è indubbio.

Parafrasando Bertolt Brecht possiamo chiosare “Sventurati l’agrume e i Giardini che hanno bisogno di eroi”.

Sventurati, si… ma non morti.


Lunga vita al Biondo, e buona festa dell’arancia tardiva a tutti.

Andrea Mazzotta
Autore: Andrea Mazzotta

(Cosenza, 1978) Laureato in giurisprudenza, giornalista pubblicista, appassionato di comunicazione e arte sequenziale, è stato direttore della Biblioteca delle Nuvole di Perugia, direttore editoriale delle Edizioni NPE, coordinatore editoriale per RW-LineaChiara, collaborando con diverse realtà legate al settore dell'editoria per ragazzi. Collabora con il Quotidiano del Sud, Andersen, Lo Spazio Bianco, Fumo di China. E' un fedele narratore delle Cronache della Contea, luogo geografico e concettuale nel quale potenzialmente può succedere di tutto. E non solo potenzialmente.