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È tempo di pic-nic: quale posto migliore in Calabria se non Camigliatello Silano?

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CALABRIA - La primavera ha tardato ad arrivare, ma ora spicca e colora il cielo di prati fioriti e nuvole come zucchero filato. Questa è la stagione perfetta per le scampagnate e per i pic-nic all’aria aperta. E quale posto migliore per respirare la bella stagione in Calabria, se non Camigliatello Silano?

È il posto giusto se un turista vuole calarsi nell’atmosfera della montagna. Situato ad un’altitudine di 1272 metri è la base operativa per ogni spostamento. Il paese è caratterizzato da un corso principale dove botteghe artigiane e negozi di gastronomia si intrecciano tra loro. Camigliatello è anche la meta preferita degli amanti degli sport invernali. Nei mesi cruciali affluiscono appassionati da tutto il sud Italia per sciare e sfruttare il funzionale impianto di risalita.

Oltre alle passeggiate lungo i sentieri che accompagnano i curiosi tra i boschi, è a disposizione un trenino d’epoca. Il fumo della sua locomotiva ottocentesca si insinua in paesaggi ancora incontaminati regalando panorami mozzafiato ai suoi passeggeri. Salirvi a bordo dopo un’abbondante nevicata, inoltre, potrebbe essere un’esperienza davvero emozionale. Le rotaie scompaiono nel Parco Nazionale che sorge a quasi 2000 metri d’altezza e da cui è possibile ammirare il mar Tirreno e il mare Ionio. Il “Centro visita Cupone” è uno dei posti più gettonati. L’intera area presenta valli, rivoli, piccole cascate e tre laghi artificiali sorti negli anni ’50: Cecita, Arvo e Ampollino. Il Cecita, in particolare, sebbene creato per sfruttare l’energia idroelettrica, si staglia perfettamente sullo sfondo naturalistico. Sulle sue rive è possibile effettuare escursioni e ciaspolate sulla neve. In estate è area pic-nic.

I Giganti della Sila sono una riserva naturale a circa 4 km da Camigliatello procedendo verso est e si trovano nella frazione di Croce di Magara. Di cosa parliamo? Di 58 pini larici alti 45 metri e dal diametro di due. Dall’alto del cielo dominano come re l’intero altopiano fin dal 1600. Fu allora che il barone Mollo piantumò la sua proprietà con questi particolari alberi, la cui resina è l’ideale per mantenere vive le fiamme. L’apertura alla base di alcuni tronchi ne caratterizzano il posto al punto che fino a quattro persone possono entrarvi dentro stando comodi. Il bosco è diventato riserva biogenetica e l’intervento dell’uomo non è minimamente ammesso.

Per molti San Giovanni in Fiore è la “capitale” della Sila e non solo perché è il comune più popolato dell’altopiano. Fu la comunità monastica fondata dall’abate Gioacchino da Fiore a far sorgere il borgo. Il monastero che ne porta il nome e l’abbazia florense sono il centro nevralgico del paese. Tutto intorno restano intatti i caratteri romanici e medioevali, nonché gli archi voluti dai monaci che rappresentavano le porte della città. Nei vicoli del centro storico è possibile ammirare l’abilità degli antichi scalpellini sangiovannesi e un fitto intrecciarsi di stradine. La cucina tipica di San Giovanni in Fiore è rinomata in tutta la Calabria specialmente per la preparazione della “Pitta Mpigliata”. Molto apprezzati anche i “turdilli” al miele, i “mostaccioli” e i “muccellati”.

Il lago Ampollino risale al 1927 ed ha la peculiarità di bagnare tre province: quella di Cosenza, quella di Crotone e quella di Catanzaro. Ha dalla sua una natura fortemente presente sul territorio che lo custodisce gelosamente fino a svelarlo con prepotenza ai turisti. Per tutto l’anno conta visitatori attratti dal paesaggio circostante, dove per gli amanti dei mesi invernali sono sorte delle piste da sci con annessi impianti di risalita. Sono presenti anche delle piste da bob e da pattinaggio sul ghiaccio. In estate, invece, si può fare un tuffo nel lago o attraversarlo a bordo di una canoa. E’ permessa la pesca ed è largamente diffusa la buona musica. Ad agosto, infatti, si tiene l’Ampollino Sound Festival, kermesse che garantisce all’incantevole posto la partecipazione di artisti di fama nazionale che attraggono diverse centinaia di campeggiatori.

Il lago Arvo regala agli amanti del wild una fotografia tipica dei paesi scandinavi. Immerso completamente nella natura selvaggia, d’inverno lascia spesso senza fiato quando si ghiaccia e la neve fa da cornice alle montagne circostanti baciandole. E’ il secondo per grandezza dopo il lago Cecita, ma la sua diga ha una peculiarità. Non è in cemento armato come le altre due, bensì in argilla e terra compressa. Ciò è possibile grazie ad una pendenza che non esercita una particolare pressione. La lunghezza di 280 metri era un vero e proprio record per il 1931: all’epoca in Italia nessuna poteva vantarne una simile. Sulle rive del lago è possibile noleggiare una canoa o pescare. In più c’è il famoso parco giochi “Silavventura” che offre piacevoli attività immersi nel verde. Il lago Arvo caratterizza il villaggio di Lorica, denominato “La perla della Sila”. Da qui è possibile raggiungere gli impianti di risalita che da 1400 metri portano fino a Monte Botte Donato. Vale a dire sulla vetta dell’altopiano a 1877 metri. Sulla cima si apre un mondo nuovo, con una vista che penetra nell’azzurro del cielo. Con l’assenza di nuvole, è facile cogliere nitidamente i due mari che circondano la Calabria fino a scorgere l’Etna in Sicilia o l’isola di Stromboli alle Eolie. È un paesaggio, insomma, che non ha prezzo: l’esperienza va vissuta di persona. Che ne dite di una bella scampagnata?

(Fonte enjoy.it) 

Veronica Gradilone
Autore: Veronica Gradilone

26 anni. Laurea bis in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione. Mi piace raccontare le storie, non mi piace raccontare la mia