Riorganizzazione dei dipartimenti della Regione, Smurra (Fna): «Importante segnale di rottura»
Il vice segretario nazionale della Federazione Nazionale Agricoltori si complimenta con Occhiuto: «Ci auguriamo che arrivino presto gli effetti positivi di questo nuovo modo di gestire la cosa pubblica»
CORIGLIANO-ROSSANO – «Dalla riorganizzazione dei dipartimenti della Regione Calabria ufficializzata ieri dal neo Governatore della Calabria Roberto Occhiuto ci auguriamo possa dipendere anche il rilancio strategico della sanità regionale, al primo posto di tutte le emergenze da aggredire. Non ne possiamo più di vedere letteralmente parcheggiati i nostri anziani o i nostri malati più gravi nei pronto soccorso, in attesa di ottenere, dopo giorni di agonia e a volte quando è ormai troppo tardi, un posto letto. Non possiamo oltremodo tollerare che le ambulanze viaggino senza medico a bordo e, per questo, dover piangere giovani vittime».
È quanto dichiara Mario Smurra, vice segretario nazionale della Federazione Nazionale Agricoltori (FNA) complimentandosi con il Presidente e Commissario ad acta della sanità calabrese per il chiaro ed evidente segnale di rottura rispetto al passato che ha voluto imprimere ancor prima di mettere mano all’Esecutivo.
«Ci auguriamo – aggiunge – che arrivino presto gli effetti positivi di questo nuovo modo di gestire la cosa pubblica che condividiamo nei metodi e nei contenuti».
«Dopo 12 anni di disastri, disagi e disservizi che hanno portato allo svuotamento di presìdi territoriali, privati di potenziale umano e mezzi, è giusto che si individuino professionalità utili a studiare strategie efficaci. Sulla questione sanità regionale non si può perdere ulteriore tempo; bisogna liberarsi delle zavorre – continua – che ci hanno portato a questa situazione di totale inefficienza della sanità pubblica».
«Siamo certi che il percorso intrapreso dal Presidente Occhiuto – conclude - saprà dare risposte ai territori che reclamano la normale garanzia del fondamentale diritto alla salute. L’auspicio è che i numeri della migrazione sanitaria vengano abbattuti e che anche i calabresi possano finalmente poter curarsi nella loro regione».