19 ore fa:Angela, studentessa del Nautico "Green", fa esperienza formativa a bordo della nave scuola “Palinuro”
2 ore fa:Opposizione su BH: «La presidente del consiglio Madeo continua ad essere di parte»
16 ore fa:Ancora bel tempo sulla Sibaritide ma la siccità preoccupa gli agricoltori
20 minuti fa:Sequestrarono e rapinarono una 69enne: in manette un uomo e una donna 
18 ore fa:Co-Ro, randagismo e raccolta differenziata al centro della riunione della Commissione Ambiente
17 ore fa:Caso Baker Hughes, il pressing della CGIL: «urgono dialogo e soluzioni»
1 ora fa:Cosa si dice nella Calabria del nord-est: una settimana di notizie
4 ore fa:Incidente a Cassano jonio: giovane centauro in condizioni critiche
3 ore fa:Dalla Germania a Paludi in bici per riabbracciare i nonni
17 ore fa:Corpi in protesta: quando la delega non basta

Venti anni fa il drammatico femminicidio di Maria Rosaria Sessa

5 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO - La sera del 9 dicembre di 20 anni fa , nel comune di Paola sulla Statale 107 in località Palommella venne rinvenuto il corpo senza vita di Maria Rosaria Sessa all’interno di un’autovettura. Alle 23.25, le volanti della stradale giungevano sul posto; la pioggia era incessante e rendeva scarsa la visibilità. C’era un coltello da cucina insanguinato, un mazzo di fiori e i documenti di Corrado Bafaro bene in vista. Non vi era dubbio alcuno in merito all’autore del delitto.

Amici e colleghi ricorderanno domani Maria Rosaria a venti anni dalla sua tragica morte, domani al Museo del Presente di Rende, alle 17:30. Maria Rosaria Sessa, giornalista tv, volto dell’emittente televisiva di Cosenza Metrosat. “Maria Rosaria – ricordano in una nota – è rimasta nei cuori non solo di chi l’ha conosciuta personalmente, ma anche delle tante persone che l’apprezzavano in video e che sono rimasti colpiti dalla sua storia”.

L’evento è organizzato dagli ex colleghi di Metrosat, su iniziativa di Emily Casciaro, con il sostegno dell’Associazione Artisti Eccellenze Calabresi ed il patrocinio dell’Ordine Regionale dei Giornalisti. Sarà un’occasione per ricordare Maria Rosaria Sessa, uccisa per mano del compagno il 9 dicembre 2002 sulla statale 107 nei pressi di Paola per poi focalizzarsi sulle regole deontologiche giornalistiche nel raccontare i casi di violenza e femminicidio.  L’evento di domani, “sarà un momento per ricordare Maria Rosaria Sessa, attraverso le parole di chi l’ha conosciuta e le iniziative che in questi vent’anni sono state fatte nel suo ricordo”.

Ma come ha avuto inizio questa brutta storia? Partiamo dall’origine. Maria Rosaria Sessa nacque a Rossano Calabro, dove tutt’ora vive la sua famiglia. Finisce il liceo e si trasferisce a Cosenza per intraprendere gli studi universitari, dove si laurea in lingue con ottimi risultati riuscendo a parlare perfettamente inglese e spagnolo. Dopo la laurea rimane a Cosenza e intraprende la carriera giornalistica collaborando con la tv locale Metrosat, emittente di cui lei ne diventa il volto principale nell’edizione del telegiornale delle ore 19.30. Sul fronte sentimentale sembrava andasse tutto bene; aveva un fidanzato da dieci, ma dopo continui tira e molla Maria Rosaria decide di lasciarlo.

L’assenza di un amore e di una protezione al proprio fianco la facevano sentire vulnerabile e fragile. Nel suo cuore e nella sua anima si erano aperte le maglie di un ventre debole all’interno del quale Corrado Bafaro avrebbe coltivato poi la sua folle ossessione. Maria Rosaria conosce Corrado in un supermercato di Cosenza, in modo del tutto casuale. Tra i due scoppia immediatamente la scintilla.

Ma chi è Corrado? È un uomo di 36 anni. Fa il rappresentante di prodotti per dentisti e ama mantenete un tenore di vita abbastanza alto. Nel suo passato, però, c’è un matrimonio finito e un’accusa per percosse da parte dell’ex moglie. Lui riempiva Maria Rosaria di tutte quelle attenzioni che compensavano le sue fragilità e le sue insicurezze. Ma la felicità di quei primi giorni d’innamoramento, in cui ogni gesto sembrava assolutistico e irrazionale, dura pochi giorni. La morsa di gelosia e ossessione di Corrado snatura gradualmente quell’armonia, stringendo Maria Rosaria in una morsa.

La donna non riconosceva più quell’uomo gentile e premuroso di cui si era innamorata poche settimane prima al supermercato e consapevole del fatto che non avrebbe mai potuto costruire alcun futuro con lui, inizia a prendere le distanze. Il rapporto loro entra in crisi, ma la carriera professionale di Maria Rosaria invece decolla e si presenta un’importante opportunità lavorativa in cui si prospetta un trasferimento in Canada per sei mesi. Corrado si oppone a quella partenza e temendo che quella possa essere una scusa per lasciarlo, impone a Maria Rosaria di non partire, lei però è inamovibile nella sua scelta professionale e non sia abbassa. Corrado reagisce in modo violento a quel ‘no’ e la afferra per il collo, sbattendola in modo violento contro il muro.

