Escalation criminale (continua) nella Sibaritide: «A Co-Ro serve un tribunale!»
La parlamentare della Lega, Simona Loizzo, torna a chiedere la riapertura del presidio «chiuso da Monti». La questione, però, è strettamente legata alle competenze del Governo centrale
CORIGLIANO-ROSSANO - Continua inesorabile la recrudescenza criminale a Corigliano-Rossano? «Riaprite il tribunale». È quanto afferma stamani, in una nota, la deputata della Lega, Simona Loizzo, che ha espresso grande preoccupazione per gli episodi criminali che si sono continuati a verificare a Corigliano-Rossano. In una nota stampa, ha dichiarato: «Siamo vicini alla popolazione di Corigliano Rossano per gli episodi di microcriminalità che si sono verificati negli ultimi giorni. Siamo certi che le autorità giudiziarie sapranno individuare gli autori dei gesti intimidatori e siamo vicini agli operatori economici e alle famiglie. Crediamo anche che sia opportuno continuare la battaglia per la restituzione del Tribunale alla città, inopinatamente cancellato dal governo Monti».
Loizzo ha poi affermato il supporto della Lega alle istituzioni cittadine in tutte le iniziative che mirano a rafforzare la legalità nella zona. «La Lega è al fianco dell'Amministrazione comunale per qualsiasi iniziativa che abbia lo scopo di rafforzare i presidi di legalità sullo Jonio, in difesa dei diritti dei cittadini».
Al netto delle posizioni, però, proprio sulla questione del tribunale la politica – di tutti gli schieramenti – è ormai silente da mesi e sulla quale sembra essere calata anche una certa censura. Insomma, l’argomento tribunale è diventato un tabù. È opportuno ribadire che, in quanto materia legislativa, la vicenda legata alla riapertura di un presidio di giustizia passa inevitabilmente dal volere della maggioranza parlamentare. L’onorevole Simona Loizzo fa parte della componente a supporto del governo centrale cui spetta la responsabilità di ripristinare il maltolto a questo territorio.
Ricordiamo, a memoria di tutti, come nonostante Corigliano-Rossano sia una città di 80.000 abitanti, la terza più grande della Calabria e la più grande della Provincia di Cosenza, oltre ad essere un importante punto di riferimento economico, sociale e produttivo della Calabria nord-orientale, rimane ancora clamorosamente priva di un presidio di giustizia.
L'assenza del tribunale continua a destare preoccupazione tra i cittadini e gli operatori economici locali, che chiedono ormai da quasi tre lustri il ripristino di questo fondamentale servizio per la comunità. Purtroppo, però, la battaglia per la giustizia e la legalità non può rimanere relegata alle chiacchierate da bar o alle note stampa. Se davvero si vuole mettere mani a questa questione strategica e importante per tutto il territorio della Sibaritide, occorre agire. Del resto, le lacune strutturali e logistiche del tribunale accorpante di Castrovillari, sono lapalissiane e i disagi da esso derivanti oggi sono rimbalzati agli onori della cronaca cosentina per la «inagibilità delle aule» che ospiteranno il processo Reset.
Ritorna, oggi, una domanda che alle latitudini joniche è un claim da oltre dieci anni: se ci si accorge adesso che il Tribunale di Castrovillari non è idoneo a ospitare un grande processo, può essere idoneo a soddisfare, da solo, le esigenze giudiziarie di un territorio immenso che si estende da Papasidero a Bocchigliero?