Sul ripristino del tribunale di Corigliano-Rossano: «Occorre realismo e pragmatismo»
L'avvocato Nicola Candiano traccia un sintetico "vademecum" sulle azioni virtuose da compiere da oggi e per le prossime settimane se si vorrà davvero raggiungere il risultato

La notizia di una qualche novità sulla Geografia Giudiziaria, per Corigliano-Rossano si traduce sempre ed automaticamente nella possibilità di riavere il Tribunale. Da qui la corsa ad esprimere commenti e fare valutazioni, spinti da contrastanti sentimenti e trascurando il merito delle questioni, con il risultato di provocare un qualche disorientamento.
Val la pena perciò tentare di dare un contributo alla discussione, partendo dai dati concreti, considerati nell’ottica delle dinamiche politiche ed istituzionali che muovono vicende di questo tipo.
Occorre partire dalla forma, ossia dalla natura del provvedimento da ultimo emanato sul tema.
Siamo di fronte ad un disegno di legge del Governo, cioè di una iniziativa legislativa assunta dal Consiglio dei Ministri, al momento però ancora non trasmesso al Parlamento : novità assoluta e positiva che potrebbe rappresentare una vera svolta.
La Riforma della Geografia Giudiziaria, cioè, viene proposta e fatta propria dal Governo nella sua interezza e, di conseguenza, dalla maggioranza parlamentare che lo sostiene. Per di più la proposta è inserita in un pacchetto organico di provvedimenti sulla Giustizia, ed è stata presentata contemporaneamente all’approvazione in seconda lettura al Senato della separazione delle carriere tra Giudici e PM, di rilevo costituzionale.
Non vi è chi non veda la differente forza propulsiva tra questa iniziativa e quella di un parlamentare o di un gruppo di essi, quale espressione delle esigenze dei territori di provenienza elettorale.
Perché se la proposta così avanzata non dovesse passare, sarebbe il Governo che ne uscirebbe battuto; e d’altra parte, in caso di eventuali difficoltà di consenso in sede parlamentare, potrebbe sempre porsi la questione di fiducia.
Insomma si è forse di fronte ad una vera rivoluzione.
Non solo. Che a questo cambio di strategia si sia giunti dopo un proficuo percorso compiuto nella Commissione Giustizia del Senato (in cui siede il Sen. Rapani) ove si è condiviso un testo, rivela l’esistenza di una effettiva e concreta volontà di raggiungere il risultato. Il regista di questa operazione, chiunque esso sia, merita sicuramente un plauso.
Tutto ciò non mi pare cosa da poco.
Nei primi commenti a caldo si è molto polemizzato, e ci si è preoccupati (a torto o a ragione?), per la circostanza che nel disegno di legge non si citi espressamente il Tribunale di Corigliano-Rossano, al contrario di altre realtà.
Vediamo di ricercare le ragioni di ciò attraverso un esame puntuale del nuovo articolato, accompagnato da una valutazione di contesto più ampia e, nel contempo, usando una lente che focalizzi il nostro interesse diretto.
A ben vedere il testo normativo, facendo attenzione alle parole usate ed al loro significato, si può dire sia strutturato in tre parti, che disciplinano ipotesi diverse.
In una parte è disciplinato il caso di Bassano del Grappa, che tanto ha fatto discutere per un presunto trattamento di favore riservatogli per la forza politica dei suoi sostenitori (lo stesso Ministro ed un Sottosegretario), a dispetto del percorso comune fatto in Commissione al Senato con Corigliano-Rossano.
A ben vedere, invece, siamo di fronte ad una fattispecie assolutamente particolare: l’art. 2, infatti, declina il caso come la scelta già fatta di “istituzione” del Tribunale e della Procura di Bassano del Grappa, da trattare diversamente sul piano tecnico.
Qui cioè non si “ripristina” il Tribunale esistente ante riforma 2012, ma se ne crea uno completamente nuovo, con un forte impatto sul territorio individuato con l’area pedemontana, in quanto distretto produttivo ad alta intensità, in una realtà già economicamente forte come il Veneto.
L’operazione è di ampia portata, con un incremento a 72 dei Comuni ricompresi nel Circondario, e l’interessamento di ben tre province, Vicenza, Treviso e Belluno. Alla complessità tecnica si aggiunge quindi un risvolto politico per le spinte contrapposte in quelle realtà, rispetto a cui il Governo – verosimilmente – non poteva non prendere una chiara posizione per evitare contraccolpi sul territorio.
