È un programma sociale ed ambientalista quello che propone Giuseppe Santagada, candidato sindaco di Castrovillari alle elezioni amministrative del 20 e 21 settembre prossimi, a capo di una coalizione civica e democratica, composta . Idee chiare e netta rottura con gli ultimi 13 anni di governo della città. Santagada si presenta con tre liste:
Solidarietà e partecipazione, Castrovillari città viva e
Alternativa per Castrovillari Impegno comune. Giuseppe Santagada è un avvocato di 46 anni e da tredici è consigliere comunale della città del Pollino, eletto in quota Solidarietà e partecipazione, associazione di cui lo stesso fa parte. Cinque anni fa al ballottaggio contro il sindaco uscente sfiorò il risultato della elezione a sindaco per soli 11 voti.
Castrovillari 2020, a queste elezioni amministrative si gioca una partita importante per il futuro della città del Pollino e del comprensorio. Perché ha accettato la sfida della candidatura a sindaco? Ho accettato di candidarmi a sindaco della città di Castrovillari per senso di responsabilità nei confronti della comunità. Sono ormai 13 anni che ci battiamo per un diverso modo di intendere la politica. Da troppo tempo chi fa politica a Castrovillari agisce senza il dovuto spirito di servizio nei confronti dei concittadini, poiché è stata intesa come un modo per servirsi della comunità al fine di intraprendere carriere personali “mai realizzate”, o per tutelare interessi di parte. Per noi la politica, invece, è tutelare gli interessi di tutti cittadini e non solo di coloro i quali appartengono al nostro schieramento.
In caso di vittoria il suo sarà un governo a trazione politica oppure sceglierà figure tecniche per affiancarla alla guida della città? Ci spieghi i motivi di questa scelta. La meritocrazia è un principio che ispira il nostro agire, pertanto crediamo sia necessaria una composizione mista della giunta municipale rappresentata da figure di chiara ispirazione politica affiancate a tecnici con comprovate competenze inerenti i settori da amministrare.
Questione rifiuti. C’è un’emergenza che riguarda l’intera regione ed in particolare il territorio della Sibaritide-Pollino. Secondo lei qual è la soluzione immediata per uscire da questa fase critica? Servono nuove discariche? Che posizioni ha rispetto ad un Ecodistretto del Pollino? E, soprattutto, come giudica il lavoro del sindaco Lo Polito rispetto alle tematiche ambientali? Soluzioni immediate non ne esistono. Basti pensare che per la costruzione di qualsiasi tipologia di impianto - discarica, inceneritore o cosiddetto ecodistretto - ci vogliono anni! E sono oltre 20 anni che destra e sinistra “cavalcano” emergenze continue, a tutto vantaggio di chi lucra sullo smaltimento dei rifiuti, a danno dei calabresi, senza aver mai programmato una corretta gestione dei rifiuti, come si fa in tante parti d’Italia e del mondo. Se si continuerà a cercare solo “buche da riempire”, cioè discariche, si continuerà sempre così. L’Ecodistretto del Pollino è semplicemente una follia, figlia di un Piano Regionale completamente sbagliato, partorito da Oliverio e fatto proprio dalla Santelli. Follia dal punto di vista tecnico (prevede esattamente il contrario di quanto bisognerebbe fare, a cominciare dalla concentrazione dei rifiuti nei cosiddetti Ecodistretti), legale (la sede indicata e sostenuta a spada tratta dal sindaco Lo Polito - l’area del cementificio - andrebbe contro il criterio stesso di legalità), ambientale (Parco del Pollino, che solo l’incapacità della politica impedisce diventi un reale volano di sviluppo economico per tutto il comprensorio). Le tematiche ambientali, dall’Ecodistretto, alla gestione del Verde pubblico, alla mancata promozione del Parco del Pollino, allo strenuo tentativo di riaprire la discarica di Campolescio (salvo poi “ravvedersi” in fase pre-elettorale), sono semplicemente sconosciute al sindaco Lo Polito, che non è mai riuscito a capirne l’importanza, non solo dal punto di vista della tutela della salute, ma anche per le incredibili potenzialità economiche ed occupazionali, anche in termini di captazione degli ingenti finanziamenti pubblici collegati.
