L’ombra delle cosche sul Made in Italy: Per la ndrangheta l’agroalimentare è sempre di più appetibile
È l’allarme lanciato da Coldiretti Calabria: «Dal pesce ai dolci l’agroalimentare è il settore prioritario di investimento della malavita con un business criminale che ha superato i 24,5 miliardi di euro»
CATANZARO - «La Coldiretti Calabria è anticorpo alla malavita organizzata e da parte sua, continuerà a fare tutto il possibile per fare in modo che la ndrangheta non condizioni la vita sociale, politica e imprenditoriale della nostra terra e per questo è vicina ed incoraggia la magistratura e le forze dell’ordine a perseguire un fenomeno che toglie il respiro e l’aria. Anche l’ultima operazione offre uno spaccato preoccupante per tutto il settore agroalimentare! Dal pesce alla pasticceria l’agroalimentare è il settore prioritario di investimento della malavita con un business criminale che ha superato i 24,5 miliardi di euro».
È quanto afferma la Coldiretti Calabria in riferimento all’operazione della Direzione Investigativa Antimafia per l’esecuzione di un’ordinanza cautelare del gip di Roma su richiesta della Dda romana nei confronti di persone accusate di far parte di una locale di ‘ndrangheta, radicata nella capitale e finalizzata ad acquisire la gestione e il controllo di attività economiche nel settore agroalimentare, dall’ittico alla pasticceria.
«La criminalità comprende la strategicità del settore in tempo di crisi economica perché – continua la Coldiretti – consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana delle persone. Non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma – precisa la Coldiretti – compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy».
«Con i classici strumenti dell’estorsione e dell’intimidazione le agromafie impongono l’utilizzo di specifiche ditte di trasporti, o la vendita di determinati prodotti agli esercizi commerciali, che a volte, approfittando della mancanza di liquidità, arrivano a rilevare direttamente grazie – conclude la Coldiretti – alle enormi disponibilità di capitali».