Profilo questo che - per chi le sa vedere – allunga anche delle ombre sulla vicenda.
Un’altra ipotesi prevista dall’ art. 3) è il “ripristino”, ma solo giuridico e non di fatto, di atri Tribunali oggetto di soppressione nel 2012, rimasta però sulla carta per motivi contingenti.
Si tratta dei Tribunali abruzzesi prorogati per il terremoto che colpì quella Regione e delle Sezioni staccate dei Tribunali nelle isole, mai chiusi per paventati insuperabili disagi.
Infine - contemplata nell’art. 1- vi è l’ipotesi che la Riforma della Geografia Giudiziaria possa essere attuata – oltre che con l’istituzione di nuovi Tribunali - anche attraverso il “ripristino” di quelli effettivamente soppressi nel 2012, tra cui Corigliano-Rossano. Lo strumento è quello della legge di delega da emanare entro un anno, secondo i criteri delineati nel medesimo articolo 1. Per chi conosce i fatti e gli antefatti, si tratta sostanzialmente dei criteri contemplati nel testo licenziato in Commissione Giustizia del Senato, sotto l’occhio attento del Sen. Rapani.
Perciò, per quanto ci riguarda, l’unico interesse che bisogna coltivare in questa fase è quello di verificare se i criteri predeterminati si conformino al nostro caso: estensione territoriale, caratteristiche geo-morfologiche, collegamenti, numero di abitanti, anche non residenti (turisti ed immigrati) e loro distribuzione (diffusione sul territorio e concentrazione nel Comune sede); esistenza di carceri, tasso di criminalità organizzata e non, anche con riferimento al rischio di infiltrazioni dai territori contigui.
In ultimo, ma non per ultimo, la previsione dell’assunzione delle spese di manutenzione e di gestione delle strutture da parte delle Regioni: e la Regione Calabria è tra quelle che ha deliberato in tal senso già da tempo.
Sull’ovvio presupposto che l’edificio esistente sia pronto all’uso.
Corigliano-Rossano risponde a questi criteri? Sarà necessario affinarli nel percorso dell’iter parlamentare? Ecco, qui occorre operare la massima vigilanza. Non escludendosi che, a fronte di una situazione di evidente chiarezza, il Parlamento possa disporre l’immediato ripristino, evitando il percorso più tortuoso della Legge delega.
Poi ci sono le linee di comportamento necessarie da darsi per il raggiungimento dello scopo.
La prima è quella di interessarci e concentrarci sul nostro caso senza dar peso agli altri che – come visto – hanno specificità loro proprie.
La seconda è quella di trovare o ritrovare una unità di intenti, per come vogliono i cittadini dell’intero territorio, tra tutti gli enti esponenziali, istituzionali, politici, sociali, civili e culturali, per una battaglia che si annuncia come ultima e certamente decisiva.
Per esempio i politici locali, se vogliono essere credibili devono dimostrare di poter schierare su posizione favorevole alla riapertura del nostro Tribunale i loro dirigenti di altro e più alto rango, nonché i rappresentanti parlamentari che alla fine sono quelli che votano: ed evito di fare i nomi che tutti conosciamo.
La Regione Calabria, fin qui attenta e pronta con l’adozione della delibera di disponibilità all’assunzione delle spese, adesso deve compiere gli atti amministrativi consequenziali richiesti, come la redazione e la stipula di un accordo in tal senso con il Ministro della Giustizia, con tanto di copertura finanziaria.
Infine il Comune di Corigliano-Rossano che deve presentare l’edificio di Piazzale Santo Stefano idoneo all’utilizzo, e quindi da subito pronto per superare l’esame di un eventuale prossimo sopralluogo, questa volta decisivo dopo quello del novembre 2024.
Se la condizione data pare in sé favorevole, l’esperienza però ci ricorda le variabili esterne sempre in agguato; oltre a mutamenti politici generali nel prossimo futuro, che potrebbero fare arenare questa come altre Riforme.
Per quanto ci riguarda, allora, forse è anche bene preoccuparsi, ma per essere ancor più vigili ed attenti, e, nel contempo, ottimisti e fiduciosi, coesi e con i nervi saldi: perché se ognuno farà la sua parte... Incrociamo le dita! - Nicola Candiano, avvocato e già amministratore del Comune di Rossano