Dopo quel gesto violento e inspiegabile, Corrado costringe Maria Rosaria a dormire con lui quella notte. Una notte insonne quella di Maria Rosaria: tanti i dubbi che si accavallano nella sua mente ed è forte il desiderio che sia l’alba di un giorno nuovo. Lei non chiude occhio, ha paura di quell’uomo che dorme al suo fianco e il giorno successivo – tornata a lavoro- racconta quanto accaduto alle colleghe, che le consigliano prontamente di denunciarlo, ma lei sottovaluta il gesto che ha subito e non denuncia, precisando però che avrebbe chiuso la relazione.

Maria Rosaria non si sente più sicura nemmeno in casa propria, inizia ad avere paura, è turbata dalle chiamate ossessive che riceve e inoltre, durante la notte, sentiva spesso passare sotto casa una macchina con lo stereo ad alto volume e con la canzone che lei e Corrado ascoltavano sempre. Le amiche, preoccupate, le suggeriscono di allontanarsi da Cosenza: lei segue il consiglio e va a casa dei genitori, in quel nido che l’aveva vista crescere e l’aveva protetta.

Lunedì 9 dicembre 2002, come di consueto, Corrado ossessiona Maria Rosaria con innumerevoli chiamate, ma lei quel giorno lascia la redazione prima del solito e incredibilmente accetta un invito a cena da parte di Corrado. Lui si presenta a cena con un mazzo di rose. Sono ignoti i meccanismi che si sono innescati in quel preciso momento e che hanno portato alla rottura degli equilibri comunicativi, già precari, gravemente danneggiati da atteggiamenti persecutori e coercitivi. Si presume che tra i due possa essere scoppiata una lite. Corrado percorre la strada che porta verso il mare e uccide Maria Rosaria –che ha cercato di difendersi in tutti i modi- con un coltello da cucina: una furia omicida inarrestabile che non le lascia scampo e che la colpisce quattordici volte, con un ultimo fatale colpo alla gola.

Perché Maria Rosaria ha voluto incontrare Corrado quella sera? Cosa si sono detti? Perché Corrado l’ha uccisa? Domande che non troveranno mai una risposta. Sul luogo del delitto giungono le volanti della stradale: la pioggia era incessante e c’era buio ma dall’ispezione emergono i documenti di Corrado. Non c’era alcun dubbio sull’autore del delitto. Scatta la caccia una caccia all’uomo che dura diversi mesi, ma Corrado Bafaro sembra essersi volatilizzato. Numerose le segnalazioni che giungono da ogni parte del mondo ma senza esito.

Nel mese di aprile la svolta: giunge in Questura una segnalazione da Fiumefreddo Bruzio, un villaggio di mare vicino al luogo in cui è stata uccisa Maria Rosaria. Il giardiniere di una villetta utilizzata nel periodo estivo ha notato qualcosa di strano. Immediatamente giungono sul posto gli inquirenti e trovano il corpo senza vita di Corrado Bafaro. Si era impiccato. Nell’area giungono anche i Magistrati, Polizia Scientifica per i dovuti accertamenti. Dalla ricostruzione è emerso che dopo l’omicidio, ha compiuto una pericolosa discesa fino alla spiaggia per poi arrivare a piedi fino a Fiumefreddo. Ha rotto un vetro di una finestra ed è entrato nella villetta, si è tolto i vestiti bagnati, si è preparato un caffè, ha bevuto un liquore scaduto e poi si è impiccato.

“Si può chiudere un occhio sulla realtà, ma non sui ricordi” disse lo scrittore e poeta polacco Stanisław Jerzy Lec. Nel 2007 è stata inaugurata una panchina rossa nel cuore dell’isola pedonale di Cosenza per ricordare Maria Rosaria Sessa e le altre donne vittime di femminicidio. L’iniziativa è stata promossa dal Circolo della Stampa di Cosenza, che porta il nome della giornalista uccisa e patrocinata dall’amministrazione comunale. La panchina rossa si trova tra Corso Mazzini e Piazza Bilotti.

Giacinto De Pasquale
Autore: Giacinto De Pasquale

Classe 1958, ha profondo rispetto per il lettore, da qui il motto “prima la notizia e poi il resto”. Giornalista dal 2002. È dal lontano 1976 che inizia a scrivere sul “Giornale di Calabria” di Pietro Ardenti. Inizialmente si occupa solo di cronache sportive. Sempre dal 1976 con “Radio Libera Corigliano” e poi con varie emittenti quali TLC, Video Erre e TeleA1 Corigliano. Nel corso degli anni si occupa anche di cronaca nera, politica e culturale. Ha collaborato con Gazzetta dello Sport, Gazzetta del Sud e Il Quotidiano della Calabria. È direttore della prestigiosa rivista culturale “Il Serratore” e gestisce il blog ilcoriglianese.it. Nel 2014 è nella redazione fondante de “L’Eco dello Jonio”. Oggi ritorna con l’entusiasmo di chi sa che fare informazione in questa nostra terra di Calabria è difficile, ma grazie all’Eco dello Jonio tornerà a raccontare in maniera sincera quello che accade, per contribuire alla crescita sociale e culturale di questo nostro fantastico territorio