Co-Ro, detenuti rinunciano alla colomba pasquale per devolvere i soldi alla Caritas Ucraina
Monsignor Aloisio, in visita al carcere cittadino, è entrato nelle celle e con tutti ha interloquito con semplicità trasmettendo speranza, vicinanza e solidarietà
CORIGLIANO-ROSSANO - Alla vigilia dell’inizio della Settimana Santa, il nostro Arcivescovo Maurizio ha vissuto una intensa giornata all’interno del carcere di Corigliano-Rossano, iniziata al mattino e che si è conclusa a sera.
Accompagnato dal segretario don Domenico Simari, dal cappellano della Casa di Reclusione don Piero Frizzarin, dalla volontaria Caritas Gabriella Latorre, dalla Direttrice della CR Dr.ssa Maria Luisa Mendicino, dalla comandante della Polizia Penitenziaria Dr.ssa Elisabetta Ciambriello e dagli agenti della Polizia Penitenziaria che di volta in volta si sono succeduti nelle diverse Sezioni del carcere, l’Arcivescovo è passato di cella in cella, a visitare ogni singolo detenuto.
È entrato nelle celle, a tutti ha dato la mano, con ognuno ha interloquito con semplicità informandosi della loro vita, delle loro famiglie, dei loro paesi di origine. Ha ascoltato le loro gioie, i loro dispiaceri, le paure e le preoccupazioni. A tutti ha trasmesso speranza, vicinanza, solidarietà, volontà di essere loro accanto in questo cammino difficile che li aspetta. A tutti ha donato la sua benedizione.
All’interno di una cella un detenuto gli ha consegnato una sottoscrizione dei detenuti, con la quale si chiede di devolvere alla Caritas Ucraina il corrispettivo in denaro col quale ogni anno la Diocesi regalava loro colombe e uova pasquali. Al termine della visita si leggeva nei volti dei reclusi la gioia di essere stati, per un giorno, al centro della Chiesa di Rossano Cariati.
Ora tutti i detenuti di sanno di avere nell’Arcivescovo Maurizio un compagno di viaggio, che li tiene per mano e sul quale possono contare durante la vita penitenziaria. Durante la pausa pranzo Mons. Aloise è stato invitato dagli agenti di Polizia Penitenziaria a fermarsi a pranzo con loro. Ha condiviso la loro vita, la loro semplicità, le loro conquiste frammiste a fatiche e sofferenze. Al termine non ha mancato di dare loro la sua benedizione rivolgendosi anche alle famiglie di ciascuno. Al momento dei saluti sul volto di tutti si leggeva la gioia di aver seminato speranza.