Vicenda Patrick Zaki: il Comune di Corigliano-Rossano si mobilita
Il Presidente del consiglio comunale Marinella Grillo: «Non si può essere indifferenti di fronte alla violazione di diritti umani»
CORIGLIANO-ROSSANO– Ad un anno esatto dall'ingiusta e immotivata carcerazione dell'attivista egiziano Patrick Zaki il comune di Corigliano-Rossano, accogliendo una mozione dei gruppi consiliari di maggioranza Corigliano-Rossano Pulita e Corigliano-Rossano Futura, ha inteso prendere parte attivamente alle azioni di protesta e sensibilizzazione che si stanno moltiplicando in tutta Italia per chiederne la liberazione.
Dopo la vicenda Regeni anche quella Zaki mette in luce l'evidente mancato rispetto dei diritti umani da parte dei governanti egiziani e dunque bisogna fare quanto possibile per fare pressione sull'Egitto affinché termini questo abuso nei confronti del giovane ricercatore dell'Università di Bologna. In base alla mozione di maggioranza il comune di Corigliano-Rossano si impegnerà ad esporre nelle sue sedi istituzionali uno striscione che chieda giustizia per Giulio Regeni e libertà per Patrick Zaki, mentre al sindaco Stasi viene chiesto di conferire la cittadinanza onoraria al giovane studente egiziano. Saranno inoltre prese tutte le misure necessarie affinché si possa giungere presto a sanare quella che è a tutti gli effetti una violazione dei diritti umani.
«Il comune di Corigliano-Rossano farà la sua parte per quanto possibile affinché si faccia chiarezza su Regeni e si arrivi alla liberazione di Zaki – ha commentato il Presidente del Consiglio Comunale Marinella Grillo – e i contenuti della mozione dei gruppi di maggioranza sono oggetto di un deliberato approvato lo scorso 4 dicembre e da oggi resopubblico. Il Presidente e l'intero Consiglio Comunale sono certi che la nostra amministrazione, in rappresentanza della cittadinanza tutta, non si tirerà indietro in questa battaglia per l'affermazione dei diritti umani e cercherà con tutti i mezzi a sua disposizione di affiancare il governo nazionale nell'opera di pressione nei confronti dell'Egitto. Non ci fermeremo finché non avremo notizia della liberazione di Zaki».