Sicurezza e maggiore presidio del territorio: altra promessa (disattesa) della politica
Che fine hanno fatto i potenziamenti dei presidi delle Forze dell'Ordine a Corigliano-Rossano? Un atto dovuto dopo la fusione per alcuni; una necessità impellente, per altri
CORIGLIANO-ROSSANO – Rimane ancora in bilico e avvolto nelle nebbie il (promesso) potenziamento dei presidi delle Forze dell’Ordine della Sibaritide. Un atto dovuto dopo la fusione per alcuni; una necessità impellente, per altri, considerato il bisogno di fare sentire ancora più presenza dello Stato in un territorio vastissimo che si estende da Rocca Imperiale a Cariati passando per la Sila greca.
E in molti continuano a chiedersi, al netto delle promesse elargite dalla politica in questi anni, che fine abbiano fatto le elevazioni del Reparto territoriale dei Carabinieri e del Commissariato di Polizia di Corigliano-Rossano rispettivamente a Gruppo territoriale e sede di Primo dirigente. Di una questione così importante e strategica per un territorio vasto e complesso come la Sibaritide, nel bersaglio della criminalità e della microcriminalità, non ne parla più nessuno. Tutti zitti nei piani delle Istituzioni.
Avere un Gruppo carabinieri così come un Primo dirigente di Polizia non è un pennacchio per Corigliano-Rossano, dicevamo, anche perché questa città di cavalieri senza cavallo ne ha già tanti e molti inutili. Tutt’altro. Servirebbe alle donne e agli uomini, che ogni giorno sono impegnati sul campo per tutelare la sicurezza dei cittadini di questo territorio, ad avere un coordinamento più capillare, ad avere la forza di incidere molto di più quanto già non fanno tra mille difficoltà, nella repressione dei crimini.
Che l’area del nord-est non sia un Eldorado o un’isola felice, lo sappiamo tutti. Lo dicono i numeri dei tantissimi interventi di pubblica sicurezza che vengono compiuti quotidianamente; lo dicono, ancora, i numeri dei fascicoli e delle cause incardinate nelle aule dei Tribunali; lo dicono le centinaia di controlli che vengono effettuati ogni giorno.
Ma se le nostre forze dell’ordine fanno i salti mortali per cercare di mantenere in piedi un equilibrio territoriale del tutto instabile, è anche vero che a queste persone non si può chiedere di più di quanto già fanno. Tantomeno si può chiedere di più alla Procura della Repubblica di Castrovillari che si trova a gestire un territorio immenso e complicatissimo da raggiungere nelle periferie.
Serve altro personale per presidiare il territorio e servono anche presidi fisici maggiori sul territorio. Con maggiore autorevolezza. E non sono fantasie o rivendicazioni. Se è vero che la provincia di Cosenza è una delle più estese d’Italia (quasi 7mila km2) e con un’orografia che triplica di fatto le sue estensioni, è opportuno che si doti il suo territorio più critico e periferico, la Sibaritide, di guarnigioni che moltiplichino le funzioni di direzione, coordinamento e controllo della Questura e del Comando provinciale.
Anche in questo caso, però, il volere è solo e squisitamente politico perché – da quanto se n’è saputo anche attraverso i sindacati di categoria – i vertici delle Forze dell’Ordine non avrebbero posto alcun veto rispetto al potenziamento dei presidi a Corigliano-Rossano. Anzi.
È un paradosso perché la fusione – che, è doveroso ricordarlo, continua a rimanere governata male e per nulla supportata dalle istituzioni regionali e nazionali – avrebbe dovuto ribaltare alcuni paradigmi e, invece, li sta accentuando anche rispetto ai territori contermini che, paradossalmente, proprio grazie alla fusione si sono rafforzati. Si pensi, ad esempio, alla nuova Compagnia carabinieri di Cassano Jonio che nel periodo pre-fusione era una Tenenza sotto la guida della Compagnia di Corigliano. Oggi, invece, il Reparto territoriale della terza città della Calabria si trova a dover gestire una miriade di stazioni, sparse su tutto il territorio, senza alcun organo intermedio a supporto e con una città che – come sappiamo – ha tantissimi problemi. Per non parlare del Commissariato di Polizia che è “costretto” al controllo di un territorio distrettuale immenso sempre con meno uomini e mezzi.