Anche una compagnia teatrale calabrese alle finali del Premio Tuttoteatro.com
Il Kollettivo Kontrora di Rende è fra gli 8 finalisti del premio dedicato alla memoria di Dante Cappelletti. “Contr_ora” è il primo progetto del collettivo che verrà presentato al prestigioso Teatro India di Roma
ROMA - Ci sarà anche una compagnia teatrale calabrese alle finali del Premio Tuttoteatro.com. Si tratta del Kollettivo Kontrora che porta in scena un frammento del progetto Contr_ora. La compagnia ha sede nello spazio sociale S. P. Arrow di Rende, a Cosenza.
Il Kollettivo Kontrora è fra gli 8 finalisti scelti dalla giuria del premio dedicato alla memoria di Dante Cappelletti composta da Grazia Maria Ballerini e composta quest’anno da Massimo Marino, Chiara Mignemi, Elisabetta Reale, Attilio Scarpellini, Mariateresa Surianello, Contr_ora verrà presentato sulle travi del prestigioso Teatro India di Roma.
Controra è una donna chiusa in casa da un tempo indefinito, succube della propria vergogna, dimentica della propria identità, che tenta di raccogliere i cocci del suo io frammentato a causa di un evento traumatico che l’ha segnata per sempre. L’unica compagnia di Controra è un’intelligenza artificiale chiamata Samsa che, oltre ad essere la sua connessione con il mondo virtuale, la assiste nelle sue faccende giornaliere e le ricorda tutto ciò che dimentica. A portare scompiglio in questa claustrofobica quotidianità è un altro personaggio, Schermostro, un’interferenza della tv, un'allucinazione portatrice di istanze carnali, umorali, totalmente immersa nell’immanenza della vita degli animali umani.
Si tratta di un progetto di Kollettivo Kontrora formato da Francesco Aiello, Maria Canino, Antonella Carchidi, Jacopo Andrea Caruso, Francesco Coscarella, Alessandra Curia, Giovan Battista Picerno e Nafta Punk.
Kollettivo Kontrora nasce a Rende fra maggio e giugno del 2021. Contr_ora è il primo progetto del collettivo che si struttura e si organizza non gerarchicamente ma favorendo la fluidità dei ruoli nel rispetto e nella valorizzazione delle singole competenze e inclinazioni, quindi privo della paternità individuale, piuttosto alla ricerca di una maternità all’interno della quale l’istanza autoriale possa dissolversi, arricchirsi del contributo di ognuno e concretizzarsi infine in qualcosa che sia di più della somma delle sue singole parti.
Lo scopo è creare un cervello pulsante che si contamina della relazione con l'Altro, tendendo all'inclusione, all'apertura, alla costruzione di una rete che possa proteggere dalle cadute e contemporaneamente favorire l'incontro dal basso. Scendere in profondità significa coinvolgere più persone possibili nel processo creativo a partire dalla singola prova fino all'esito, passando per una ricerca condivisa.