È arrivato il momento di calpestare le piste predisposte ormai da svariati mesi: di gruppi, coalizioni e nomi ne sono stati fatti tanti ma, infine, sono cinque i competitori pronti allo scatto. Eh già, perché in fondo quella a cui assisteremo è una vera e propria gara; se sarà entusiasmante non è ancora dato saperlo, ma di certo i “concorrenti” non si risparmieranno. Sugli spalti ci sono gli elettori che, mentre si godono la corsa, pensano a chi scegliere come rappresentante del loro territorio fra
Mario Oliverio (Pd), Wanda Ferro (Forza Italia), Nino D’Ascola (Alternativa Popolare), Nuccio Cantelmi (Movimento 5 Stelle), Domenico Gattuso (L’Altra Calabria). Il
23 novembre, infatti, la Calabria è chiamata a eleggere il proprio governatore e fra i suoi mille problemi, va da sé che la scelta dovrà essere ben ponderata. Da costa a costa, in qualunque parte si guardi, si vede una Regione che affoga in un mare di difficoltà, lotta per restare a galla e prendere qualche boccata d’ossigeno che, anche se per una manciata di minuti, la renda simile alle sorelle italiane. Non vogliamo sembrare ripetitivi se ci dilunghiamo in uno sterile elenco delle nostre infinite problematiche, visibili a tutti: è, purtroppo, un dato di fatto che la Calabria sia la regione più povera d’Italia. “Come se non lo sapessimo” si sono detti in tanti: un’altra macchia che è andata a sporcare il “vestito” della nostra regione, un vestito già strappato e rattoppato. Ci ha decisamente stancato sentir parlare di una Calabria sempre negativa, dove strade infinite non sono mai completate; dove i soldi arrivano e non si investono per le lungaggini burocratiche; dove si taglia senza freni sulla giustizia; dove la sanità è smembrata; dove si guarda impotenti partire e non tornare quei cervelli che tanto ci farebbero bene; dove non si prende più un treno o, bene che vada, si può salire su trenini malmessi, spesso a un solo vagone, che viaggiano scricchiolando e inciampando su una natura che cresce selvaggia sulle rotaie quasi abbandonate. Insomma, un gran bel bagaglio di responsabilità che chi ci dovrà amministrare dovrà mettersi in spalla in quel viaggio che restituisca alla Calabria le speranze perdute. E i nostri rappresentanti non ce ne vogliano se mettiamo il dito nella piaga parlando di problemi, sfiducia dell’elettorato e di quelle brutte figure fatte dalla nostra regione che si moltiplicano ad un ritmo più che accelerato.
D’altro canto, possono toglierci tutto ma non la dignità e la speranza che chi verrà eletto possa fare ammenda per l’incoscienza altrui, che rappresenti la Calabria e, da parte nostra, una Sibaritide che possa riemergere dal fango. Per questo, facciamo un “in bocca al lupo” ai cinque candidati e, come si suol dire, che vinca il migliore. Però, ricordatevi di noi.