«A Co-Ro nessun intervento a sostegno del settore ittico. Manca una strategia di sviluppo»
Martilotti: «Sarebbe opportuno superare i punti di debolezza attraverso una migliore organizzazione complessiva dei servizi nella seconda darsena del porto per far decollare il “Distretto ittico”»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Delusione per nessun intervento a sostegno del settore nella gestione delle emergenze, ma, soprattutto la mancanza di una strategia di sviluppo dell’economia ittica in grado di governare l’esistente e avviare una progettualità che sappia coniugare identità e futuro. Dopo più di due anni di emergenza da Covid-19 e adesso con gli effetti della guerra in Ucraina che sta colpendo il settore pesca con il prezzo del gasolio, già aumentato negli ultimi mesi, ma salito alle stelle dall'inizio della guerra, abbiamo un settore in difficoltà. Insomma una situazione di vero disastro per le imprese di pesca e di conseguenza per l’intera filiera».
È quanto dichiara Salvatore Martilotti, presidente del “Comitato Pescatori Calabria” che così continua: «Allora una domanda sorge spontanea: con un Comune distante, lontano dalle emergenze in atto, le imprese di pesca ed i pescatori tra crisi strutturale, che viene da lontano, emergenza sanitaria e caro gasolio, possono continuare ad avere fiducia? O, invece, al contrario, possiamo alimentare la fiammella della speranza nel Comune unico per un futuro diverso per l’economia ittica? Osservando la situazione esistente subentra una forte preoccupazione. Noi, invece, pensiamo che sarebbe tempo di invertire rotta con interventi seri e concreti a sostegno del settore».
«Per lasciarsi alle spalle la brutta emergenza sanitaria e il caro gasolio – aggiunge - sarebbe opportuno superare i punti di debolezza attraverso una migliore organizzazione complessiva dei servizi nella seconda darsena del porto per far decollare il “Distretto ittico”. Forse è ora, finalmente, di risvegliare il protagonismo territoriale, incominciando ad “uscire dal torpore esistente” per candidarsi a governare le opportunità offerte dagli strumenti strategici del Feampa nella Programmazione UE 2021/2027. Tuttavia, per avere l’ambizione a guidare lo sviluppo futuro dell’economia ittica, innanzitutto, Il Comune dovrebbe coinvolgere le imprese di pesca, i lavoratori del mare e gli operatori dell’intera filiera dando priorità alla riorganizzazione complessiva del mercato ittico e dei servizi pesca esistenti e, soprattutto, quelli da attivare, in particolare lo scalo di alaggio vera e propria telenovela della nostra storia recente».
«Ma – spiega - per far decollare la riorganizzazione complessiva dei servizi, è necessario lavorare in forte sinergia con l’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio di Gioia Tauro. Lavorare insieme per dare avvio a questa ambiziosa azione di rilancio puntando, senza esitazioni, al decollo del “Distretto ittico”. Schiavonea è una delle "capitali storiche" della pesca calabrese, ma, in questi anni di emergenza, è diventata simbolo della crisi della pesca della nostra Regione. E allora non è più rinviabile riorganizzare la ripartenza di un settore strategico in forte sofferenza. Per correttezza ricordiamo che questa importante marineria non parte da zero. In questo polo rilevante della pesca regionale, nei primi anni novanta, si svilupparono iniziative per la sistemazione “provvisoria” della flotta da pesca nella banchina n.7 della seconda darsena del porto. E in questi lunghi anni in tanti sono stati impegnati, a partire dall’ex-Comune di Corigliano Calabro che ha istituito ufficialmente il “Distretto ittico”, a cercare di realizzare nella seconda darsena un “approdo-pesca di stampo comunitario” con i relativi servizi, compreso lo scalo da alaggio, gestiti da una società mista con la parte pubblica a garantire la "legalità" e i "privati" la professionalità».
«Certamente – incalza - un altro passo in avanti fù l’apertura del “varco dedicato alla pesca” da parte dell’Autorità portuale di Gioia Tauro dove approdò il porto di Corigliano Calabro per evitare che la pesca fosse, eventualmente, da intralcio allo sviluppo della mega struttura portuale. A seguire nel settore della pesca c’è stata una virata tutta all’indietro. Non si direbbe, ma siamo riusciti nell'impresa, tutta negativa, di creare le condizioni per un futuro alquanto incerto. Le responsabilità sono diverse e diffuse e, al momento, ricordiamo la progettualità fatta partire dall’ex-Comune di Corigliano che oggi è patrimonio della nuova Città. E, pertanto, il Comune dovrebbe attivarsi per valutare e migliorare la progettualità messa in campo per far decollare “Il distretto ittico di Schiavonea”».
«Al momento abbiamo la sensazione che tutto sia fermo anche perché, al di là del cambio alla presidenza del mercato ittico, non ci pare che ci sia nessun intervento di rilievo per cercare di risolvere le profonde contraddizioni e i nodi strutturali. Per ripartire, forse, sarebbe opportuno da parte del Comune pensare di costituire un “tavolo di ascolto” con esperti del settore, imprese e operatori economici per “un confronto” sulla progettualità più adeguata per programmare lo sviluppo del settore a partire dalla riorganizzazione del polo ittico (Mercato ittico, servizi pesca e società di gestione) come pre-condizione per portare al decollo il “Distretto ittico”» conclude.