La proposta di Carbone (Ex dg): istituire due aziende sanitarie Jonio-Tirreno. Un flop la soppressione
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di risposta all’editoriale pubblicato domenica scorsa dal titolo - “Sanità nel baratro, nella Sibaritide un’azienda ospedaliera” a firma di Matteo Lauria, dall’ex direttore generale dell’allora Azienda sanitaria locale n.3 di Rossano Peppino Carbone.
«Caro Matteo, leggo sempre con piacere i Tuoi editoriali sul sito “eco dello jonio”. D’altra parte consulto regolarmente il sito suddetto da buon rossanese emigrato ormai da 50 anni ma sempre con nostalgia della sua terra. Per prima cosa ringrazio davvero moltissimo sia Te sia il sito per la possibilità che mi date di avere notizie di prima mano. Sulla Tua ultima corrispondenza, però, quella intitolata “Sanità nel baratro, nella Sibaritide un’azienda ospedaliera” non sono d’accordo. Il motivo è presto detto. Se c’è un principio sempre valido, che la riforma sanitaria del 1978 ha introdotto nell’ordinamento, è quello della “unitarietà della gestione”. In estrema sintesi, ti dirò che da una parte c’è il territorio, dall’altra l’ospedale.
CARBONE: TERRITORIO E OSPEDALE DEBBONO STARE INSIEME
Ci sono “pezzi” di sanità rilevanti dall’una e dall’altra parte: nel territorio, la sanità pubblica, l’assistenza sanitaria di base, quella specialistica ecc. Molti altri “pezzi” ancora in sede ospedaliera. Queste cose debbono girare insieme per far funzionare il sistema in maniera non solo economica. Si tratta soprattutto di dare efficienza che in un sistema complesso come quello sanitario è già di per se stessa efficacia. Efficienza, efficacia, economicità, equità rimangono i capisaldi di un servizio sanitario moderno. Per questo territorio e ospedale debbono stare insieme. Il problema piuttosto è un altro, quello della dimensione ottimale per la gestione dei servizi pubblici di area vasta. Problema comune anche ad altri rilevanti servizi pubblici. Ottimale non solo dal punto di vista demografico ma anche territoriale.
Quanto deve esser grande il territorio e quanti abitanti deve avere per erogare un servizio in maniera efficiente ed economica? E’ questo il problema al quale è stata data una risposta insufficiente quando si è creata l’azienda sanitaria di Cosenza. La norma che indicava di fare aziende provinciali non era tassativa. La si è utilizzata in modo puntuale solo per fare altri interessi. Forse solo quelli dell’egemonia sanitaria della città capoluogo. Come Tu dici bene “Insomma, anche la scelta di sopprimere l’ex azienda sanitaria si è rivelata un flop.” Flop perché il gigantismo istituzionale spesso riesce solo ad allontanare sempre più il vertice dalla base. E quindi “Quotidianamente si registra un via-vai da e per Cosenza tra ambulanze ed auto di servizio per l’espletamento di attività amministrativa”, per citare ancora una Tua puntuale osservazione.
SE MANCA LA CONTINUITA' TERRITORIALE VIENE MENO LA CONTINUITA' DELLE CURE
Del resto era facile prevedere che un territorio così vasto, circondato da due mari, diviso da una catena montuosa, con collegamenti stradali insufficienti e difficoltosi, solo per citare i principali guai, avrebbe fatto da serio e insuperabile ostacolo all’erogazione della sanità. Se manca la continuità territoriale viene meno per prima proprio la continuità delle cure. Per questo penso che l’obiettivo di una azienda ospedaliera autonoma, lungi dal risolvere i problemi, finisca per complicarli ulteriormente. Che fare allora ? Ma la soluzione discende direttamente dalla provvida votazione che ha sancito la fusione fra i due comuni principali : due aziende sanitarie, una dello jonio e una del tirreno.
In tal modo, salvaguardando l’unitarietà della gestione, si restituisce autonomia ai territori e si consente loro di cercare lo sviluppo in una dimensione ottimale che, analogamente a quella sanitaria, può estendersi vantaggiosamente anche ad altri comparti non solo della pubblica amministrazione ma dello sviluppo socio-economico fra cui principalmente quello agro-turistico. Sono certo che Tu sei in grado di aprire una campagna su questo obiettivo perché non ti mancano gli argomenti e le capacità. L’occasione mi è lieta per salutarti molto cordialmente e per augurarti buon lavoro !».
Peppino Carbone