Tra le tante potenzialità che esprime la Città di Castrovillari c’è anche la zona agroalimentare strategica di Cammarata. Perché ancora questo centro che potrebbe produrre più occupazione e sviluppo non è riuscito a partire per come dovrebbe? In premessa è bene evidenziare che Cammarata, per noi, non è solo la zona a vocazione agricola più importante di Castrovillari, ma è anche una zona a lungo dimenticata e assolutamente carente di servizi necessari per i residenti. Purtroppo a Cammarata non vi è alcun servizio pubblico rilevante malgrado l’estensione territoriale della contrada. In uno slogan si potrebbe riassumere le nostre politiche su quest’area: “Cammarata è Castrovillari e Castrovillari è Cammarata”.
Centralità e strategie territoriali. Castrovillari da sempre è conosciuta come la città capoluogo del Pollino. È realmente così? È vero che negli ultimi anni si è persa quella storica centralità? Si è vero! Negli ultimi decenni Castrovillari ha perso il ruolo guida e trainante che in passato aveva. Non siamo più attrattivi per le realtà limitrofe. Il cuore del nostro programma amministrativo, infatti, è incentrato proprio sulla necessità che Castrovillari ritorni ad essere città!
Promozione turistica. Il Pollino, i tanti piccoli eventi culturali e della tradizione, il Carnevale: ci sono più elementi identitari che rendono unica la proposta turistica su Castrovillari. Cosa c’è da fare, ancora, per dare maggiore forza e vigore a questa fetta di mercato? Manca completamente un’autentica programmazione degli eventi che caratterizzano l’offerta turistica castrovillarese. Non è sufficiente definirsi “Città Festival” per esserlo! I turisti e i professionisti del settore devono sapere con ampio margine ciò che Castrovillari offre ai potenziali visitatori. Purtroppo gli eventi sono calendarizzati solo a ridosso delle date previste. Il nostro obiettivo è quello di intervenire oltre che nel metodo anche e soprattutto nel merito, dando ampia rilevanza alla posizione geografica di Castrovillari.
Le prime dieci cose da fare, subito, una volta vinte le elezioni. Fermo rimanendo il grave problema finanziario in cui versa il comune di Castrovillari, è noto a tutti che nel 2019 è stato dichiarato comune in dissesto è necessario, previa verifica le risorse disponibili, intervenire in maniera puntuale attuando opere di grande riqualificazione urbana poiché troppe zone della città sono assolutamente degradate; Riqualificare la pianta organica dell’Ente; Incentivare i nuovi insediamenti produttivi anche attuando politiche tributarie agevolate; Migliorare ed efficientare la rete idrica comunale dal momento che, troppo spesso, la zona nord della città ne lamenta la carenza; Stimolare una rete che incentivi l’artigianato e recuperi le vocazioni del territorio, valorizzando l’agricoltura; Preservare e tutelare il territorio da continui tentativi di aggressione ambientale; Ricostruire il senso di appartenenza alla nostra comunità restituendo un senso di fiducia attraverso il coinvolgimento dei tanti professionisti della città mettendo loro a disposizione degli spazi dove depositare idee e progetti, per poi essere utilizzati tempestivamente alle scadenze dei finanziamenti disponibili; Pretendere il rispetto dei L.E.A. nell’ospedale “Ferrari”; Lotta alla piaga della povertà, tutela delle fasce deboli, attenzione alle necessità, riqualificazione della spesa sociale e coinvolgimento dei giovani; Scuola: incentivazione degli incontri con docenti universitari per gli studenti delle medie superiori al fine di meglio orientare le scelte ed i percorsi formativi; Borse di studio per i meritevoli e per le famiglie meno abbienti.