Gli studenti del Palma di Corigliano hanno incontrato Carmine Abate
Il famoso scrittore arberesh ha presentato agli studenti dell'istituto superiore il suo libro, tra momenti di riflessione e applausi per l'autore calabrese
CORIGLIANO-ROSSANO - «Incontro bello ed emozionante quello tenutosi pochi giorni fa con l’autore Carmine Abate nell’Auditorium dell’ITC “Luigi Palma” di Corigliano. L’autore, nato a Carfizzi, un paese Arberesh della Calabria vive oggi in Trentino. Dopo vari successi letterari tra cui il Premio Campiello con il libro La collina del vento nel 2012, approda al Cercatore di Luce l’attuale romanzo edito dalla Mondadori».
Ne dà notizia attraverso una nota stampa, l’ITC Palma di Corigliano.
«L’incontro organizzato in collaborazione dall’IC Tieri e dall’ITC Palma di Corigliano è stato moderato dalla professoressa Emilia Pisani. Referenti del progetto le docenti Francesca De Luca e Tina Reo coadiuvate dai docenti di Lettere dell’IC Tieri. Ha collaborato all’organizzazione dell’evento – si legge nella nota - il dipartimento di Lettere dell’ITC Palma coordinato dalla docente Giovanna Procopio mentre Franco Maiarù ha curato la parte artistica. Dopo un inizio musicale curato dai docenti della Tieri Aldo Borromeo e Vincenzo La Gamma la Dirigente Cinzia D’Amico ha salutato i presenti ed esternato la gioia di questa condivisione con l’Istituto Tieri e quindi con il dirigente scolastico Franco Murano, che a sua volta ha salutato l’Auditorium e condiviso il suo entusiasmo per questa collaborazione. Erano presenti l’assessore alla cultura Alessia Alboresi e il poeta Stanislao Donadio che durante la mattinata ha letto alcune sue poesie tratte dalla sua raccolta “La luce del mondo”».
«Dopo una bellissima interpretazione di alcuni brani tratti dal romanzo Il cercatore di luce da parte degli studenti di entrambe le scuole l’autore è stato accolto sul palco con grande entusiasmo. Il romanzo racconta un’appassionante storia familiare che si intreccia con la vita del grande pittore Giovanni Segantini, muovendosi tra il Trentino, la Svizzera fino all’altopiano della Sila. Il romanzo nasce - come ha spiegato l’autore - dal quadro del Segantini riportato sulla copertina».
«Non conosco mai la trama dei miei romanzi, devo essere colpito da un’immagine – continua Abate - In questo quadro mi colpì l’immagine della donna con il bambino, soprattutto notai l’assenza del padre ed è nato tutto da lì». Un romanzo che intreccia il sud con il nord, protagonista principale la Moma (la nonna). C’è nel libro l’amore per le radici, che l’autore mai dimentica “sogno le mie storie in Arberesh” ci svela “questa terra ha una luce bellissima dovuta alla bellezza naturale del posto” dice parlando della Calabria “ma è una terra ferita che va protetta. Bisogna puntare su questa bellezza per arginare tutto ciò che non funziona”, affronta così il tema dell’emigrazione che anche lui ha dovuto subìre, vivendola inizialmente come una ferita, comprendendo solo dopo che bisogna invece imparare “a vivere per addizione” cioè prendendo il meglio dei luoghi in cui si vive, così da avere più radici ed esserne arricchiti.
«Spero davvero che nessuno un giorno debba più essere costretto a partire e spero che ognuno possa essere invece libero di scegliere se partire o restare - sotto un effluvio di applausi ed entusiasmo l’autore ha concluso - Tutti siamo alla ricerca della luce».
«E del resto questa giornata è stata davvero illuminata da una grande luce – conclude il comunicato - Che possa questa luce inondare il cuore di ognuno. Che possa ogni studente fare propria questa luce per ricercare sempre il meglio, il giusto, per poter fare scelte libere e trovare il proprio posto nel mondo. Perché la luce è ciò che si vede al di là del tunnel, ciò che ci spinge a camminare nel tunnel ed illumina anche le nostre parti migliori. Grazie Carmine Abate».